
Alcune ricerche hanno evidenziato una relazione tra le abilità motorie e l'adattamento sociale in età evolutiva, specialmente nei bambini che presentano un disturbo della coordinazione motoria (DCD). I bambini e i ragazzi con DCD spesso mostrano, in associazione ai deficit di coordinazione motoria, difficoltà emotivo-comportamentali, in termini sia di esternalizzazione sia di internalizzazione, che possono rendere problematiche le relazioni sociali in ambito scolastico ed extra-scolastico.
Lo scopo del presente progetto è quello di studiare la relazione tra difficoltà di sviluppo motorio grossolano e fine e le competenze sociali, in età prescolare e scolare. Tale relazione sarà valutata prendendo in esame il ruolo di tre possibili fattori in grado di mediare l'impatto delle difficoltà motorie sull'adattamento sociale: svalutazione di sé, difficoltà cognitive e di apprendimento, deficit nella cognizione sociale. Al fine di studiare in quale fase dello sviluppo le difficoltà di coordinazione motoria iniziano a incidere sull'adattamento sociale, parteciperanno allo studio bambini di diversa età: circa 100 bambini di scuola dell'infanzia, 100 di classe seconda e 100 di classe quinta primaria. I risultati della ricerca potrebbero costituire una base per progettare interventi da implementare a scuola che prevengano le difficoltà sociali dei bambini con problemi nelle abilità motorie.
Esistono diverse prove empiriche dell'impatto che le difficoltà motorie hanno sulle vita scolastica e il benessere psicosociale dell'individuo (es. Cummins et al., 2005), nonostante ciò la relazione tra queste due variabili non è ancora stata approfondita in maniera tale da definire con chiarezza se si tratta di un nesso diretto o mediato da altri fattori.
Un primo aspetto innovativo della presente ricerca è proprio il focus sui possibili mediatori. Ci si propone, infatti, di valutare il ruolo che possono avere in tale relazione, variabili come la valutazione di sé (Skinner e Piek, 2001; Lodal e Bond, 2016), le abilità cognitive (Sundheim e Voeller, 2004) e la cognizione sociale (Wilson e McKenzie, 1998).
Il secondo fattore d'innovazione riguarda il confronto tra più fasce di età. Molti studi su abilità sociali nei bambini con DCD sono focalizzati su età scolare e adolescenza mentre sono relativamente pochi quelli su popolazioni di età prescolare (Lodal e Bond, 2016). Il nostro obiettivo è esplorare da quale età le difficoltà motorie comincino ad avere un impatto sulle relazioni tra pari.
Un elemento d'innovazione è inoltre rappresentato dal voler valutare l'impatto delle difficoltà motorie non soltanto dei bambini che hanno un disturbo conclamato, ma anche in quelli che hanno solo alcune difficoltà motorie fini o grossolane e/o che si avvicinano ai valori soglia per l'identificazione del disturbo. Riteniamo sia di particolare interesse studiare questa popolazione 'a rischio' nella quale problematiche motorie anche lievi potrebbero essere un predittore di alcune difficoltà di relazione con i pari, da cui dipende poi il complessivo benessere psicosociale dell'individuo (Lingam et al., 2010).
I risultati della ricerca potranno essere utili per la messa a punto di interventi finalizzati allo screening e all'intervento per migliorare l'adattamento sociale e il benessere psicosociale dei bambini con difficoltà motorie.
Infine, la letteratura attualmente presente su questi temi è basata in prevalenze su ricerche su campioni anglosassoni, quindi un ulteriore elemento di innovazione riguarda lo studio del fenomeno nella popolazione italiana.
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