Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1115529
Abstract: 

La vicenda politica italiana successiva alle elezioni politiche del 1976, nonostante i progressi della storiografia, presenta ancora alcune zone d¿ombra. Da quelle elezioni, che videro i due partiti maggiori (la Dc ed il Pci) polarizzare quasi il 75% dell¿elettorato italiano prese a maturare una soluzione politica che a tutt¿oggi fatica ad essere inserita in una chiara chiave interpretativa. A quel voto nacque il 33° governo della Repubblica, il terzo guidato da Giulio Andreotti, contrassegnato da rilevanti novità: si trattò del primo governo ad annoverare una donna ¿ Tina Anselmi, al Ministero del Lavoro - tra i ministri. L¿esecutivo venne definito «governo monocolore di solidarietà nazionale» e nacque grazie alla formula della non opposizione da parte del Pci di Enrico Berlinguer, tanto da essere definito anche come governo della «non sfiducia». Sostanzialmente si astennero il Pci (che per la prima volta abbandonava l¿opposizione) ed altri partiti dell'arco costituzionale - Psi, Psdi, Pri e Pli ¿ che con la loro astensione permisero la sua nascita. Alla nascita di quel governo è legata la questione della Terza fase della politica italiana, evocata da Aldo Moro in un articolo per ¿Il Giorno¿ del dicembre 1976. La storiografia ha parzialmente ricostruito le vicende di quella breve ma intensa stagione politica, e nell¿interrogarsi sulla Terza fase non ha ancora raggiunto risultati apprezzabili indagando il pensiero di Moro. Si ritiene che attraverso l¿azione di Governo di Andreotti nei suoi III e IV governo, soprattutto nell¿articolazione delle sue risposte sulle iniziative governative a quanti rappresentavano vincoli esterni ed interni (Alleati internazionali e rappresentanti del mondo ecclesiale italiano), possano raggiungersi notevoli elementi di novità.

ERC: 
SH6_8
SH6_13
SH6_11
Innovatività: 

La ricerca ha un suo grado di innovatività perché supera la dimensione spesso monodirezionale dell¿indagine sulla stagione e sul senso della ¿Solidarietà nazionale¿ nel pensiero di quello che è considerato il suo ideatore (Moro), per provare a verificare se non si debba aprire alla possibilità che anche chi guidò il governo in quella stagione (Andreotti) - scelto, secondo la percezione più affermata, per essere il rappresentante di posizioni assai moderate ed in grado di rassicurate tanto gli alleati atlantici che la Chiesa cattolica - abbia contribuito a dare spessore e prospettiva alla collaborazione col Pci. Andreotti, tradizionalmente considerato anticomunista e democratico, si spese per occupare saldamente il centro dello schieramento politico italiano, impegnandosi in una difficile missione di confronto con il partito comunista. Bisogna verificare come nella sua azione di governo e nella sua interlocuzione a proposito di quella anomala collaborazione, abbia tenuto fermi gli obiettivi di conservare l¿egemonia democristiana e stabilizzare il sistema politico italiano. O se piuttosto, non abbia teso anche lui a farsi carico di una prospettiva in cui utilizzare una circoscritta fase di convergenza, necessaria per legittimare l¿evoluzione riformatrice del Pci e per accompagnare il progressivo cambiamento del Partito fino a renderlo protagonista accreditato di una più normale dialettica democratica, che in un futuro avrebbe visto la possibilità dell¿alternanza con la contrapposizione di diversi schieramenti non più divisi da ragioni ideologiche radicali.
La possibilità di analizzare i fondi dell¿Archivio Andreotti relativamente ai rapporti con gli alleati (con eventuali visione dei fondi britannici conservati a Kew Garden, di quelli statunitensi presso i National Archives di Washington, e i fondi francesi del Quai d'Orsay a Parigi), e con la serie ¿Vaticano¿ e ¿Vescovi¿, da integrare con alcuni fondi dell¿archivio della Conferenza Episcopale italiana, permetterà un vaglio approfondito della questione alla luce di fonti primarie. Inoltre va esaminata la memorialistica a livello statunitense ed europeo, basti pensare alle memorie di Kissinger, Jimmy Carter, Valéry Giscard d'Estaing ed Helmut Schmidt, solo per far rifermento alle personalità più note, e al vertice dei propri paesi in quegli anni. Attraverso queste indagini, e dalla loro intersezione, si ritiene di poter porre in maggiore chiarezza quali fossero, dal punto di vista di Andreotti, gli obiettivi e le prospettive in gioco nella stagione della Solidarietà nazionale.

Codice Bando: 
1115529

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