Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1540140
Anno: 
2019
Abstract: 

In un ambito urbano storicamente complesso e stratificato come Roma e il suo territorio, la necessità di conciliare la tutela del patrimonio archeologico ancora sepolto con le esigenze operative della pianificazione e dello sviluppo urbano è fondante.
Il rapporto che lega archeologia e città è stato, spesso, di natura conflittuale, se da un lato i cantieri urbani sono i luoghi dove con maggior frequenza e imprevedibilità il passato affiora in tutta la sua fragilità, dall'altro presupposti culturali e prassi operative sollevano spesso una serie di interrogativi riguardanti la concreta possibilità di una salvaguardia della stratigrafia affiorante. La questione assume ulteriore rilevanza quando la riscoperta avviene all'interno di spazi edificati, dove le dimensioni stesse dello scavo sono dettate esclusivamente dalle esigenze del cantiere e gli aspetti ulteriori, legati alla tutela e alla valorizzazione, restano spesso in un limbo indefinito.
Si è compreso da tempo che l¿esclusivo `salvataggio¿ del bene archeologico, alienato dal proprio contesto e privato di quel procedimento interpretativo che ne consenta la decodifica è un¿operazione ingenua e dannosa, che produce ritagli incomprensibili, di fatto avulsi dal tessuto comunicativo della città .
Perché sia praticabile e sostenibile, la valorizzazione di un¿area deve potersi fondare su un progetto culturale condiviso che travalichi le singole competenze e le semplici evidenze e sia in grado di comunicare la propria essenza veicolando procedure scientifiche e valori storico-antropologici, ma pure ristabilendo un legame spazio-temporale con il contesto, nel rispetto delle istanze della contemporaneità. La ricerca, attraverso l¿analisi di una serie di casi significativi, intende riflettere sull¿attuale quadro normativo di riferimento e indagare sulle sue reali ricadute nei progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico romano, come pure dell¿edificato storico che frequentemente lo ricomprende.

ERC: 
SH5_8
SH5_6
SH6_3
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1958956
Innovatività: 

Come precedentemente accennato, la maggior parte degli studi attualmente disponibili sull¿argomento affrontano la questione da un punto di vista squisitamente archeologico, focalizzando quasi esclusivamente le questioni relative alla rinnovata visione della disciplina archeologica che le norme introducono e le modalità attraverso le quali indagare gli eventuali giacimenti esistenti, ivi compresi i sistemi informativi-cartografici che consentono la gestione integrata delle informazioni utili a stabile il cosiddetto `potenziale archeologico¿. Non esistono al momento studi specifici che affrontino la questione dal punto di vista specificamente conservativo, evidenziando come il mancato riconoscimento di quali siano effettivamente le finalità dell¿azione stessa di salvaguardia dei depositi archeologici e quale il loro valore, da parte di chi archeologo non è, rimane ancora il principale dei problemi.
Le inevitabili trasformazioni di territori e città in quanto `organismi viventi', come scriveva già nel 1953 Ranuccio Bianchi Bandinelli, appartengono da sempre alla nostra contemporaneità e dipendono dal necessario divenire di ciò che ci circonda; affinché però queste siano il frutto di scelte consapevoli, è importante che tutti gli attori, urbanisti, architetti e archeologi, condividano valori e finalità in relazione a ciò che si sta facendo, avendo parte attiva in tutti i livelli del processo.
Attualmente, al contrario, gli esiti delle procedure dell¿archeologia preventiva finiscono per lo più per risolversi nella rimozione di depositi con la più o meno integrale 'preservation by record', seguita dal rinterro di piccole strutture rimaste; più raro e problematico invece lo smontaggio e il rimontaggio, per le oggettive difficoltà di una ricomposizione sensata di quanto rimasto.
Il proponente si occupa da tempo, con continuità, delle più generiche questioni riguardanti la difficile tutela e valorizzazione dei resti archeologici in ambito urbano; oltre alle gà menzionate pubblicazioni si rammentano: M.G. Ercolino, Preservation in situ and urban stratigraphy. The Trajan¿s Forum in Rome, in H. Kars ¿ R. M. van Heeringen (eds), Preserving Archaeological Remains in situ, Institute for Geo and Bioarchaeology, Amsterdam 2008, pp. 233-244, M.G. Ercolino, Riflessione sui margini delle aree archeologiche urbane, in G. Biscontin, G. Driussi (a cura di), Conservazione e valorizzazione dei siti archeologici. Approcci scientifici e problemi di metodo, Edizioni Arcadia Ricerche, Marghera-Venezia 2013, pp. 87-98; M.G. Ercolino, Roma, archeologia e città, in Ricerche 2013-2018. Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell'Architettura, Gangemi Editore International, Roma 2018, pp. 105-106.
Per questo motivo, nella carenza di studi di riferimento generali che affrontino la questione dallo specifico punto di vista della conservazione, si ritiene che la presente ricerca possa fornire un utile contributo di conoscenza, in particolare sull'aspetto, precedentemente rammentato, dell'implementazione dei sistemi informativi archeologici con l'immissione di dati ulteriori che attengono alla natura, specifica, dei tessuti edilizi, alla loro formazione d'impianto e alla loro successiva trasformazione.

Codice Bando: 
1540140

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