Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_917426
Abstract: 

Dopo la fine della seconda guerra mondiale diversi Stati europei, inclusa l'Italia, con il supporto politico e strategico dei Ministeri degli Esteri e della Cooperazione allo sviluppo, si proiettano in tutto il bacino del mediterraneo (inteso secondo un'accezione allargata) a sostegno della modernizzazione e dello sviluppo sociale ed economico di diversi paesi (dal nord Africa all'Iran). Alcuni fra gli studi professionali d'architettura e ingegneria promettenti o di maggiore rilievo e prestigio aprirono sedi locali in quei Paesi per progettare Piani di sviluppo, architetture, infrastrutture. La maggior parte di queste iniziative furono in breve tempo affiancate o seguite da iniziative di imprenditoria privata.
Alcuni fra questi progetti sono stati oggetto di un interessante lavoro storiografico e divulgativo che ne illustra le origini e gli esiti.
Ma ad oggi, da quanto è stato possibile verificare, non è mai stata condotta una ricerca che tenti di "cartografare" complessivamente l'insieme degli interventi nei quali la competenza e la tradizione della cultura architettonica e urbana europea si è misurata con contesti geografici e culturali di confine.
Ricomporre il quadro di insieme e documentare questa articolata costellazione di eccellenze, di studi e di competenze progettuali europee all'estero significherà rievocare il passato rispetto al ruolo futuro che i paesi europei potrebbero svolgere per le prossime necessarie ricostruzioni nel vicino e nel medio Oriente e per i futuri interventi di cui le città africane necessiteranno a breve per affrontare il proprio futuro.
Soprattutto, risulterà molto utile evidenziare il ruolo (a volte perfino propulsivo) e l'articolazione degli attori politici, delle istituzioni internazionali, e delle aziende pubbliche e private che hanno costruito e costituito la rete di relazioni che ha consentito l'avviamento e l'attuazione di progetti d'architettura e di piani urbani e di sviluppo per oltre mezzo secolo.

ERC: 
SH1_3
SH2_5
SH2_9
Innovatività: 

Una lettura diversa

Uno dei principali aspetti innovativi della presente ricerca è quello di voler costruire in un quadro sinottico complessivo dell'attività di progettazione/costruzione degli architetti italiani all'estero, in particolare nel Mediterraneo e in Oriente. Solitamente le vicende progettuali e gli esiti costruiti di tali esperienze viene indagata nelle opere monografiche dei rispettivi autori ed entro un quadro concettuale ed interpretativo che vede gli autori delle opere aderire o meno a posizioni moderniste (razionalismo) o tradizionaliste (vernacolare), pur essendo documentato il quadro economico e politico in cui esse sono state realizzate.
La possibilità di leggere complessivamente (geografia e cronologia) il patrimonio di azioni svolte in più paesi da una cerchia ristretta di progettisti europei può offrire la possibilità di nuovi punti di vista storiografici e interpretativi, che superino alcune letture oramai insufficienti ad spiegare alcune vicende storiche ritenute esemplari per la sperimentazione morfologica, tipologica e del linguaggio architettonico.
La parte più nota e documentata della vicenda che si intende indagare, lunga mezzo secolo, è quella degli anni '50-'70, in particolare quella più prossima alle vicende del CIAM del 1947 (CIAM6 Cities Reimagined, tenuto a Bridgewater UK) nel quale Candilis, Josic, Woods ebbero un ruolo importante.
Su questo periodo è importante la mostra organizzata da Maristella Casciato e Tom Avermaete presentata al Canadian Centre for Architecture a Montréal (Canada) "Casablanca Chandigardth" che evidenzia "How architects, experts, politicians, international agencies and citizens negotiate modern planning: Casablanca Chandigarh [...] With this gathering of delegates the centre of CIAM had shifted with the migration of its members from Germany and Spain to Britain and America. The map of CIAM's influence was expanding to India, Sri Lanka, Africa, Cuba and South America while it was shrinking in Russia and Eastern Europe with the approaching Cold War. By 1947 more women had a role to play as do young members just starting to practice. T". (http://www.ciam6.co.uk/)
Oppure, ad esempio, i saggi di Alberto Ferlenga, 'Fernand Pouilllon: Le pietre di Algeri' in Casabella 66, no. 706/707, 2002/03, pp. 49/51; e di Jean­Lucien Bonillo, 'Fernand Pouillon in Algier', in Bauwelt 94, no. 26, 2003, pp. 50/59.
Le vicende e i protagonisti fra gli anni '70-'90 sono documentate meno sistematicamente. Un contributo importante è il catalogo della Mostra Biennale di Venezia del 1982 "Architettura nei paesi islamici: seconda mostra internazionale di architettura" a cura di P. Portoghesi

Il ruolo della diplomazia internazionale e della cooperazione allo sviluppo

Un secondo aspetto rilevante e innovativo deriverebbe dal confronto fra il punto di vista dell'architettura e quello del ruolo della diplomazia internazionale e della cooperazione allo sviluppo. Quindi, dal confronto fra aspetti relativi alla costruzione dell'identità nazionale e/o istituzionale realizzate dall'architettura e le relazioni economiche, istituzionali e politiche. Dai confronti avviati già con alcuni studiosi sembrerebbe fondamentale considerare l'archivio del Ministero degli Esteri, ancorché vastissimo. Tuttavia, uno degli aspetti che si intende dimostrare è quando l'interazione fra iniziativa pubblica e privata sia stata in grado anche in Italia di sollecitare fruttuosamente occasioni professionali e progetti di qualità (Mariana Mazzucato, The Entrepreneurial State: debunking public vs. private sector myths, Anthem 2013; Elisabetta Bini, 'Selling Gasoline with a Smile: Gas Station Attendants between the United States, Italy and the Third World, 1955-1970', International Labor and Working-Class History, vol. 81, n.1, 2012, pp. 69-93) .

In sostanza, la ricerca proposta, costruirà (aggiornandolo) un quadro complessivo inedito e proporrà una lettura originale rispetto alla letteratura già pubblicata in Architettura su questi temi. La ricerca, inoltre, tenterà una prima ricognizione attorno al ruolo delle reti diplomatiche, aziendali, istituzionali nei paesi oggetto di studio, che hanno sostenuto e appoggiato professionisti e aziende europee (ed Italiane) nel Mediterraneo e in Oriente per oltre cinquant'anni.
Si tratta di una modalità operativa che sembra essere quasi del tutto dissolta negli ultimi vent'anni, certamente perché i paesi in questione sono profondamente cambiati politicamente e non c'è più la stabilità politica e istituzionale, presente nell'immediata fase postcoloniale e postbellica. Ma che occorrerebbe riconsiderare rispetto alle possibili opportunità future (breve e lungo periodo) di ricostruzione e nuova costruzione che potrebbero venire dal Medioriente e dall'Africa. E considerando la grave crisi del mercato professionale dell'architettura europea (ed in particolare italiana) degli ultimi vent'anni.

Codice Bando: 
917426

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