Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2165050
Anno: 
2020
Abstract: 

La cultura cristiana dai primi secoli si pose il problema dell¿interpretazione dei testi biblici ricchi di riferimenti allegorici e simbolici che contribuirono a determinare la storia delle arti visive in Occidente. Dal XVI secolo alla contestazione dell¿autorità della Chiesa cattolica da parte della Riforma segue il principio della sola Scriptura, cioè dell¿affermazione del criterio ermeneutico dei testi sacri come autentico e unico documento della rivelazione. Il carattere e le vicende delle arti visive tra il `500 e il `600, sono quindi caratterizzate dall¿intensa disputa sul valore e sulla rappresentazione di ogni simulacro del divino. L¿interpretazione figurale controriformista è invece aderente alle historie ecclesiastiche, e rigidamente regolata dal Paleotti con il Discorso intorno alle immagini sacre e profane (1582). Le personificazioni allegoriche di concetti astratti, come quelle dell¿Iconologia di Francesco Ripa (1593), non servono a evocare ¿astrattamente¿ le verità della fede, quanto ad orientare e persuadere l¿uomo posto al centro degli studia humanitatis come ambito ermeneutico di riferimento per l¿arte sacra tra il XVI e il XVIII secolo. L¿architetto Francesco Borromini, a tal riguardo assume una posizione netta: l¿adozione dei simboli come parte integrante della sua architettura. Una unità inseparabile in cui gli aspetti strutturali e plastici, come quelli decorativi, contribuiscono a formare «entità assolute», dove la genesi iconica ne rappresenta la radice. Nelle opere di architettura sacra Borromini mette in mostra un repertorio simbolico a cui corrisponde una vasta conoscenza ermeneutica dell¿iconologia e della teologia cristiana. Questa ricerca intende indagare le fonti artistiche, letterarie, iconologiche e teologiche a cui egli si rivolge e che costituiscono il suo dizionario simbolico.

ERC: 
SH5_6
SH3_10
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2769050
sb_cp_es_395902
Innovatività: 

L'innovatività della ricerca è possibile definirla considerando il tema stesso della ricerca. Sulla persone e l¿opera di Francesco Borromini sono state pubblicate centinaia di volumi e saggi, tuttavia è ancora irrisolto il tema del simbolismo borrominiano, unanimemente riconosciuto come fondante la sua opera. Dal XVII secolo, con la pubblicazione dell¿Opera del Caval. Francesco Boromino cavata da suoi originali del 1720, Sebastiano Giannini presenta una pianta della chiesa di Sant¿Ivo con uno schema con due triangoli equilateri, interpretata come matrice iconologica della chiesa. L¿interpretazione settecentesca, considerando «arcana» la sua natura simbolica, ha consolidato nel tempo la convinzione che trattasi della base esegetica della Sapienza. A questa interpretazione non corrisponde una lettura simbolica dell¿architettura e dello spazio. Successivamente con la lettura di San Carlo alle Quattro Fontane dei Trinitari Scalzi di Schmarsow del 1879 si avviano gli studi critici sull¿opera del maestro ticinese, mentre si deve all¿Hempel (1924-1925) ) una valutazione dell¿arte borrominiana, della sua personalità, e in particolare del «profondo sentimento religioso» e dell¿espressività simbolica che a questo si lega. Da allora si sono sviluppati approcci metodologici ed una molteplicità di interpretazioni che sembrano essersi costituiti nel tempo come un topos della critica.
Sarà Sedlmayr a tentare un approccio critico a tutto tondo, indagando la personalità e la posizione culturale di Borromini nei confronti della tradizione controriformistica, mentre nel grande convegno internazionale del 1967 tenuto a Roma che segna l¿avvio su grande scala degli studi borrominiani, tra la ricca serie di spunti e linee di ricerca pubblicati negli Studi sul Borromini, Eugenio Battisti affermava che l¿esegesi del significato simbolico avrebbe rappresentato la via più frequentata dell¿opera e della personalità del maestro. Da allora gradi studiosi come Paolo Portoghesi, Joseph Connors (Harvard University, Cambridge (MA), Werner Oechslin, Augusto Roca De Amicis,si sono occupati dell¿opera di Borromini, non avanzando sul piano dell¿interpretazione simbolica.
Nel recente Convegno internazionale ¿Francesco Borromini (1599-1667) recentemente tenuto a Roma presso l¿Accademia di San Luca e i Musei Vaticani, questo peculiare aspetto della formatività borrominiana è stato affrontato dal sottoscritto, raccogliendo molto interesse e plauso dalla comunità degli studiosi anche a livello internazionale. L¿approfondimento del tema, si caratterizzerebbe come particolarmente innovativo stante l¿arenarsi negli ultimi anni degli studi sul tema della ricerca. Innovazione riscontrabile anche nella metodologia dell¿analisi critica, che non intende rivolgersi, come già fatto da molti e importanti studiosi, sulle fonti iconografiche passando in rassegna trattati di emblematica, dizionari iconografici e album di incisioni, ovvero quelle fonti di interpretazione figurale controriformista quanto più possibile aderenti alle historie ecclesiastiche, rigidamente regolata dal Paleotti nel Discorso intorno alle immagini sacre e profane (1582), dal Gilio e dal Molano, e successivamente dalla Iconologia overo Descrittione Dell'imagini Universali cavate dall'Antichità et da altri luoghi di Cesare Ripa (1593). I risultati attesi della ricerca presentata, se colti anche solo in parte, costituirebbe pertanto un decisivo passo in avanti nella letteratura critica sul maestro di Bissone e degli studi sulla storia dell¿arte del Seicento

Codice Bando: 
2165050

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