Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2224115
Anno: 
2020
Abstract: 

La crisi generata dalla pandemia di covid 19 ha acceso un rinnovato interesse nei confronti delle aree interne del Paese, quei territori definiti rispetto alla loro significativa distanza dai centri di offerta di servizi essenziali, che coprono quasi il 60% del territorio nazionale, soggetti a importanti processi di spopolamento ma ricchi di fondamentali risorse ambientali e culturali. In un momento in cui le politiche di lockdown mettono a dura prova l'attrattività della città densa, il capitale ambientale di questi territori finisce con l'alimentare nuovi immaginari di fuga dagli universi metropolitani.
Allo stesso tempo la pandemia impone alle aree interne un serio ripensamento dei propri modelli di sviluppo. Quella monocultura turistica, finora percepita come unico possibile orizzonte di rilancio per territori caratterizzati da una strutturale debolezza economica, ha mostrato, in questo presente, tutta la sua allarmante fragilità.
All'interno di questa cornice, appare dunque quanto mai necessario capire in che modo costruire delle valide e solide alternative di sviluppo territoriale capaci di restituire un futuro possibile alle aree interne, lontano da modelli estrattivi di tipo turistico. Le pratiche artistiche e culturali sembrano poter svolgere un ruolo in questa direzione, nel momento in cui sono potenzialmente capaci di: nutrire capacità immaginativa e progettuale; lavorare sull'individuazione di vocazioni territoriali endogene in antitesi alla monocultura turistica; elaborare strategie di community building all'interno di territori semi-abbandonati; attivare reti territoriali e di interlocuzione con i soggetti istituzionali.
La presente ricerca si pone dunque l'obiettivo di indagare le potenzialità di tali pratiche nel ripensare lo sviluppo delle aree interne, alla luce delle importanti riconfigurazioni socio-economiche che la pandemia sta imponendo.

ERC: 
SH2_9
SH2_10
SH2_11
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2826614
sb_cp_is_2818949
sb_cp_es_383392
Innovatività: 

Nel dibattito urbanistico le aree interne sono state ultimamente indicate come opportunità, piuttosto che come residui: territori che, svuotati dalle loro funzioni tradizionali, diventano spazi dove nuovi cittadini, giovani e migranti espulsi dal mercato del lavoro o dell¿alloggio si installano per sperimentare economie e modi di fare società inediti. Territori strategici, quindi, che si osservano come laboratori di sperimentazioni e di intenso ripensamento nella direzione di modelli di sviluppo innovativi e compatibili.
Tale carattere è anche uno dei motivi per cui le aree interne si ritrovano a vivere un protagonismo inedito e dilagante nel dibattito scatenatosi sul ripensamento dei nostri spazi di vita post-pandemia, soprattutto in antitesi ai modelli di sviluppo più caratteristici delle aree urbane, messi a nudo nella loro fragilità. L'analisi e la sistematizzazione del dibattito stesso è uno dei primi aspetti innovativi della ricerca, che prova a ricostruire la produzione discorsiva emersa sul tema, i suoi attori e la sua risonanza.
Tale protagonismo, però, comporta il rischio di interpretazioni e proposte progettuali pericolosamente superficiali: si tratta di territori che soffrono già troppo spesso di una visione fortemente semplificatoria che sempre più prende piede negli ambiti urbani e rurali italiani, visione che tende ad appiattire le plurime identità territoriali in una rappresentazione univoca, facilmente brandizzabile ma pericolosamente riduzionista. Nelle loro peggiore interpretazioni tali rappresentazioni sembrano sottintendere una riconfigurazione delle aree interne secondo un modello estrattivista (Gago e Mezzadra 2015) che pare lasciar spazio solo ad una fruizione del territorio in chiave di mero turismo stagionale. Il pericolo è quello di una cristallizzazione del paesaggio: un processo che rischia di trasformare i territori in musei (Palumbo 2006; AlSayyad 2013; Attili 2016, 2018). Con la crisi conseguita alla pandemia e al relativo lockdown, però, si è passati da una crescita esponenziale dei flussi ad un loro arresto improvviso, mettendo a nudo la fallibilità dell¿uso turistico del territorio come unico orizzonte progettuale per lo sviluppo territoriale.

Contemporaneamente, le attività connesse all¿ambito culturale sono state riconosciute come pioniere per l'attivazione di forme di innovazione sociale, o per la generazione di circuiti economici sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale, così come sempre più chiaro appare, soprattutto a livello internazionale, il ruolo essenziale di tali attività come freno alla turistificazione (The role of culture in non-urban areas of the European Union, 2020). Lavorando sulle rappresentazioni, inoltre, alimentano modi altri di percezione e immaginazione degli spazi vissuti, proponendosi dunque come nuovi dispositivi di conoscenza soprattutto contribuendo all¿elaborazione di visioni di futuri possibili.

Il passaggio urgente e innovativo è quello che vede una lettura inedita delle pratiche artistiche e culturali nelle aree marginali, eleggendo il preciso punto di osservazione delle discipline che si occupano della pianificazione. La ricerca sceglie di rintracciare il potenziale trasformativo di tali pratiche, interrogandole come modalità di ripensamento di modelli per lo sviluppo locale. L'obiettivo è, per un lato, raccogliere le peculiarità che caratterizzano le pratiche analizzate dalla ricerca; per l'altro, contribuire al loro riconoscimento come forme legittime di intervento sul territorio, auspicandone un'integrazione nella cassetta degli attrezzi di progettisti e pianificatori. Attenzionare alcune pratiche tradizionalmente estromesse dalla sfera delle policies, e individuare le modalità per adottarle a pieno titolo come complementari alla pianificazione rappresenta un orizzonte possibile e necessario per un significativo avanzamento dal punto di vista delle tecniche di policy making e per fornire argine ad un processo di stravolgimento del territorio interno che rischia, in attesa dei tempi sempre troppo lunghi della pianificazione top-down, di vedere snaturate e stravolte in poco tempo ed in maniera irreversibile le sue più importanti risorse, primo fra tutti l'ingente ma fragilissimo capitale ambientale.

Altro aspetto innovativo è relativo alla diffusione dei risultati della ricerca; questo intende rivolgersi "verso l'alto", veicolando suggerimenti operativi a chi si occupa di pianificazione e sviluppo territoriale di queste aree, e "verso il basso", proponendo strumenti che possano essere da stimolo per il dibattito e la crescita delle realtà che già operano sui territori in questa direzione. Nella pratica questo comporterà, oltre alla pubblicazione dei risultati nelle forme più tradizionali della ricerca scientifica, anche la loro restituzione con una serie di incontri organizzati nei luoghi indagati dalla ricerca, promuovendo la costruzione di un dibattito che emerga dagli stessi territori stessi che investe.

Codice Bando: 
2224115

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