Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1978376
Anno: 
2020
Abstract: 

Il progetto, convinto della centralità del ruolo del perduto per la conoscenza del patrimonio monumentale, si pone come obiettivo il recupero, attraverso la disamina delle fonti testuali, delle pitture e delle immagini, oggi non più esistenti, che decoravano un tempo gli spazi dei complessi ecclesiastici o residenzali romani nell'alto Medioevo. Gli studi finora condotti si sono concentrati esclusivamente sul recupero di tale patrimonio attraverso le fonti visive, disegni e incisioni che hanno "copiato" mosaici e pitture. Preziosissime ma niente affatto esaustive, a queste ultime è oramai necessario affiancare, per un avanzamento delle ricerche e la risoluzione di questioni nodali, l'analisi delle molte testimonianze pittoriche documentate solo dai testi scritti. Per tale ragione, si procederà a uno spoglio puntuale delle fonti testuali e della letteratura, erudita e scientifica, dal Medioevo fino al principio del Novecento, con lo scopo di individuare notizie su mosaici, dipinti, cicli pittorici un tempo esistenti negli edifici altomedievali di Roma e attualmente perduti. L'immagine sarà analizzata non solo all'interno della propria spazialità di riferimento ma relazionata ai processi mentali e sociali che sono alla base della sua produzione, sottoponendo ad analisi lo stile e il significato ma, allo stesso tempo, la funzione cultuale-liturgica, il contesto in cui si articola la sua interpretazione, la ricezione di essa fino ad arrivare al fruitore. Inoltre, la ricerca mira a inserire a pieno titolo la Sapienza nel progetto "Rome aux siècles. Les lumières de la communication visuelle", sostenuto dalla Swiss National Science Foundation e di cui Manuela Gianandrea è uno dei membri, con l'apporto di un finanziamento specifico relativo a un aspetto nodale degli studi sulla pittura romana. La collaborazione permetterebbe poi di coinvolgere laureandi e dottorandi in Storia dell'arte nella realizzazione della schedatura dei materiali e in un sistema di stage o di borse.

ERC: 
SH5_6
SH6_6
SH5_8
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2489223
sb_cp_is_2488841
sb_cp_is_2488846
sb_cp_es_362182
sb_cp_es_362183
sb_cp_es_362184
Innovatività: 

La scelta del tema di studio - la riscoperta della pittura altomedievale romana perduta attraverso le fonti testuali - costituisce già di per sé un elemento di novità, non essendo mai stata condotta una ricerca su questa fondamentale pagina della storia dell'arte medievale di Roma. Ciò consentirà, nell'immediato, un primo avanzamento rispetto alle conoscenze attuali grazie all'aggiunta al corpus esistente di numerose opere rimaste finora sconosciute e la conseguente restituzione di un quadro più organico e completo del fenomeno pittorico. Ad essere oggetto di ricerca non saranno, tuttavia, solo le decorazioni absidali o i cicli pittorici delle chiese o degli edifici residenziali ma anche, da una parte, le immagini sacre e le icone poste a profusione sugli altari secondari, negli oratori, sulle pergulae o sugli accessi ad ambienti strategici e, dall'altra, le pitture che ornavano la moltitudine di tessuti destinati agli altari o agli intercolumni delle chiese, materiali, questi, che sono rimasti ingiustamente a margine degli studi e che appaiono, invece, oramai nodali nelle dinamiche dello spazio sacro altomedievale. Proprio il ruolo centrale riconosciuto a questo concetto - lo spazio sacro o urbano - costituirà un potenziale innovativo di questa ricerca. Superando il modello esclusivamente stilistico propugnato dalla "Pittura romana del Medioevo" di Guglielmo Matthiae (e ovviamente dal suo Aggiornamento) o l'approccio classificatorio e catalogativo secondo un asse cronologico del "Corpus della pittura medievale a Roma" (che - lo ricordo - non è stato comunque mai pubblicato per i secoli altomedievali), il nostro progetto ambisce a inserire le testimonianze pittoriche recuperate dalle fonti non solo all'interno di un organico tessuto culturale - in termini di storia nell'arte - ma anche spaziale. Questo significa, innanzitutto, che si ci interrogherà su cosa le decorazione pittoriche riscoperte possano dirci riguardo alla funzione specifica dell'ambiente che ornavano, alla committenza e al suo pubblico oppure su come abbiano agito tali manufatti nella creazione e definizione di uno spazio sacro o civile, invertendo, dunque, un paradigma radicato negli studi sulla pittura, figlio dell'attenzione speciale riservata alle immagini figurative, che ha finito, però, per generare una iper-concentrazione sull'opera stessa in una sorta di isolamento aureo, non semplicemente dal contesto come contenitore architettonico ma dallo spazio quale elemento dialogante e plasmato. Sfruttando al meglio le istanze di quella Iconic Turn, che negli ultimi decenni ha interessato anche gli studi storico-artistici, l'immagine pittorica sarà calata non solo all'interno del proprio contesto spaziale di riferimento ma relazionata ai processi mentali e sociali che sono alla base della sua produzione e divulgazione, ponendo quale oggetto di analisi certamente lo stile e il significato ma, allo stesso tempo, la funzione cultuale-rituale-liturgica, il contesto in cui si articola la sua interpretazione, la ricezione di essa fino ad arrivare al soggetto fruitore. In un innovativo approccio all'immagine pittorica, essa verrà liberata dal vincolo esclusivo con l'arte intesa come campo a se stante e letta ora in termini di Agency - per dirla con il concetto elaborato dall'antropologo britannico Alfred Gell -, ossia della facoltà posseduta da determinati manufatti artistici di esercitare condizionamenti in chi li fruisce, insistendo pertanto sullo scambio tra opera/immagine e spettatore. Va da sé come, da una parte, la restituzione di un quadro delle testimonianze pittoriche altomedievali romane il più completo possibile e, dall'altra, un approccio innovativo all'immagine in sé consentiranno anche nuove riflessioni su alcune questioni critiche nodali ancora sub judice, quali, ad esempio, il ruolo effettivo della "presenza straniera" - bizantina o franca - a Roma nelle dinamiche stilistiche, iconografiche e cultuali legate alle immagini oppure il problema della ricomparsa della tecnica musica al principio dell'800, dopo un secolo di apparente assenza nelle botteghe (e per questo aspetto un'iniziale analisi dei testi ha già permesso il recupero di notizie relative a mosaici scomparsi dell'VIII secolo) o, ancora, il "vuoto" di opere del X secolo.

Codice Bando: 
1978376

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