Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1450166
Anno: 
2019
Abstract: 

Solo da una quindicina di anni la storiografia medica si occupa dello statuto dell'infanzia nell'antichità, iniziando a fornire, anche grazie all'approccio paleopatologico, informazioni utili a chiarire la realtà degli stili di vita, di alimentazione, delle condizioni di salute e malattia e delle attività lavorative dei bambini e degli adolescenti. Tuttavia, salvo isolate eccezioni, i dati provenienti dalla ricerca biomedica hanno stentato a trovare collocazione adeguata in una contestualizzazione storico-culturale fondata sui dati messi a disposizione dall'epigrafia, dalla ricerca archeologica e dalla storia della mentalità, delle religioni e del diritto. Il risultato di questa fallita interazione è visibile nella disponibilità di dati che vanno faticosamente rintracciati in ambiti culturali diversi. La nostra proposta è quella di analizzare un contesto di eccezionale rilevanza, la Roma di età imperiale: grazie a un protocollo di intesa tra Sapienza e Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, possiamo contare sulla disponibilità di dati provenienti dallo studio di circa 1000 individui di età compresa tra 0 e 19 anni, i cui resti provengono da sei sepolcreti del suburbio romano. Questi individui possono fornire notizie molto significative sulla nutrizione infantile, sulla patocenosi e sulle condizioni di vita e lavoro di bambini di età imperiale. In particolare, scopo del progetto vuole essere quello di chiarire, attraverso una metodologia di ricerca inter e transdiciplinare, se e in che misura l'infanzia in antico - già condizionata da numerosi fattori di criticità biologica - fosse anche coinvolta in attività lavorative e di quale tipo esse fossero. I dati saranno analizzati in un¿ottica cronologica e storico-sociale troppo a lungo ignorata, grazie a un intreccio di competenze in grado di lavorare su fonti diverse.

ERC: 
SH6_14
SH3_9
LS7_9
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1806445
sb_cp_is_1822256
sb_cp_is_1951023
sb_cp_is_1806810
sb_cp_is_1809112
sb_cp_is_1914846
sb_cp_is_1859482
sb_cp_is_1811080
sb_cp_is_1937699
sb_cp_es_252176
sb_cp_es_252177
sb_cp_es_252175
sb_cp_es_252178
sb_cp_es_252179
sb_cp_es_252180
sb_cp_es_252181
sb_cp_es_252182
Innovatività: 

Gli articoli o le relazioni di scavo sui complessi funerari del territorio di Roma non comprendevano quasi mai informazioni sui resti scheletrici umani, nonostante questi rappresentino l'elemento più importante della sepoltura, in quanto tutto il rituale funerario era organizzato in funzione del defunto: non si deponeva il vaso e/o la lucerna, ma il defunto con il vaso e/o la lucerna (Duday, 2005). Pochi sono gli studi biologici realizzati sulla popolazione infantile romana: quelli disponibili sono stati condotti su campioni di popolazione limitati, al massimo costituiti da un centinaio di individui, come nel caso delle popolazioni infantili di Ercolano, Aventicum, Lugnano in Teverina e Poggio Gramignano. La collaborazione con la Soprintendenza, che dispone di circa un migliaio di individui di età ricompresa tra 0 e 19 anni e dei relativi dati parziali di studio e classificazione antropologica, ci permette di lavorare su un campione unico al mondo per numerosità e coerenza cronologica (I-III sec. d.C.). Disponiamo di dati antropologici e archeologici relativi a infanti e adolescenti provenienti da sei siti del suburbio romano di epoca imperiale, dei quali almeno tre specificamente relazionabili con contesti lavorativi (la necropoli di Castel Malnome, connessa alle saline di Ostia; la necropoli di Casalbertone, connessa all'attività lavorativa di una fullonica; la necropoli di Lucrezia Romana, connessa a attività lavorative di tipo agricolo). 498 individui provengono dalla necropoli Collatina, tra Via della Serenissima e Via Basiliano; 87 dal sito di Quarto Cappello del Prete, lungo la Via Prenestina Polense;121 dal complesso funerario di Casal Bertone, tra le Vie Tiburtina a Nord e Prenestina a Sud; 334 dagli insiemi funerari limitrofi di Osteria del Curato e di Via Lucrezia Romana, lungo la Via Tuscolana, in prossimità della monumentale Villa dei Settebassi; 41 dalla necropoli di Castel Malnome, a Sud-Ovest, non lontano dalla Via Portuense e da Ostia Antica.
Gli studi finora realizzati, inoltre, sono stati caratterizzati da scarsa interattività tra competenze scientifiche e umanistiche. Crediamo che incrociare i dati già parzialmente disponibili nella ricerca storico-medica, antropologica, nella storia delle religioni e delle ritualità di sepoltura infantile, nella storia del diritto romano possa servire, oltre che a interpretare condizioni fisiopatologiche specifiche, a contestualizzare i dati scientifici nel loro retroterra storico-culturale in maniera appropriata. Risultati apprezzabili sono raggiungibili solo attraverso un'indagine multidisciplinare che integri tra loro i dati antropologici, archeologici, storici e paleopatologici, considerata anche l'estrema complessità della struttura sociale di Roma imperiale, la più grande città del mondo antico, che superò nel II secolo il milione di abitanti.
Inoltre, punto di forza è la disponibilità di un campione di controllo proveniente da un contesto 'altro' sia cronologicamente che socialmente; la città medievale di Cencelle, in cui la disponibilità delle fonti attesta un'economia di sussistenza prevalentemente agricola, caratterizzata da un discreto livello di benessere sociale, che permetteva, per esempio, alle donne di non essere impiegate in contesti di lavoro fisicamente impegnativi. Confrontare i dati provenienti dall'analisi di scheletri infantili romani di epoca imperiale con quelli delle sepolture della città di Cencelle consentirà di chiarire il cambiamento di patocenosi nel passaggio dalla fine del Mondo antico al Medioevo. La rilettura del dato antropologico da parte di un'equipe composta da pediatri, medici del lavoro e antropologi molecolari consentirà di superare problemi di determinazione del sesso (ancient DNA, Mannucci et al., 1994); di individuare patologie specifiche correlabili a esiti di lavoro infantile e giovanile duro e protratto; di ovviare al problema della scarsa mineralizzazione delle ossa infantili, più fragili e particolarmente soggette ai fenomeni diagenetici, aggravati dall'elevato grado di acidità del terreno romano attraverso l'estensione agli scheletri infantili, quando possibile, delle più moderne tecniche diagnostiche, applicate di norma in ambito medico sul vivente. La possibilità di definire la durata della vita su base molecolare permetterà inoltre di definire meglio le coordinate socio-culturali in cui collocare il lavoro dei bambini e degli adolescenti.

Codice Bando: 
1450166

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