Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1421862
Anno: 
2019
Abstract: 

È noto che, nel momento del passaggio dalle fasi arcaiche dei vari rami della famiglia indoeuropea alle lingue dette generalmente "medie", si assiste a una radicale ristrutturazione dei rispettivi sistemi morfologici. Questo è particolarmente visibile nella morfologia nominale (sostantivale, aggettivale e pronominale). Il presente progetto si prefigge lo scopo di analizzare le principali direttrici diacroniche che questi sviluppi morfologici hanno seguito nei singoli sottogruppi della famiglia indoeuropea. Saranno presi in considerazione anche confronti tipologici extra-indoeuropei, al fine di inquadrare i fenomeni in esame entro una cornice tipologica più ampia, che funga da spiegazione funzionale dei fatti evolutivi in esame. In particolare, saranno analizzati i seguenti fenomeni.

1. La ristrutturazione della marcatura delle dipendenze nominali, dal tipo verbo-centrico (verbi stativi che esprimono le qualità) al tipo sostantivo-centrico (la consistenza del sintagma nominale viene marcata tramite procedimenti morfologici espressamente dedicati, come le desinenze aggettivali o l'ezafet).

2. L'evoluzione della derivazione nominale: si studieranno le funzioni grammaticali e la graduale perdita di semanticità dei suffissi indoeuropei in *-ko- nelle lingue storiche.

3. Il paradigma flessione dei pronomi greci dal punto di vista dell'evoluzione dall'indoeuropeo ricostruito al greco, dello sviluppo delle diverse forme nei dialetti greci e del loro uso nella produzione letteraria (in Omero e nella tragedia).

4. Verrà analizzata la ristrutturazione del sistema dei generi, dal sistema a tre generi attestato nelle lingue indoeuropee arcaiche al sistema a due generi inerenti vs. tre generi sintattici in tocario e cotanese.

5. Verranno esaminate testimonianze grammaticali autoctone come fonti di informazioni linguistiche, con particolare riguardo alla teoria indiana dei casi nominali e il suo influsso sulle grammatiche cinese e giapponese, tipologicamente assai distanti.

ERC: 
SH5_3
SH4_10
SH4_9
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1771429
sb_cp_is_1771465
sb_cp_is_1771576
sb_cp_is_1773563
Innovatività: 

Le premesse teoriche innovative, nonché i metodi di indagine scelti, permetteranno di rinnovare, anche in modo radicale, il quadro dell'evoluzione della morfologia nominale nell'epoca di passaggio tra la fase arcaica e la fase media delle lingue indoeuropee. In particolare, ci si aspetta di portare un contributo originale nelle seguenti aree tematiche.

LA DIACRONIA DEI SUFFISSI IN VELARE, DALLA PROTOLINGUA ALLE VARIETÀ MEDIOIRANICHE
Il suffisso MP -ag, risultante dalla rianalisi del suffisso ir. ant. *-ka-, viene tradizionalmente descritto come marca per derivare aggettivi denominali (e.g. stahm 'forza' > stahmag 'forte, oppressivo'; cf. MacKenzie 1971: 5). Si propone di rivedere criticamente tale visione. L'enorme frequenza di -ag in MP, diffusosi per contrastare l'erosione fonologica di fine parola, ha comportato la progressiva cancellazione della sua funzione derivazionale, nonché delle sue connotazioni semantiche: in gran parte dei casi in cui anche la base è attestata, il derivato in -ag non modifica né la semantica, né la classe di appartenenza della base (cf. ast 'osso' vs. astag 'osso').

LA "DECLINAZIONE AGGETTIVALE FORTE" FUORI DAL DOMINIO GERMANICO
È stata più volte osservata la somiglianza strutturale e diacronica tra il pronome relativo usato come articolo in iranico e il morfema aggettivale balto-slavo, e di quest'ultimo con la declinazione forte germanica (cf. Benveniste 1966). La proposta è di estendere il modello interpretativo "testa+tema nominale+modificatore" anche ad altre lingue IE di seconda generazione, sia come deriva diacronica comune, sia come parallelo tipologico. In particolare, strutture simili alla declinazione forte (con un'unica desinenza "lunga" per sintagma nominale) vengono ipotizzate per la declinazione aggettivale cotanese (desinenze con l'allargamento in nasale: -äñe, -äña, -äna, -anu), e, in misura minore, nei pracriti (desinenze "lunghe" di origine pronominale, ablativo -ahma e locativo -ahmi).

IL SISTEMA A TRE GENERI CON NEUTRO "ALTERNANTE" IN TOCARIO E COTANESE
Mentre la visione classica del sistema dei generi in tocario presenta il terzo genere come una specie di "ibrido", che, appunto, alterna tra la forma maschile al singolare e quella femminile al plurale, nel presente approccio, coerentemente con la distinzione tra genere inerente e genere target, nonché con la nozione di classe di accordo, si dimostrerà che il terzo genere tocario è una classe a pieno titolo (simili conclusioni sono attese anche per il cotanese, almeno per la sua fase antica).

NOZIONE DI CASO NOMINALE E RUOLO SEMANTICO NELLA PERCEZIONE DEI GRAMMATICI ANTICHI
Tali nozioni sono state brillantemente distinte nella grammatica di Panini. È però interessante osservare l'evoluzione concettuale di queste categorie nelle grammatiche tarde, in particolare quelle buddiste. Inoltre, per la prima volta nella storia degli studi, si metterà in luce come queste categorie siano state interpretate ed elaborate prima dai grammatici cinesi (parlanti una lingua tipologicamente assai distante), e da questi passate ai dotti giapponesi antichi (e in parte moderni) che, nonostante la lunga trafila, conservano ancora tracce dirette del pensiero indiano buddista.

INNOVAZIONI NELLE FORME PRONOMINALI NON FORMULARI IN GRECO OMERICO
L'analisi dei pronomi greci sia in diacronia indoeuropea che negli esiti dialettali, specie nei contesti letterari, apre prospettive di ricerca innovative. Accanto a forme pronominali che, pur se scarsamente considerate, sono pienamente compatibili con la teoria canonica delle fasi omeriche, sembra che diversi altri pronomi siano difficilmente spiegabili all'interno di tale teoria. Per es. teïn, teoîo, hamós ecc. hanno paralleli solo in dialetti dorici e in beotico, ricorrono in versi che spesso sembrano recenti e non sono formulari. Pertanto, si suggerisce di valutare se le forme citate (più altre forme analogamente caratterizzate quali heé, heoî, heu, hémin, hêmas, sfas) siano delle creazioni artificiali secondarie o, piuttosto, delle forme pronominali tarde inserite in una dizione già quasi fissata sotto l'influenza dell'Attica, Eubea, Beozia e il mondo dorico. Questa prospettiva è del tutto nuova per l'Eubea e la Beozia e quasi inesplorata per quanto riguarda l'Attica e il mondo dorico; se perseguita, consentirebbe di raggiungere una maggiore comprensione della storia della formazione del dettato epico nelle fasi finali nonché di rappresentare con maggior correttezza il panorama storico del mondo greco delle cosiddette "Dark-Ages".

I risultati della ricerca saranno discussi pubblicamente in occasione di un convegno internazionale, aperto quindi ai contributi di specialisti anche al di fuori del gruppo di ricerca, da tenersi nell'estate del 2021. Gli atti di tale convegno daranno poi luogo a un volume miscellaneo da pubblicare in sede dotata di peer review, nonché "open access", secondo i principî guida dell'Unione Europea, che promuove il libero accesso ai prodotti della ricerca.

Codice Bando: 
1421862

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