Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_907108
Abstract: 

Il nostro progetto mira alla pubblicazione e all'analisi filologica, linguistica e storica di un corpus di manoscritti di Jean-François Champollion (1790-1832), il padre dell'egittologia e il decifratore della stele di Rosetta. Il corpus, tuttora inedito, è conservato presso la Biblioteca Comunale di Faenza e presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Una prima catalogazione del fondo conservato a Faenza permette di individuare 228 carte attribuibili sicuramente a Champollion, oltre a 75 fogli di dubbia assegnazione (forse redatti dal suo allievo Francesco Salvolini). Il fondo conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi si compone di 5 manoscritti, che ammontano a varie centinaia di fogli. Entrambe le raccolte di documenti contengono numerosissime note manoscritte di Champollion e trattano di argomenti filologici, glottologici e archeologici connessi a una grande quantità di lingue orientali antiche, indoeuropee, semitiche e dell'estremo oriente, nonché una serie di lingue antiche e moderne poco conosciute all'epoca e considerate quindi più o meno «esotiche».
Questi documenti, la cui analisi richiede competenze linguistiche, filologiche e paleografiche in numerose campi della linguistica storica e della filologia, promettono di rivelare grandi sorprese, sia riguardo alla biografia scientifica di Champollion, sia riguardo alla storia delle discipline orientalistiche e glottologiche, sia infine alle lingue orientali stesse.
Il presente gruppo di ricerca si pone come scopo la revisione, l'attribuzione e il censimento dei manoscritti; la pubblicazione delle note di Champollion; il commento linguistico e storiografico alle sue note; il recupero di eventuali informazioni nuove sulle lingue oggetto di interesse di Champollion. Ogni ambito linguistico sarà affidato a uno specialista specifico. Il risultato atteso è la pubblicazione a stampa con commento e traduzione delle note di Champollion.

ERC: 
SH5_3
SH5_8
SH6_13
Innovatività: 

Va, per prima cosa, sottolineato il fatto che la pubblicazione di un imponente fondo manoscritto riferibile a un personaggio di tale spicco costituisce già di per sé la novità principale di questo progetto. Un'inspiegabile lacuna storiografica verrebbe così colmata. Vi sono, inoltre, anche altri spunti potenzialmente capaci di portare a importanti scoperte di carattere filologico, storiografico e linguistico.

Come già accennato, un potenziale innovativo non irrilevante è costituito dal dizionario pahlavi trascritto da Champollion. Si potrà apprezzare ancora di più l'eccezionalità di questo documento se si considera che ad oggi non esiste ancora un dizionario completo ed etimologico di mediopersiano (di molte opere in mediopersiano, soprattutto quelle più ampie, non esiste nemmeno un'edizione critica: cf. C. Ciancaglini, "Iranian Loanwords in Syriac", Wiesbaden: Reichert, 2008: x-xi). Quindi, il dizionario di Champollion potrebbe diventare addirittura fonte di informazioni lessicografiche altrimenti non reperibili, su questa varietà linguistica.

Molto interessanti sono anche i fogli che contengono una grammatica siriaca: il siriaco, tra le lingue medioaramaiche, è sicuramente la meno studiata dal punto di vista linguistico, e lo era ancora meno in quell'epoca pionieristica dell'orientalistica che era l'inizio dell'Ottocento.

Inoltre, le osservazioni di Champollion sulla parentela delle lingue della famiglia semitica potrebbero rivelare una pagina sconosciuta nella storia della semitistica.

Per quanto riguarda la semitistica, inoltre, uno dei nuclei più rilevanti nelle carte d'interesse arabistico di Champollion è quello relativo alla numismatica. Nel contesto degli studi di numismatica arabo-islamica, il reperimento e la pubblicazione di documenti inediti che attestano e illustrano la storia degli studi e del collezionismo rappresenta infatti una delle più attuali linee di ricerca nel contesto internazionale. La presentazione, in occasione del XV International Numismatic Congress (2015), del progetto Fontes Inediti Numismaticae Antiquae (FINA) è stato infatti seguito dal costituirsi, nel 2017, del gruppo di ricerca Fontes Inediti Numismaticae Orientalis (FINO). Il gruppo di ricerca FINO, dedicata alla numismatica orientale (antica e medievale del vicino, medio ed estremo Oriente) è stato presentato nell'ambito del 5th Simone Assemani Symposium on Islamic Coins (Roma, Museo Nazionale Romano, 2017) del quale Arianna D'Ottone, componente del gruppo di ricerca, è co-organizzatrice già dalla seconda edizione (2008). La pubblicazione del materiale numismatico di Champollion, autore in gioventù di un catalogo di monete ebraiche appartenenti ad un collezionista di Grenoble, contribuirà alla conoscenza delle collezioni di monete orientali in Europa a cavallo tra XVIII e XIX secolo nonché alla storia degli studi di una disciplina la cui storia, pur antica, è ancora praticamente inedita.

Notevoli sono anche le considerazioni di Champollion sulle scritture di area indiana derivanti dalla brahmi, sulle lingue italiche e non dell'Italia antica, sulle lingue antiche dell'Iran, come l'avestico (noto in Occidente solo dal 1771, grazie all'opera di Anquetil du Perron); di quest'ultimo Champollion redige addirittura una frammentaria grammatica.

Le considerazioni che Champollion fa sul persiano antico sono altresì di eccezionale interesse: all'epoca della morte di Champollion tale lingua, testimoniata dalle iscrizioni cuneiformi dell'epoca achemenide, non era ancora stata completamente decifrata (lo sarà solo nel 1838, ad opera di Sir Henry Rawlinson).

Codice Bando: 
907108

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