Il Progetto si indirizza sia a specialisti (epigrafisti, paleografi, filologi, topografi, storici dell'arte, anche in formazione) sia ad un pubblico più ampio al quale intende comunicare il patrimonio culturale, finora poco noto, delle iscrizioni bassomedievali romane (XI-XV sec.) come viatico per la conoscenza della cultura epigrafica di Roma, elaborando una strategia di 'epigrafia comunicata' che restituisca l'epigrafe medievale al lettore d'oggi. Il Progetto si avvale di una équipe multidisciplinare che privilegerà lo studio dell'iscrizione intesa come 'monumento complesso' (testo scritto, scrittura e monumento). Sarà approntato un corpus epigrafico della Roma bassomedievale che si inserirà nel già attivo sito web Linking Evidence. Ogni epigrafe sarà allocata nel contesto topografico originario (ambientale e geografico) per ricostruire il rapporto tra scrittura e spazio. Si adotteranno altresì nuovi strumenti divulgativi per veicolare una lettura frontale e statica delle iscrizioni, come pure si delineeranno itineraria epigrafici nella Roma bassomedievale (fruibili da una App già connessa al webGIS Linking Evidence) che consentano di recuperare l'attitudine deambulante del lettore antico che compita per via.
Il Progetto, pur avvalendosi dei metodi di ricerca tradizionali e consolidati nell'Epigrafia Medievale, seguirà linee di ricerca molto recenti e ancora poco battute, come la 'epiconografia', e testerà in campo epigrafico metodiche proprie dell'ottica. Inoltre, utilizzerà strumenti conoscitivi sia nuovi come la fotogrammetria sia innovativi quali i calchi digitali (anche 'esplosi') delle iscrizioni e la vettorializzazione della cartografia storica. Il Progetto è volto a creare una nuova piattaforma Open Data che possa servire sia come banca dati per specialisti sia come utile strumento di didattica a distanza sia come App fruibile da un più vasto pubblico anche nell'ottica della 'terza missione' volta a disseminare conoscenza, in questo caso epigrafica.
Il Progetto, pur avvalendosi delle metodiche di ricerca tradizionali e consolidate nell'Epigrafia Medievale, intende approntare e utilizzare strumenti conoscitivi innovativi, sia nuovi sia non ancora testati sulle iscrizioni bassomedievali di Roma, nella convinzione che possano arricchire la conoscenza rispetto allo stato dell'arte. I membri del Progetto, tutti di formazione accademica diversificata (epigrafisti, filologi, paleografi, topografi, storici dell'arte, ingegneri), potranno gettare nuova luce, ciascuno con le proprie competenze, sulla cultura epigrafica della Roma bassomedievale e altresì profilare una nuova piattaforma Open Data che possa servire sia come banca dati per specialisti di epigrafia, paleografia, filologia, topografia e storia dell'arte, sia come utile strumento di didattica a distanza per giovani in formazione (reso ancora più urgente in quest'epoca di Covid-19) sia come App fruibile da un più vasto pubblico anche nell'ottica della 'terza missione' che considera la Sapienza un attore del proprio territorio nel favorire la divulgazione e la disseminazione della conoscenza, in questo caso epigrafica.
In quest'ultima direzione, i membri del Progetto in quanto mediatori tra il passato e il presente si ripropongono di superare la citata dicotomia tra epigrafia mezzo di comunicazione nel mondo antico ed epigrafia poco intellegibile dall'occhio moderno, e che va quindi 'comunicata', giacché manca al giorno d'oggi ogni abitudine a una lettura comprensiva di un testo iscritto e si è inoltre perso quel 'saputo commemorativo' che si instaurava nel lettore antico. A ciò si aggiunga la difficoltà di capire un testo in latino, spesso frammentario e lacunoso.
Gli aspetti innovativi dei quali si avvarrà il Progetto per l'implementazione del Linking Evidence sono:
a) edizione secondo norme IMAI delle epigrafi bassomedievali di Roma (XI-XV sec.) con relativa traduzione in italiano e in inglese;
b) rilievo fotogrammetrico delle iscrizioni per una loro visualizzazione come immagini ortofotografiche e/o modelli 3D eseguita con il software Agisoft Metashape (attività coordinata da Nicolò Dell'Unto - Lund University). La fotogrammetria è uno strumento utile per la ricerca poiché consente di rivelare sulla superficie scrittoria (grazie alle diverse inquadrature dell'immagine e all'uso di distinti filtri) particolari difficilmente visibili a occhio nudo come le tracce soggiacenti ai solchi delle lettere. Inoltre, la digitalizzazione fotografica restituisce visibilità anche a quelle iscrizioni posizionate in alto o in luoghi angusti. Infine, il modello 3D consente di poter quasi toccare con mano i manufatti, consegnandoli a un pubblico (di specialisti e non) senza intermediazione;
c) calco digitale delle iscrizioni in CAD, erede del rilievo a contatto e primo strumento per l'intelligibilità dell'epigrafe e per lo studio delle sue forme grafiche;
d) calco digitale delle iscrizioni, questa volta 'esploso' (mediante una 'esplosione grafica vettoriale' del calco di cui al punto c) in quanto separa sintagmaticamente lo scritto in singole unità con scioglimento in corpo minore di eventuali compendi, il che ovvierà alla difficoltà di lettura della scriptio continua. Questo vuol essere uno strumento che accompagni il lettore moderno a trasformare la prima percezione meramente visuale dell'immagine epigrafica in comprensione del significato del suo testo iscritto (dai graphs ai lemmi);
e) studio visivo delle iscrizioni (attività coordinata da Laura Pompei - Sapienza) con l'ausilio di regole della geometria descrittiva e di strumenti tecnologici avanzati usati in campo ottico come l'eye tracker già in possesso della Sezione Fisica Tecnica del DIAEE - Sapienza. Il dispositivo permette di calcolare la posizione dell'occhio e di determinare dove è focalizzato lo sguardo: si potrà così circoscrivere il 'campo di riconoscimento o di fissazione visiva' del lettore sia nella sua posizione statica sia nel suo percorso itinerante;
f) studio 'epiconografico' delle iscrizioni;
g) vettorializzazione della cartografia storica, soprattutto di stralci delle vedute 'a volo d'uccello' di Roma (ed es. quelle di E. Du Pérac del 1577, di A. Tempesta del 1593, di G. Maggi del 1625), per ricomporre la rete dei rapporti spaziali dell'epoca e superare, mediante una ricostruzione assonometrica virtuale delle carte storiche (attività coordinata da Nicolò Dell'Unto - Lund University), la citata visione bidimensionale dei manufatti iscritti allorquando collocati come semplici punti su pianta;
h) itineraria epigrafici tematici fruibili da una App già connessa al webGIS Linking Evidence. I percorsi saranno declinati secondo le diverse esigenze e i distinti livelli di conoscenza del pubblico o meglio dei tanti pubblici: saranno realizzate strategie comunicative in grado di raggiungere la più ampia comunità di modo che possa riappropriarsi del prezioso patrimonio culturale epigrafico bassomedievale, fin qui celato ai più.