
Obiettivi.
La ricerca propone una originale combinazione tra la prospettiva della complessità e le ricerche multidisciplinari sul fenomeno della vicarianza al fine di analizzare l'innovazione sotto nuova luce. In particolare, la ricerca si propone di realizzare due obiettivi tra loro collegati:
1) arricchire il frame della prospettiva della complessità con il concetto di "vicarianza";
2) impiegare il concetto di vicarianza per indagare l'innovazione quale complesso fenomeno emergente da metamorfosi funzionali e da processi di exaptation (preadattamento) attivati dall'interazione di decisori pubblici e privati.
Inquadramento. La ricerca si colloca al crocevia della prospettiva della complessità, degli studi sulla vicarianza e dell'economia dell'innovazione.
Metodologia.
Review della letteratura e inserimento nel framework della complessità del concetto di vicarianza.
Ricerca on field. Indagine campionaria imperniata su interviste quali-quantitative e focus group con ricercatori e imprenditori in contesti altamente innovativi.
Modellizzazione. Elaborazione nell'ambito del frame teorico della complessità e sulla base dell'indagine on field di una originale modellizzazione dell'innovazione come fenomeno emergente da vicarianza.
Originalità/implicazioni. Il pregio innovativo della ricerca risiede in una fertilizzazione della conoscenza sul fenomeno dell'innovazione nei sistemi socio-economici grazie alla possibilità di attingere ad un formidabile set di conoscenze evolutesi in ambiti disciplinari "lontani" . La ricerca ambisce ad impiegare in modo originale il concetto di metamorfosi funzionale quale chiave di lettura del complesso fenomeno dell'innovazione e dello sviluppo scientifico. Vicarianza, "metamorfosi funzionale", metafora del bricolage ed exaptation costituiscono nuovi punti di fuga in grado di gettare nuova luce sull'evoluzione della ricerca scientifica e tecnologica e, più in generale, sul complesso fenomeno dell'innovazione.
Il pregio innovativo della ricerca risiede in una fertilizzazione della conoscenza sul fenomeno dell'innovazione nei sistemi socio-economici grazie alla possibilità di attingere ad un formidabile set di conoscenze evolutesi in ambiti disciplinari rispetto ad esso "lontani" (biologia, etologia, paleontologia, psicologia). Questo ricchissimo set di conoscenze testimonia come la vicarianza faccia diretta leva sul grande pleonasmo funzionale e cognitivo che descrive la biologia del vitale. Nell'evoluzione biologica è all'opera un processo di "metamorfosi funzionale" che Gould (1981) ha chiamato "exaptation" (vicarianza d'uso) ma che già Darwin (1859) aveva intuito, discutendo fin dalla prima edizione dell' "Origine delle specie" la meravigliosa metamorfosi delle funzioni per spiegare l'origine degli organi complessi. La ricerca ambisce ad impiegare in modo originale il concetto di metamorfosi funzionale quale chiave di lettura del complesso fenomeno dell'innovazione e dello sviluppo scientifico. Vicarianza, "metamorfosi funzionale", metafora del bricolage ed exaptation costituiscono, infatti, nuovi punti di fuga in grado di gettare nuova luce sull'evoluzione della ricerca scientifica e tecnologica e, più in generale, sul complesso fenomeno dell'innovazione. L'emergere di nuove traiettorie tecnologiche è spesso dovuto all'inaspettato apparire di nuove funzioni in manufatti sviluppati per scopi completamente diversi. Si possono, infatti, interpretare alcuni fenomeni che accompagnano e sostengono la rivoluzione industriale in corso, dai creative commons al movimento dei makers: le politiche dello sviluppo, la formulazione delle alternative di investimento e dei piani strategici aziendali o di centri di ricerca dovrebbero dunque riconsiderare la "meravigliosa metamorfosi delle funzioni" e sostenerla quale importante fattore propulsivo della contemporanea ricerca scientifica e tecnologica. L'ipotesi dell'exaptation, secondo la quale non esiste una direzione deterministica del processo evolutivo ma una progressione aperta e creativa verso un ottimo funzionale della organizzazione della vita, ci porta a vedere processi di sviluppo e cambiamento pluridimensionali nel campo della biologia, come in quello delle scienze cognitive e sociali. Il concetto di exaptation apre un nuovo scenario. Le ricadute di tale concetto su temi che quotidianamente impegnano la ricerca e lo sviluppo sono notevoli. Vuol dire considerare la contingenza, le ridondanze, le pluralità e unicità, mettere in conto una molteplicità di fattori, uscire da un'idea di perfezione e di prevedibilità del risultato. Qui nasce la metafora dell'innovatore (impresa, centro di ricerca, università, network di partners industriali, tecnologici o commerciali) come "bricoleur". Il bricoleur non compone il proprio equipaggiamento in osservanza di un progetto pre-definito, ma esso è il risultato contingente di tutte le occasioni che si sono presentate di rinnovare o di arricchire lo stock o di conservarlo con i residui di costruzioni e di distruzioni antecedenti. Il bricoleur utilizza materiali e arnesi eterogenei, per provenienza e tipologia. Volendo ampliare le considerazioni circa l'innovatività della lente investigativa proposta nella ricerca, occorre rilevare che, negli eterogenei percorsi co-evolutivi che coinvolgono uomini ed organizzazioni, artefatti ed intere aree di conoscenza, creatività ed innovazione non sono semplicemente leve utili a spiegare la finalità di un percorso evolutivo o la soluzione resiliente ad un problema ma, anzi, sono profondamente legate alla storia, alla contingenza che emerge dall'interazione con l'ambiente. Nel mentre innova, dunque, il sistema socio-economico è la immediata derivazione di un costante processo di creatività emergente ed autorganizzante: non il prodotto di attività ingegneristica ma frutto del lavoro di un bricoleur. Se, dal punto di vista dell'uso della conoscenza nella società, già Hayek (1945) individua l'elemento distintivo della complessità rispetto alla semplicità nella distinzione tra conoscenza dispersa e conoscenza centralizzata, la ricerca proposta porta ad un avanzamento della conoscenza del processo innovativo nel senso che esso è spiegato in termini di interazione tra scelte logiche o di mercato e scelte non logiche, dove la non logicità non significa irrazionalità, ma risultato della complessità che non ammette reiterazioni quantitative.