A partire da un'indagine storico-filosofica incentrata attorno al problema di singolarità non indivisibili e originariamente aperte a dinamiche relazionali complesse ¿ in particolare si farà riferimento, a questo proposito, al concetto di "dividuo" di origine medievale oltre che ad altre costellazioni problematiche rintracciabili nella tradizione occidentale sin dalle origini della filosofia antica, ma largamente marginalizzate dall'idea moderna di "individuo" ¿ questo progetto si propone di analizzare, da un punto di vista filosofico, alcuni aspetti della svolta economica, politica e sociale attuata dalle nuove forme del capitalismo avanzato. Più specificamente, attraverso una ricerca teoretica, storica e morale su alcune categorie chiave che hanno portato a questa svolta, il progetto mira, da un lato, a evidenziare il nuovo paradigma di soggettività attivo nelle società contemporanee, dall'altro, a recuperare dinamiche comunitarie differenti e modelli di soggettività e di relazioni sociali alternative rispetto a quelli vigenti, attraverso un peculiare utilizzo della letteratura filosofico-femminista e della sua importante produzione critica rispetto alla nozione moderna di individuo.
La sfida che questo progetto si propone di affrontare è quella di concentrarsi attorno a un problema filosofico classico ¿ quello dello statuto delle singolarità in rapporto a una dimensione condivisa ¿ a partire da ambiti di ricerca molto diversi tra loro, come lo studio della filosofia antica e medioevale, da un lato, e la riflessione contemporanea in campo teoretico-etico-politico, dall¿altro. L¿originalità del metodo multiprospettico e multidisciplinare intende corrispondere a un¿innovazione nel campo scientifico, attraverso l¿esplorazione di linee genealogiche, sovrapposizioni e coimplicazioni differenti, frutto di studi in ambiti e contesti filosofici diversi (come la critica della società tardo capitalistica, l¿etica della cura, la riflessione femminista sulla soggettività relazionale, l¿indagine storico-filosofica di alcune categorie chiave dell¿Antichità, del Medioevo e della Modernità), attraverso un focus specifico sul concetto ancora poco studiato di ¿dividuo¿ in vista dell¿elaborazione di un¿idea totalmente nuova, come quella di ¿con-dividualità¿, che può essere decisiva per la definizione di forme creative di relazioni sociali.
Un aspetto che crediamo possa aprire prospettive contenutistiche ed ermeneutiche innovative è rappresentato anche dall¿intenzione - e, riteniamo, la necessità - di mettere a confronto e in dialogo tradizioni di studi collocate spesso su versanti diversi se non opposti riguardo il rapporto con il religioso. Pensiamo, ad esempio, agli studi sulla filosofia moderna o quelli femministi da un lato, e a quelli sulla tradizione medievale dall¿altro, inestricabilmente segnata questa, in Occidente, dal legame con il cristianesimo.
Se il carattere innovativo del nostro progetto nel suo insieme, come anche per gli aspetti di analisi e proposta rispetto alla contemporaneità sociale-politica, dovrebbe emergere chiaramente da quanto detto nelle sezioni precedenti, alcuni ulteriori aspetti di innovatività possono essere messi in rilievo all¿interno delle specifiche indagini della componente storico-filosofica. In particolare, la parte della ricerca relativa alla filosofia antica si concentrerà soprattutto sul pensiero di Aristotele, che sarà indagato alla luce della precedente tradizione presocratica. L¿ipotesi di lavoro è che Aristotele sviluppi la concezione arcaica dell¿anima dei singoli organismi come porzione di un¿anima cosmica (Betegh), cioè come entità dividuale e con-dividuale (per usare la terminologia di questo progetto). Particolare attenzione sarà dedicata alle relazioni di somiglianza, differenza e integrazione tra anima nutritivo-riproduttiva, sensitiva e intellettiva (che Aristotele tratta sia negli scritti biologici sia in quelli metafisici), perché è in esse che si realizza l¿appartenenza degli esseri umani alla natura vivente, alla natura animale e a quella sociale e cosmica (Kahn). A questo proposito uno dei principali obiettivi sarà quello di riconsiderare la tradizionale interpretazione antropocentrica della filosofia di Aristotele, proponendo un¿interpretazione alternativa: per gli esseri umani, pensare o, meglio, pensare `bene¿ ¿ nel senso di essere agenti morali/intellettuali ¿ significa partecipare alla mente cosmica e sociale, cioè `allineare¿ la propria mente individuale con la mente comune (Kahn, Quarantotto): in breve, essere dividui/condividui.
Per quanto riguarda il medioevo, tenendo presenti anche gli studi sulla teoria sviluppata presso i latini nel 1200 di una ¿mente comune¿ unica per tutta la specie umana (cfr. ad es. Brenet), intendiamo concentrarci sul meno studiato XII s. Si cercherà di mettere in luce l¿originalità e la fecondità della nozione di ¿dividuo¿ teorizzata da Gilberto di Poitiers e finora (a parte Raunig) molto trascurata. Inoltre, nel quadro della produzione omiletica (sermo XXXIII) ed epistolare (epp. VII e VIII) di Pietro Abelardo, non molto studiata da un punto di vista filosofico, si intende indagare in particolare la teoria abelardiana della communitas ideale: secondo questo maestro infatti gli individui possono realizzarsi solo come parti di una comunità simile a quelle delle città antiche ¿dei filosofi¿, di alcune sette ascetiche ebraiche e della chiesa primitiva. Tale communitas prospera in pace solo se i suoi membri, suddivisi fra contemplativi, quanti vivono una vita mista e ¿coniugati¿, collaborano perseguendo il ¿bene comune¿ seguendo principi di eguaglianza e giustizia dettati dalla ragione, per Abelardo identica alla carità.