
La presente ricerca si prefigge lo scopo di indagare alcuni ambiti strettamente connessi alla morfologia nominale del tocario, ponendo maggiore attenzione all'evoluzione diacronica delle marche del genere grammaticale e dei cosiddetti "casi primari". Se da un lato, infatti, non vi sono problemi rilevanti concernenti lo status della categoria del genere nominale da un punto di vista sincronico, dall'altro l'analisi del suo sviluppo diacronico in tocario presenta ancora numerose criticità interpretative. I problemi sollevati da questo tipo di studi pertengono a vari livelli della lingua, sia fonologico e morfologico, che semantico. In particolare, le questioni più rilevanti che il mio progetto tenterà di chiarire sono: (1) l'esito della flessione indoeuropea in *-eh2 nella declinazione nominale; (2) la relazione e le interferenze tra la flessione tematica in *-eh2 e quella atematica in *-ih2 negli aggettivi; (3) la perdita funzionale del neutro indoeuropeo e la conseguente nascita del genus alternans come categoria di controller gender; (4) l'evoluzione diacronica del sistema dei pronomi dimostrativi e degli aggettivi pronominali. Inoltre, si tenterà anche di chiarire se la morfologia nominale del tocario possa essere addotta a conferma dell'ipotesi secondo cui il tocario sarebbe la seconda lingua a essersi separata dall'indoeuropeo in seguito al presunto split dell'anatolico.
Per quanto concerne l'analisi diacronica del genere tocario, un dato fondamentale che a mio parere ancora manca negli studi sull'argomento e che potrebbe apportare migliorie metodologiche rilevanti è un confronto tipologico con le altre lingue che testimoniano un sistema di evoluzione del genere grammaticale simile a quello attestato dal tocario.
In particolare, vorrei testare la veridicità dell'ipotesi cui faccio riferimento di seguito. Due lingue romanze - il romeno e l'italo-romanzo - testimoniano un sistema di genere costituito da tre membri funzionali, vale a dire il maschile, il femminile e un terzo genere che storicamente sembra derivare dal neutro latino e che sincronicamente si comporta esattamente come il genus alternans del tocario. Ritengo che un confronto con l'evoluzione di queste lingue neolatine potrebbe chiarire sia gli aspetti sincronici sia quelli diacronici del genere in tocario: la nascita del genus alternans del romeno e dell'italiano antico, infatti, va ricercata nella confluenza del femminile singolare con il neutro plurale e non nel femminile plurale con il neutro plurale (cf. recentemente Loporcaro-Faraoni, 2011; Loporcaro et al., 2014; Maiden, 2016). Il grande vantaggio che questo tipo di confronto relativo alla tipologia diacronica apporterebbe alla mia analisi è che, come è noto, l'attestazione del latino quale antecedente delle lingue romanze potrebbe colmare la lacuna di attestazione del proto-tocario quale antecedente di tocario A e tocario B.
Gli obiettivi innovativi che vorrei cercare di dimostrare sono i seguenti:
(1) La perdita del neutro e la nascita del genus alternans sono state causate da una confluenza del maschile singolare con il neutro singolare e del femminile singolare con il neutro plurale;
(2) L'esito regolare di PIE *-eh2 in proto-tocario deve essere ricostruito come *-å > TB -o e, di conseguenza, tutte le attestazioni di TB -(y)a nel nominativo singolare femminile degli aggettivi e di alcuni pronomi può essere spiegato per lo più ricorrendo a mutamenti analogici;
(3) La generalizzazione dell'obliquo singolare TB -ai (cf. Peyrot, 2011), esito del dativo indoeuropeo *-eh2i (e probabilmente *-ih2i), è stato causato dal fatto che il nominativo e l'accusativo singolare dell'esito della flessione proto-tocaria in *-eh2 erano completamente omofoni. Le rare attestazioni di un obl. sg. -o possono quindi essere interpretate come arcaismi, vale a dire come esiti regolari e non analogici di PIE *-eh2m > PT *-å (ad esempio, l'obliquo dei sostantivi del tipo Sana (Sano 'donna, moglie'), dell'aggettivo pronominale alyaak (allok 'altro') e del numerale sana (somo 'una'), mentre l'obliquo singolare del pronome dimostrativo TB taa tramite livellamento analogico;
(4) Il fatto che in proto-tocario il singolare non distinguesse nominativo e accusativo potrebbe anche giustificare l'assunzione dell'esito dell'originaria flessione atematica in *-ih2 da parte di quella tematica negli aggettivi;
(5) Giustificare la ricostruzione di un accusativo plurale fonologicamente differenziato rispetto alle altre marche;
(6) Valutare se la desinenza di plurale femminile PT *-na > TB -na, TA -M possa avere una differente origine nella flessione dell'aggettivo e in quella del nome. L'esito di tale desinenza è stato generalizzato quale marca della flessione tematica nel plurale femminile dell'aggettivo soprattutto in tocario B. A mio parere questa desinenza può essere analizzata storicamente come *-n(-) (esito di accusativo plurale indoeuropeo) + *-a (esito di *-h2). Nell'aggettivo, la attestazione di un plurale -ona/-ana con differente vocalismo può essere spiegato ricorrendo ad una maggiore o minore influenza da parte della flessione atematica: il vocalismo in -o- sarebbe quello originario, mentre il vocalismo in -a- quello analogico;
(7) Nel tipo kantwo 'lingua' (nom. sg. -o, obl. sg. -a) possono rientrare alcuni sostantivi con flessione isterodinamica, mentre nel tipo Sana 'donna, moglie' (nom. sg. -a, obl. sg. -o) sostantivi con flessione proterodinamica;
(8) Per quanto riguarda la flessione pronominale, vorrei dimostrare che il paradigma del plurale dei pronomi dimostrativi e dell'aggettivo pronominale allek attesta uno stadio intermedio fondamentale nella trattazione diacronica del sistema di genere.
In conclusione, il presente progetto è volto soprattutto a chiarire la posizione del tocario rispetto alle lingue indoeuropee. Allo stesso tempo, la ricerca che si intende intraprendere offrirà nuovi dati per stabilire se la morfologia nominale possa essere considerata effettivamente un sostegno alla teoria secondo la quale il tocario costituirebbe la seconda lingua indoeuropea ad essersi staccata dal proto-indoeuropeo dopo lo split dell'anatolico. Inserito in questa corrente di studi, il lavoro finale potrà fornire nuove risposte ad antiche domande relative allo sviluppo del sistema nominale dall'indoeuropeo al tocario.