L'avvento della terapia antiretrovirale di combinazione (HAART) ha radicalmente modificato la storia naturale dell'infezione da HIV, riducendo drasticamente la mortalità dovuta alle patologie AIDS correlate. L'aumento della sopravvivenza dei soggetti affetti da infezione da HIV ha portato all'emergenza di nuove problematiche, definite comunemente non-AIDS correlate, legate al persistente stato di immunoattivazione ed infiammazione cronica caratteristiche dell'infezione stessa. La angiopoietin-like protein 2 (ANGPTL2) è una glicoproteina secreta con omologia alle angiopoietine e può esercitare una funzione sulle cellule endoteliali mediante azione autocrina o paracrina. Diversi studi hanno evidenziato una correlazione tra aumentati livelli di ANGPLT2 e diabete, obesità, sindrome metabolica, neoplasie solide; soprattutto, è stata evidenziata una correlazione tra livelli circolanti di tale proteina e citochine pro-infiammatorie e stato di immunosenescenza. Lo scopo del nostro studio è di valutare i livelli di ANGPLT2 e stato di immunoattivazione nei pazienti HIV positivi in terapia antiretrovirale efficace (definita come carica virale stabilmente soppressa e conta CD4 superiore alle 350 cell/mL). Si tratta del primo studio di questo genere effettuato su una coorte di pazienti HIV positivi, e potrebbe aggiungere un parametro economico e di semplice valutazione dello stato di infiammazione sistemica cronica.
Le angiopoietin-likeprotein (ANGPLTs) sono adipochine di recente scoperta appartenenti alla famiglia di fattori di crescita endoteliale vascolare e gli unici fattori di crescita noti in gran parte e specifici per l'endotelio vascolare. Angiopoietina-1, angiopoietina-2 e angiopoietina-4 partecipano alla formazione di vasi sanguigni. La proteina ANGPTL2 è una glicoproteina secreta con omologia alle angiopoietine e può esercitare una funzione sulle cellule endoteliali mediante azione autocrina o paracrina. Aumentati livelli di ANGPLT2 appaiono correlati ad infiammazione cronica e disfunzione endoteliale, oltre che patologie quali diabete, obesità e disfunzione renale.
Il nostro studio vuole andare a valutare se tale relazione si conferma anche in pazienti HIV positivi, il che porterebbe ad avere un marcatore di facile e rapida titolazione, economico e che potrebbe aprire le porte ad ulteriori studi per la valutazione non invasiva di situazioni molto comuni in tale popolazione (es. spessore miointimale, grado di fibrosi epatica, neurodegenerazione e disbiosi intestinale)