Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1226078
Abstract: 

Nel pensiero di Thomas Hobbes (1588-1679) la nozione di coscienza costituisce un concetto frastagliato e a tratti ambiguo. Da dominio del pensiero, espresso in termini cognitivi come formazione e intreccio di idee nella mente umana, a luogo in cui si annidano le opinioni e le credenze più profonde della dimensione religiosa, tanto da costituire un forum interiore la cui forza motivante è paragonabile a quella della legge positiva. E molto spesso coscienza religiosa e legge possono entrare in conflitto. La prospettiva hobbesiana in questo campo può aiutare a leggere alcuni importanti oggetti della riflessione etica contemporanea. Conciliare al meglio le credenze e le abitudini religiose degli individui con la vita pubblica appare, infatti, come una tra le questioni più urgenti del nostro tempo (nonché come uno dei problemi cruciali del pensiero hobbesiano).
In questa luce, si proverà a rileggere in chiave contemporanea il concetto di opinione sediziosa, che Hobbes colloca all'origine dei conflitti intestini (tanto politici quanto religiosi). Per far questo, si lavorerà sulla nozione di stabilità. Più precisamente, in che modo la nozione di stabilità, intesa come condizione per il godimento delle «soddisfazioni della vita» (Leviatano, XXXI), può essere letta oggi come condizione di pacifico godimento di diritti individuali. In Hobbes, ciò che mina la stabilità è la diffusione di opinioni sediziose; oggi, ciò che può intaccare la condizione di pacifico godimento di diritti è la diffusione di alcune opinioni derivanti da visioni religiose (che in quanto tali restano parziali), con la pretesa di essere valide per tutti, e da opinioni estremamente rischiose che possono portare al linguaggio dell'odio, all'incitamento alla discriminazione e alla violenza.

ERC: 
SH5_10
Innovatività: 

Uno studio sulla declinazione della categoria hobbesiana di opinione sediziosa in termini contemporanei può contribuire a suggerire uno sviluppo ulteriore riguardo al modo di considerare la nozione di coscienza in Hobbes, vista anche la mancanza di una letteratura consistente in merito. Può altresì risultare innovativo in quanto cerca di rintracciare delle connessioni teoriche tra la nozione di coscienza e la questione di diritti, proprio a partire dall'analisi e dalla rimodulazione del concetto di opinione sediziosa.
In prospettiva, il progetto può avvicinarsi alla questione sui limiti alla libertà d'espressione, come tentativo di regolare la diffusione delle opinioni nello spazio pubblico (R. Cohen-Almagor, Speech, Media and Ethics. The Limits of Free Expression, 2001; M.J. Matsuda et al., Words That Wound. Critical Race Theory, Assaultive Speech and the First Amendment, 1993). E può anche avvicinarsi all'analisi pratica di dinamiche psico-religiose (rapporto leader religioso-fedele) che si riaffacciano con una certa importanza nel contesto pubblico odierno, generando in alcuni casi nuove forme di manipolazione della coscienza con conseguenti rischi di natura psicologica e medica - per esempio, la presunzione di curare gravi malattie con la sola imposizione delle mani e con la preghiera (A. Kobylinski, Le dimensioni etiche dell'odierna pentecostalizzazione del Cristianesimo, 2015).
Su questi fronti, lo studio dell'approccio hobbesiano al rapporto tra coscienza religiosa e spazio pubblico può risultare fecondo e di grande attualità.

Codice Bando: 
1226078

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