Il progetto si inquadra in una linea di indagine sulle visite in oncologia, attiva dal 2011, che ha utilizzato la videoregistrazione e l¿analisi qualitativa di interazioni reali per esaminare aspetti specifici della comunicazione oncologo- paziente. A partire da studi recenti che, in ambito internazionale, hanno utilizzato sistemi di codifica per l¿analisi della comunicazione della diagnosi e terapia in medicina generale, il progetto si propone di sviluppare e testare l¿applicabilità un sistema di codifica specifico per l¿analisi della proposta di trattamento in oncologia, su un corpus esistente di 60 visite video-registrate e un corpus di nuova collezione di 20 visite, allo scopo di classificare diverse tipologie di formulazione del trattamento ed effetti sulla partecipazione del paziente. Le nuove visite saranno raccolte in un Ospedale di Roma. Il corpus di dati comprenderà inoltre interviste ai/le pazienti e ai medici e strumenti di misurazione della soddisfazione comunicativa e preferenze decisionali. Il sistema di codifica sarà sviluppato a partire dall'esame di un sotto- campione dei dati e applicato all'intero corpus già disponibile e al corpus di nuova raccolta, per evitare bias possibili di codifica dovuti alla familiarità con dati già analizzati per altre finalità. Inserendosi all¿interno di una cornice di collaborazione con ricercatori dell¿Università di Los Angeles (California, USA), il progetto si propone di realizzare una comparazione delle pratiche comunicative nel dominio oncologico in contesto italiano e statunitense. I risultati avranno applicazione nella divulgazione scientifica e nella diffusione di protocolli standardizzati di valutazione della proposta terapeutica in oncologia, utili anche per l¿attivazione di proposte di formazione ai medici
La ricerca risulta fortemente innovativa per diversi aspetti.
In primo luogo, essa poggia su un disegno di ricerca multimetodo, proponendo di combinare metodologie qualitative e quantitative nello studio del fenomeno di realizzazione della proposta terapeutica in visite oncologiche. Nello specifico, la ricerca propone, sulla base di osservazioni già realizzate e che hanno colto fini aspetti interazionali nelle pratiche di conduzione della visita in oncologia, di costruire strumenti (i.e, sistema di codifica) capaci di sintetizzare in indici quantificabili caratteristiche specifiche della formulazione della proposta terapeutica, cogliendo la distribuzione relativa di azioni sociali diverse nella proposta di trattamento.
La ricerca è innovativa nella misura in cui sviluppa, in maniera mai tentata fino ad ora in studi pur realizzati sulla comunicazione in oncologia in contesto nazionale, un sistema di codifica secondo un procedimento ¿bottom-up¿, partendo cioè da osservazioni qualitative sullo sviluppo sequenziale delle azioni implicate nella formulazione della proposta terapeutica, e non guidato da ipotesi e modelli teorici, distanti dalle interazioni e dalle interpretazioni dei partecipanti.
Tale possibilità mantiene una qualità innovativa anche in ambito internazionale, laddove l¿applicazione di sistemi di codifica elaborati ¿dal basso¿ (Stivers et al 2017), è stata formalizzata soltanto nel contesto di medicina generale (con una eccezione del contesto psichiatrico come ambito specialistico; Thomspon et al 2017) e mai in quello oncologico.
Infine, l¿innovatività della ricerca risiede anche nella opportunità comparativa, resa disponibile dalla collaborazione di una unità di ricerca statunitense con sede a UCLA, come partner esterno al progetto.
Costruita secondo tale disegno e con questi scopi, i risultati della ricerca proposta produrranno un avanzamento sostanziale nella ricerca sulla comunicazione in oncologia a livello nazionale e internazionale a diversi livelli: 1) reperibilità e applicabilità di strumenti osservativi e di analisi di fenomeni comunicativi (relativamente, soprattutto alla proposta di trattamento e presa di decisione terapeutica) specifici della comunicazione in oncologia, basati sull¿esame di interazioni reali e non simulate con pazienti ¿standardizzati¿, frequentemente utilizzati per l¿esame e la valutazione delle competenze comunicative nel contesto oncologico, cf. Feng et al 2013; 2) individuazione (comparativa) di fenomeni comunicativi (relativamente, soprattutto alla proposta di trattamento e presa di decisione terapeutica) in prime visite in oncologia, specifici del contesto italiano e potenzialmente riconducibili ad aspetti specifici delle interazioni in lingua italiana, la cui accessibilità può costituire un riferimento a livello nazionale e internazionale , e correggere il frequente bias di generalizzazione di risultati prodotti a partire da osservazioni su contesti anglofoni (sovrarappresentati nella letteratura scientifica anche nell¿ambito degli studi sulla comunicazione medico-paziente) ad altri contesti culturali e linguistici; 3) individuazione e quantificazione di caratteristiche specifiche relative alla formulazione della proposta di trattamento nel dominio oncologico, diverse da quelle identificate per il contesto di medicina generale (dove inoltre si tratta per lo più di problemi medici di tipo ¿acuto¿, la cui terapia implica solitamente un¿unica o poche - e temporalmente delimitate- somministrazioni, al contrario della terapia oncologica, che si compie in un tempo lungo e che richiede monitoraggio medico e adesione del paziente anche oltre i confini della fine del trattamento); 4) comprensione più approfondita delle caratteristiche della proposta di formulazione del trattamento e delle modalità di partecipazione del paziente alla scelta terapeutica in un dominio di pratica quale quello oncologico, caratterizzato da estrema complessità, sia clinica sia relativa al passaggio delle informazioni, complessità che include (a) multicausalità, contingenza e reciprocità di fattori che influenzano il corso della malattia e la risposta al trattamento; (b) indeterminatezza dei risultati e della ricorrenza del tumore; e (c) l¿ambiguità dovuta ad informazioni mancati, insufficienti o oscure; 5) possibilità di traduzione dei risultati di ricerca in programmi di intervento formativo per i medici (Robinson e Heritage 2014; Stivers et al. frth), utili facilitare la partecipazione del paziente e ad implementare la sua soddisfazione del paziente riguardo la comunicazione, implementazione che ha effetti dimostrabili non solo sull¿alleanza terapeutica ma anche sui costi sanitari (Heritage, presentazione a convegno aprile 2016, Roma Sapienza).