L¿espansione romana nella penisola italiana (IV-I sec. a.C.) ha impattato su una realtà culturale multiforme, trasformandola radicalmente attraverso un percorso non lineare e variamente articolato, nel quale le comunità locali, a seconda dei singoli casi e in modi diversificati nelle loro stesse componenti interne, si sono profondamente modificate, hanno reagito, si sono adeguate al graduale processo di ¿divenire Romani¿.
Questa fase storica è una delle più indagate e controverse: il dibattito sulla cosiddetta ¿romanizzazione¿ è stato uno dei più intensi e accesi nel panorama scientifico degli ultimi decenni in ambito soprattutto internazionale.
Il presente progetto vuole affrontare le modalità di passaggio dal contesto culturale etrusco a quello romano nell¿Italia centrale tirrenica, a partire da un caso studio, quello di Veio, prima tra le città etrusche a entrare nell¿orbita romana, a seguito della conquista del 396 a.C.
Lo farà attraverso l¿applicazione di un approccio fortemente interdisciplinare, basato sulla stretta interazione della storia antica, dell¿archeologia, della topografia antica, dell¿archivistica e delle digital humanities. Sarà anche l¿occasione per implementare una metodologia che si sta cominciando ad applicare al campo archeologico: i rilievi multispettrali e termici da drone.
Infine, ponendosi in continuità con il progetto Veio: lost city. Conservazione, valorizzazione e fruizione del sito archeologico etrusco (Medio Progetto di Ricerca, 2019, PI F. Toppetti, Dipartimento Architettura e Progetto), grazie al quale Veio è la prima tra le città etrusche che si è dotata di un solido impianto teorico legato alla conservazione, valorizzazione e divulgazione, la presente ricerca mira anche a implementare i percorsi tematici sviluppati nel precedente progetto, fornendo al pubblico dei non addetti ai lavori la possibilità di fruire di uno spaccato critico e ricostruttivo della fase di passaggio tra i momenti etrusco e romano della città antica.
Il progetto ha l¿ambizione di portare a un significativo avanzamento degli studi da più punti di vista.
1. Impatto sull¿ambito storico-archeologico. L¿analisi sistematica della fase della cosiddetta romanizzazione nel caso studio di Veio, significativo e complesso allo stesso tempo (cfr. supra § Inquadramento della ricerca¿), garantisce l¿avanzamento delle nostre conoscenze in merito all¿ampia tematica storica. Si tratta di un contributo di estrema rilevanza, considerando gli strettissimi rapporti della città etrusca con Roma dall¿età arcaica, e che permette indirettamente di gettare luce anche sulle fasi più antiche della storia romana.
Lo studio della graduale incorporazione di Veio nel sistema socio-politico romano è cruciale per comprendere i dettagli del momento più alto dal punto di vista cronologico dell¿impatto di Roma sulle comunità etrusche. Da esso infatti discendono tutte le esperienze successive di conquista, che coprono un periodo sino al I sec. a.C.
L¿analisi della reazione della comunità locale, portata avanti grazie allo studio delle fonti dirette (epigrafica e archeologica in tutte le sue sfaccettature, cfr. supra § C.1 in Descrizione obiettivi¿), ma anche di quelle indirette (fonti scritte antiche in primis, che registrano però la visione non-etrusca e quindi ¿esterna¿), consentirà di tracciare un quadro del percorso seguito dalle diverse componenti della comunità locale nel processo di ¿divenire Romani¿. Un¿analisi di questo tipo ha le potenzialità di valorizzare, come ad oggi non ancora fatto in modo completamente soddisfacente, la componente emica della cosiddetta ¿romanizzazione¿.
Per tutte queste ragioni il progetto mira a porsi come modello metodologico per una nuova stagione di studi sulla conquista e integrazione in Roma delle comunità dell¿Italia preromana.
2. Impatto nel campo della metodologia.
2.1. Protocollo per le ricerche d¿archivio in relazione agli scavi. È indubbio che lo studio dei materiali archivistici relativi alle indagini condotte negli ultimi due secoli sta sempre più prendendo piede nel campo delle ricerche archeologiche.
Dopo decenni in cui si è considerato questo tipo di approccio come legato ad un interesse antiquario, si è finalmente compresa l¿estrema rilevanza di una rilettura critica e integrata delle indagini passate.
Manca ad oggi tuttavia un protocollo condiviso che stabilisca delle linee guida chiare e il più possibile comuni da seguire in questo tipo di ricerche.
L¿ampiezza e la complessità del caso studio prescelto consentirà di stendere queste linee guida da mettere a disposizione alla Comunità Scientifica.
2.2. Sperimentazione di una tecnica innovativa e con alte potenzialità. La scelta di utilizzare la tecnica non invasiva dei rilievi multispettrali e termici da drone come mezzo per incrementare i dati a disposizione per l¿analisi storica, costituisce un ulteriore tassello di innovazione.
La tecnica, infatti, deve essere considerata al momento ancora sperimentale, pur cominciando a diffondersi in ambito archeologico, soprattutto internazionale (Materazzi, Pacifici 2020 e in press). In Italia i tentativi di applicazione sono stati pochi e l¿Etruria, complice anche il tipo di assetto territoriale ancora con forte vocazione agraria, sta cominciando ad essere esplorata con questa tecnica (https://core.ac.uk/download/pdf/154264307.pdf). Tuttavia essa non è stata ancora testata in modo sistematico su un caso studio specifico e ampio.
Il presente progetto permetterà quindi, grazie alla collaborazione con uno studioso che ha ampia esperienza di utilizzo e implementazione della tecnica, di affinarla con il fine anche di metterla a disposizione sia degli studiosi sia delle Istituzioni di tutela del territorio.
3. Valorizzazione e Comunicazione
Il progetto ha un forte carattere sperimentale. Esso si propone di mettere a punto strategie capaci di tenere insieme conservazione e innovazione, superando il limite di una visione orientata da un lato allo specialismo degli studiosi, dall'altro alla fruizione esclusivamente turistica.
Il lavoro sul caso in esame ha l'ambizione di portare a un significativo avanzamento degli studi volto al superamento della visione tradizionale e circoscritta del parco archeologico immaginando una integrazione assai più fertile e generativa tra sistemi naturali e tracce della storia tutti aspetti interconnessi da inquadrare in un parco multitematico.
La categoria a cui si fa riferimento è quella della narrazione: il sistema delle tracce archeologiche diviene la trama attorno alla quale si tessono le fila di un racconto sulle le vicende dei luoghi. Gli elementi primari sono il paesaggio, la morfologia, la vegetazione e la griglia dei pattern agricoli (Matteini, 2009). Soltanto attraverso un progetto multidisciplinare, in grado di restituire leggibilità e comprensione alle tracce della storia, è possibile reinserire le testimonianze archeologiche nel processo di sedimentazione del paesaggio.