Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2078801
Anno: 
2020
Abstract: 

Il restauro, nella sua accezione critico-conservativa, è un «atto di cultura» (G. Carbonara) filologicamente fondato e caratterizzato dal duplice scopo di conservare e rivelare valori storici e formali. Oggi l'oggetto del restauro è un patrimonio sempre più diffuso, fatto di beni materiali, quanto immateriali. I valori da rivelare e le istanze sembrano moltiplicarsi. In questo momento storico di crisi ambientale, data dal continuo sperpero di risorse naturali, ci si chiede se il restauro stesso possa farsi carico delle istanze per la preservazione di un pianeta danneggiato dall'uomo. L'interrogativo sulla possibilità che il restauro accolga i principi ecologici all'interno della propria disciplina e della propria teoria, è stato posto in primis da Maria Vitiello (si veda VITIELLO M., Prospettive ecologiche per il restauro, FrancoAngeli, 2013). L'autrice cerca i punti di tangenza tra la coscienza ecologica e le teorie del restauro, nel tentativo di ridurre lo iato tra approccio teorico e proposte operative. Partendo da queste riflessioni e riprendendo la definizione brandiana di restauro, la cui chiave di volta è il riconoscimento di valore di un'opera d'arte «in vista della sua trasmissione al futuro» si scorge un comune denominatore tra patrimonio architettonico e ambiente in cui viviamo: la sostenibilità delle azioni umane. Entrambi, patrimonio architettonico e ambiente, devono essere trasmessi alle generazioni future, attraverso la cura e la conservazione. La ricerca propone di indagare sul rapporto tra riciclo in architettura e scelte sostenibili negli interventi di restauro, a partire da una disanima degli «spolia» reimpiegati nell' architettura del passato, per arrivare agli «inutilia», scarti dannosi, che avendo perso una loro utilità, anelano ad una nuova vita. L'obiettivo consiste nel capire se il riciclo possa oggi rapportarsi al restauro dell'architettura contemporanea, come allo stesso modo il reimpiego è stato prassi nell'architettura tradizionale.

ERC: 
SH5_8
SH5_7
SH5_6
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2806766
Innovatività: 

Il tema della ricerca proposto è stato già in parte ampiamente indagato, soprattutto per quel che riguarda il reimpiego di materiali nell'architettura tradizionale. Lo stesso ancora non si può affermare per quanto riguarda il reimpiego di materiali nel restauro dell'architettura contemporanea.
Il restauro del contemporaneo, già di per sé, rappresenta un tema ancora molto discusso nel panorama del dibattito attuale del restauro italiano. Solo di recente, prendendo come capofila il restauro dei primi anni del 2000 del Grattacielo Pirelli di Gio Ponti (1956-1960), si è cominciata a dare una legittima definizione del restauro del contemporaneo. Ove per architettura contemporanea si intende quell'insieme molto vasto di tutte quelle architetture riconducibili entro il Movimento Moderno fino a comprendere quelle degli ultimi decenni. Architetture il cui comune denominatore è la negazione del classicismo come contesto figurativo oltre all¿uso di tecnologie quali ferro e cemento armato. Sono opere in cui viene riconosciuto prevalentemente un valore artistico, non essendoci una storicità consolidata data dall'inevitabile scorrere del tempo, come invece per l'antico. Eppure, e il Grattacielo Pirelli lo ha ben dimostrato, l'approccio metodologico di restauro può e deve essere lo stesso. Un restauro che si fa critico nelle sue scelte guidate dal giudizio di valore.
L'innovatività della ricerca è quella di sondare il terreno, ancora in parte inesplorato, del restauro del contemporaneo in chiave sostenibile. Ricordo, a riguardo, come il progetto dell'AGM for CuHe (Advanced Green Materials for Cultural Heritage) di Catania, finalizzato alla ricerca di materiali di nuova generazione per il restauro dei beni culturali, sia esemplare. Avviato un anno fa, ha già portato ottimi risultati dal punto di vista pratico, sviluppando un materiale innovativo, nato dalle ceneri vulcaniche addizionate agli scarti di lavorazione industriale. L'innovatività di tale progetto sopra citato, oltre a quella primaria di aver elaborato da scarti nuove componenti materiche utilizzabili nel restauro, consiste nell'approccio moderno e multidisciplinare applicato al progetto. Infatti il Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell'Università di Catania ha coinvolto anche i dipartimenti di Ingegneria civile ed architettura, Scienze chimiche, Economia e Impresa, Fisica e Astronomia e Giurisprudenza insieme ad altri undici soggetti proponenti tra centri di ricerca e imprese. Partendo dallo studio e il confronto di casi studio e affiancando a questi un¿attività di tipo laboratoriale, intento della ricerca è quello di tracciare una direzione che possa costituire la base per un approccio al restauro sostenibile del contemporaneo.

Codice Bando: 
2078801

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma