
La ricerca si propone di fornire un contributo innovativo agli studi sul ruolo della seconda Camera in Italia. Tali studi hanno indubbiamente conosciuto nuovo vigore grazie alla recente presentazione della riforma Renzi-Boschi, ma anche una conseguente battuta d'arresto in ragione della sua mancata introduzione. E' convinzione del proponente e dei componenti del gruppo di ricerca che in realtà, proprio in conseguenza dell'esito negativo del referendum costituzionale dello scorso dicembre, sia divenuto ora quanto mai urgente tornare ad interrogarsi sul ruolo del Senato nel nostro Paese e sulla possibilità di intervenire - eventualmente anche attraverso riforme costituzionali più circoscritte ovvero con riforme che siano limitate ai soli regolamenti parlamentari - al fine di dare risposte alla richiesta di una più compiuta rappresentanza, al centro, delle istanze territoriali. In questa prospettiva la ricerca in oggetto si pone in linea di continuità con la quella, finanziata nel 2016 e dal titolo "il futuro del bicameralismo in Italia: tra riforme possibili, esigenze di sistema e trasformazioni in atto", rappresentandone un necessario completamento. Come già allora rilevato, appare, infatti, non più procrastinabile offrire soluzioni possibili alle domande che riguardano il ruolo della seconda Camera in Italia e definire l'indirizzo da imprimere ad una sua eventuale trasformazione. Ciò al fine, in particolare, di rivitalizzare l'organo parlamentare, ricentrandolo anche rispetto all'esigenza di dare voce nella sede della rappresentanza politica nazionale alle istanze locali e di fare della seconda Camera un luogo di inclusione e di confronto tra i soggetti del pluralismo territoriale.
L'innovatività della ricerca che si intende proporre e la potenzialità che essa realizzi un avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell'arte appaiono determinati da una duplicità di elementi che indubbiamente la caratterizzano. In primo luogo, con riferimento all'innovatività, essa può certamente individuarsi nell'approccio metodologico interdisciplinare. Lo svolgimento della ricerca vede, infatti, il coinvolgimento di studiosi del diritto romano, delle istituzioni politiche e della filosofia politica a fianco di studiosi del diritto costituzionale italiano e straniero. Il tentativo di creare un ponte tra le discipline appare particolarmente utile laddove, come si è provveduto ad evidenziare, si vogliano comprendere le ragioni del presente, e su di esso tentare di intervenire concretamente e fattivamente, attraverso le conoscenze che gli studi compiuti in materia in ambito storico e filosofico offrono. Si tratta, come è evidente, di un approccio del tutto nuovo e tale, in ogni caso, da offrire nuove chiavi di lettura ad un tema che è stato certamente oggetto di numerose riflessioni e di studi nel tempo.
In secondo luogo, l'altro elemento che appare come innovativo rispetto agli studi pregressi, oltre alla summenzionata interdisciplinarità dell'approccio metodologico, risulta essere l'organicità della ricostruzione che ci si propone di realizzare. Come si è già avuto modo di evidenziare gli studi sul tema, in particolare nell'ambito del diritto costituzionale, sono certamente numerosi, ma nessuno di questi sembra aver optato per un approccio ricostruttivo organico. La ricerca in oggetto, al contrario, non vuole semplicemente limitarsi ad offrire una riflessione sulla democrazia e la rappresentanza territoriale in Italia, ma intende muovere da una ricostruzione organica sia delle riflessioni teoriche che nel tempo si sono succedute in relazione alla modalità più idonea di rappresentare le istanze del pluralismo territoriale e al ruolo della seconda Camera, in particolare nel nostro Paese (ma con un'attenzione, che appare particolarmente rilevante, ad alcune delle principali esperienze presenti in altre forme di governo di tipo parlamentare); sia delle diverse proposte di conformazione della composizione e del ruolo del Senato, a partire dai dibattiti in seno all'Assemblea costituente, passando attraverso i diversi tentativi di riforma che nel tempo si sono succeduti, sino alla più recente proposta di modifica costituzionale Renzi-Boschi.
L'interdisciplinarietà della ricerca, che appare dunque quale elemento particolarmente innovativo in tale settore, nonché l'organicità della ricostruzione che si intende offrire, possono inoltre essere riguardate come aspetti di particolare rilievo in relazione alla possibilità di fornire un effettivo avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell'arte. Partendo da un insieme di conoscenze sul tema complete ed organicamente ricostruire, appare possibile infatti riuscire a dare conto delle necessarie trasformazioni che dovrebbero riguardare la seconda Camera in Italia in relazione all'attuale esigenza di dare voce alle istanze del pluralismo territoriale ed all'insufficienza degli strumenti attualmente presenti, quali ad esempio l'introduzione, da qualche anno a questa parte, della Conferenza stato-regioni. La riflessione sul presente e la possibilità di fornire proposte concrete potrà infatti avvalersi di una solida base teorica che tenga conto dell'apporto che studi in altri settori possono fornire. Tra questi particolarmente innovativo appare il riferimento agli studi nel campo del diritto romano in relazione al ruolo delle Città nel cosiddetto "municipalismo federativo" presente nella repubblica romana. Inoltre, evidenti sono i contributi allo studio della democrazia e della rapresentanza territoriale degli studi più risalenti, ma anche di quelli più recenti, nel campo delle istituzioni politiche e della teoria politica; nonché, infine, della riflessione sulle soluzioni già altrove adottate, soprattutto nel panorama europeo, e del ricco apporto dottrinario che nel tema ha interessato gli studiosi del nostro Paese già a partire dagli anni '50.