Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2495469
Anno: 
2021
Abstract: 

L'elemento tecnologico incide sul mutamento del sistema delle comunicazioni, avviando la necessità di elaborare regole in grado di garantire diritti a coloro che accedono alla rete lì dove si indebolisce la distinzione qualitativa tra comunicazione dialogica e connessioni informazionali.
Si tratta, rispettivamente, di momenti prodromici all'istituzione di regole giuste o al darsi di una mera normatività, funzionale alle dinamiche del digitale che esigono un ordine normativo epurato dal rinvio ai principi generali del diritto. L'artefice dell'infosfera è un essere umano sempre più automatizzato dall'impiego degli algoritmi e privato, dalle `macchine dell'informazione', del rischio della creatività che specifica la persona, prendendo forma nella comunicazione esistenziale quando non è filtrata da software ed hardware. L'infosfera non è orientata a garantire la dialogicità tra gli utenti, quanto l'esclusivo utilizzo, tramite `sistemi esperti, dei dati-tracce di coloro che accedono alla rete, incrociando informazioni che risultano da molti punti di ricezione, fino alla loro trasformazione in una merce di scambio nel mercato. Queste dinamiche strutturano una nuova `economia digitale' attraverso dispositivi come lo smartphone, il computer, le fidelity card e le app in generale la cui facilità di impiego contrasta con una insidiante pervasività che disorienta gli utenti dalle finalità della raccolta dei dati. L'accesso alle piattaforme e la cessione di informazioni personali e sensibili esigono internauti disposti a ratificare senza intenzione di complicare le procedure di partecipazione al digitale, stabilite dai `signori della rete' secondo un itinerario che sollecita a riflettere sui benefici offerti da Google, Amazon e da altre piattaforme. I rischi legati alla mercantilizzazione delle relazioni umane esige una disciplina giuridica in grado di custodire i diritti umani nel loro necessario contemperamento con il progresso tecnologico nella `civiltà dei dati'.

ERC: 
SH2_4
SH2_1
SH2_3
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3258907
sb_cp_is_3147340
Innovatività: 

Le riflessioni sul digitale intendono rappresentare il fiat per avviare un discorso intorno alle degenerazioni formalistiche del diritto nella società attuale, perennemente sospesa sull'asse di una normatività che rimane estranea all'idea del diritto come fenomeno consapevolmente con-diviso, diventando espressione del diktat del potere più forte, indifferente verso la qualità dei contenuti normativi e al concetto di terzietà. Destare l'attenzione sul processo di disumanizzazione che coinvolge l'uomo e la dimensione del giuridico significa sfidare l'incidenza di un potere trainante milioni di individui alla mera esecuzione passiva dei messaggi pubblicitari, tanto da considerare l'uomo solo alla stregua di una unità di conto.
L'approfondimento delle dinamiche che incidono sulla struttura stessa del diritto, con attenzione all'automazione di molte categorie contrattuali, converge verso lo svelamento di una ibridazione del giuridico costitutivamente orientata a consolidare precise modalità di svolgimento del `funzionalismo'. In questa direzione, il progetto tenta di elaborare una riflessione motivata e critica sugli schemi procedurali e spercificatamente algoritmici che destrutturano il giuridico e, allo stesso tempo, definiscono un tipo di 'normatività' organicistica e più strumentale all'efficienza del quantum che attenta alla qualità dei contenuti del giuridico. L'originalità di questo itinerario, marcatamente radicato nel tempo attuale, discusso come una `civiltà dei dati', vuole evidenziare una possibile flessibilità del diritto, sotto forma di self-service o shopping normativo che alimenta la debolezza delle istituzioni giuridiche, misurata dall'imperante produzione di situazioni egemoniche che detengono in spregio il rinvio ai principi generali del diritto.
In particolare, il progetto discute l'inevitabile 'ibridazione' tra algoritmo e diritto che conduce a due versanti: un primo versante è rappresentato dalla automatizzazione del diritto e dalla sua trasformazione in un mero servizio attraverso la parziale sostituzione dell'attività umana. L'altro versante dell'ibridazione è delineata mediante il supporto essenziale dell'algoritmo all'ars judicandi. Questo studio non tralascia di considerare la possibilità di errore prodotta dall'automazione con particolare attenzione all'ibridazione in ambito medico dove la commistione tra uomo e robotica interessa in maniera più intensa la stessa corporeità oltre la strumentazione di impiego. Allo stesso modo, l''ibridazione' giuridica è esterna, in quanto identificabile nei supporti informatici e interna come processo di erosione della vita interiore. Il combinato disposto dell'incidenza delle nuove tecnologie mostra parimenti un corpus juris stravolto dalla tecnica e una corporeità umana incisa profondamente dal progresso della medicina.
Con l'avvio del processo di una possibile 'ibridazione', che coinvolge l'essere umano, si delineano nuove questioni problematiche che concernono l'atto stesso dell'instituere il diritto, radicato nello spazio di una interiorità profondamente trasformata in una esteriorizzazione in grado di restituire una soggettività né pensata, né voluta, né scelta ma misurata dal grado di efficienza della sua ibridazione.
Al riguardo, si consideri la copiosa discussione sul tema della scuola romana di filosofia del diritto, tra cui B. ROMANO, La società post-moderna come sistema di universale dipendenza, Roma, 1995; ID., Sistemi biologici e giustizia. Vita, animus anima, Torino, 2008; ID., Orientarsi nel pensiero - Kant - e nelle norme - Gadamer: nomos e logos. Schmitt, Heidegger, Lacan, Torino, 2016; ID., Fondamentalismo funzionale e nichilismo giuridico: postumanesimo noia globalizzazione, Torino, 2004; ID., Diritti dell'uomo e diritti della senzienza. Postumanesimo e globalizzazione; ID., Scienza giuridica senza giurista: il nichilismo perfetto, Torino, 2005-2006; si veda anche L. AVITABILE, Diritto e osservatore: un'interpretazione di Jaspers in costante riferimento a Luhmann, Milano, 1998.
Ulteriori approfondimenti bibliografici saranno oggetto di studio. Si veda al riguardo: U. Pagallo, The laws of robots : crimes, contracts, and torts, Dordrecht, 2013; Crump C. - Harwood M., TomDispatch, 25 marzo 2014; Davenport T. H., Prusak L., Il sapere al lavoro, come le aziende possono generare, codificare e trasferire conoscenza, Milano, 2002;Foucault M., Bisogna difendere la società, Milano, 2009; Giovannini E., Scegliere il futuro. Conoscenza e politica al tempo dei Big Data, Bologna, 2014; Hayek F. A., La società libera,Soveria Mannelli, 2007;   Mayer V.- Schönberger, K. Cukier N., Big data. Una rivoluzione che trasformerà il nostro modo di vivere e già minaccia la nostra libertà, 2013, Ed Finn, Che cosa vogliono gli algoritmi, Torino, 2018. R. Palmer, Cosa significa ermeneutica? La teoria dell'interpretazione in Schleiermacher, Dilthey, Heidegger e Gadamer, Nardò 2008.

Codice Bando: 
2495469

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