Il rapporto delle Nazioni Unite sui Millennium Development Goals ha messo in luce come tra il 2000 e 2015 si sia nell'insieme ridotto lo scarto fra Nord e Sud del mondo. Ciò nonostante il divario è ancora alto: aumentano le diseguaglianze interne ai singoli Paesi, che falsano il dato statistico, e persistono dinamiche (testimoniate dalla crescita dei flussi migratori) che possono arrivare a invertire la tendenza a ridurre il gap.
In tale scenario, la ricerca che qui si propone individua nel progetto di architettura e ingegneria e nell'implementazione del diritto alle cure mediche e all'accesso ai servizi sanitari una possibile leva di azione integrata, capace di avviare processi rigenerativi di territori estremamente vulnerabili, esacerbati da picchi di ricchezza e povertà.
Lo studio, sviluppato in sinergia con la ONG Medici con l'Africa CUAMM, parte dal riconoscimento delle comunità residenti nei contesti africani presi in esame come attori imprescindibili di un processo teso a migliorare, anche attraverso l'architettura, qualità e stili di vita.
L'obiettivo è elaborare la progettazione di un modulo abitativo con caratteri di flessibilità e versatilità funzionale, adattabile/trasformabile/ampliabile, destinato a migliorare, implementare e radicare non solo un sistema sanitario a rete, ma anche un'infrastruttura sociale al servizio delle comunità.
Per superare un approccio esclusivamente assistenzialista si terrà conto di potenzialità e criticità sociali, culturali ed economiche dei contesti, al fine di strutturare un processo partecipativo (do-it-yourself) in grado di coinvolgere i soggetti e i gruppi destinatari del progetto di cooperazione.
Le elaborazioni architettoniche proposte saranno presentate in un manuale illustrato che chiarirà materiali, componenti, processi costruttivi e che consentirà di trasmettere a tutti gli attori del progetto, in maniera sintetica e chiara, una conoscenza costruttiva low cost/high quality fondata su saperi e risorse locali.
Poiché lo studio vuole promuovere l'acquisizione e la trasmissione di nuove capacità tecnologiche ed essere anche un percorso formativo, attuato nell'organizzazione dell'autocostruzione assistita, esso rientra a pieno titolo sia in quei modelli di sviluppo in cui le comunità svolgono un ruolo attivo e trainante, sia in quelle strategie per le quali si intensificano attività di educazione e formazione, tese al trasferimento del know how locale, affiancato, quando necessario, anche da tecniche maggiormente innovative.
La ricerca, svolta in chiave progettuale e tecnico-operativa, porterà alla definizione di un insieme di criteri costruttivi e di processi ingegneristici, per rispondere a due fondamentali azioni: curare e istruire.
- Contrastare eventuali fattori di rischio e pandemie e promuovere una cultura della salute e della prevenzione rappresentano alcuni principi guida che ispirano le iniziative di cooperazione nel settore della salute. È necessario garantire a tutti l'accesso ai servizi sanitari, secondo un approccio 'orizzontale' (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, 2016), vale a dire secondo un sistema incentrato sul rafforzamento della rete dei luoghi dell'assistenza e dell'informazione medica.
- L'inclusione di comunità maggiormente svantaggiate si realizza inevitabilmente attraverso un'istruzione diffusa e adeguata. È dunque necessario rafforzare competenze professionali e sperimentare azioni innovative di trasmissione del sapere (MAECI, 2016).
Nei Paesi meno avanzati, più fragili e a basso reddito, salute, istruzione e formazione sono i settori a maggiore impatto, e pertanto al centro della ricerca.
Gli aspetti innovativi dello studio possono essere così sintetizzati:
- sostenere il progresso tecnico locale, a partire dal suo know-how, dando rilievo alla scelta di materiali e procedimenti costruttivi di grande semplicità, applicati a un modulo architettonico. La flessibilità funzionale e spaziale consentirà di rispondere alle politiche per lo sviluppo sostenibile;
- mettere a punto un programma di assistenza tecnica, incentrato su metodi esplicativi di auto-costruzione, applicabili in differenti realtà geografiche;
- strutturare il progetto architettonico e la sua costruzione sotto forma di percorso formativo, documentando il processo attraverso un manuale sintetico e di semplice comprensione (che rappresenterà uno degli esiti della ricerca), atto a promuovere e a diffondere la conoscenza di metodi costruttivi sostenibili e a consentire la realizzazione di un tipo architettonico replicabile;
- contribuire alla salvaguardia dell'identità costruttiva, attraverso la scelta di tecniche tradizionali e materiali locali, così da preservare le radici culturali delle comunità beneficiarie, garantire sviluppo di competenze e tramandare conoscenze professionali;
- integrare il 'globale' al vernacolare, al fine di migliorare il confort ambientale e dotare le costruzioni di sistemi per la produzione di energia e per l'erogazione di acqua pulita, indispensabili per un reale sviluppo.
Il progetto permetterà di condividere con la ONG Medici con l'Africa CUAMM uno strumento di azione fondato sull'attività di ricerca della Sapienza e di consolidare la presenza della nostra comunità scientifica nella cooperazione internazionale.
Come riportato nel Programma Nazionale di Ricerca italiano «è fondamentale porre fine all'estrema polverizzazione delle attività di cooperazione internazionale nell'ambito della ricerca, e favorire l'emersione di temi e progetti specifici intorno ai quali è possibile, per il Paese, aggregare competenze di alto livello e posizionare la ricerca italiana sullo scenario globale. [...] Riuscire in questo obiettivo non solo aumenterà l'attrattività dell'intero Paese sui mercati internazionali, ma ci renderà anche attori importanti del processo di crescita democratica e socio-economica nelle aree instabili (science diplomacy)» (MIUR, 2015).
La molteplicità delle esperienze consente di individuare approcci e soluzioni, principi, regole, pratiche attuative, ma anche di individuare limiti; da tutto ciò la ricerca intende partire per una revisione critica dei modelli e per definire una metodologia coerente con le istanze della cooperazione in relazione agli obiettivi che si è proposta.
Seppur gli esempi non mancano, il ricorso al 'prototipo auto-costruito' è ancora poco implementato: lo studio intende farne invece uno strumento cardine al quale ricorrere per sopperire alle necessità che si presentano (in particolar modo all'ONG CUAMM).
La possibilità di variazioni d'uso del medesimo modulo rappresenta un significativo aspetto di innovazione, affiancato e rafforzato dall'elaborazione del manuale costruttivo. Questo consentirà la libera diffusione del progetto, ma darà anche la possibilità di adattamenti e modifiche, nell'ottica di un'ampia partecipazione collettiva, soprattutto in fase di realizzazione.