
L'eliminazione radicale del carcinoma della mammella di piccole dimensioni è l'obiettivo che qualsiasi tipo di trattamento terapeutico si propone. Recentemente le nanoparticelle ferromagnetiche (MNPs) sono usate come vettori per costruire sonde molecolari ad alta specificità, con risultati incoraggianti, sia nell'imaging diagnostico multi-modale che in campo terapeutico, in quanto capaci di assicurare il rilascio mirato di farmaci o radio farmaci in specifici tessuti. In tale ambito, obiettivo di questo progetto è stabilire i presupposti che rendono possibile marcare MNPs con isotopi beta-emittenti come il 64Cu valutando se tale radiofarmaco possa essere in grado di indurre, in un sistema cellulare MCF-7 di adenocarcinoma mammario, effetti citotossici tali da assicurare una eventuale radicalità nel trattamento del carcinoma mammario in vivo. In particolare si procederà a studiare:
1. La realizzazione di MNPs coniugate al radioisotopo 64Cu, stabilendo sia la capacità di legame che la stabilità in vitro del prodotto
2. L¿analisi dettagliata degli effetti cititossici di 64Cu-MNPs in cellule MCF-7, utilizzando differenti approcci metodologici. Quindi, sarà valutata: i) la vitalità cellulare dopo colorazione con tripan blue; ii) l'apoptosi cellulare mediante analisi di parametri associati al processo apoptotico utilizzando differenti approcci metodologici quali immunoelettromicroscopia, citofluorimetria e wester blotting
3. Il coinvolgimento del citoscheletro e/o dei mitocondri
In particolare, questi studi permetteranno di accertare l'estensione spaziale degli effetti citotossici indotti dalle radiazioni rispetto al punto di contatto del radiofarmaco con cellule MCF-7 in coltura. La conoscenza di questi dati, potrebbero condurre ad un nuovo approccio metodologico nell¿ambito della radioterapia del carcinoma mammario, caratterizzato da invasività molto modesta e da una più bassa allocazione di risorse, al fine di progettare nuove e migliori strategie terapeutiche.
L'eliminazione radicale dei carcinomi della mammella di piccole dimensioni è l'obiettivo che qualsiasi tipo di trattamento si propone. Esiste una prassi consolidata che, nella maggior parte dei casi, si basa sulla radio-localizzazione eco-guidata delle lesioni, seguita dall'escissione chirurgica e dal controllo del letto di escissione sempre effettuato mediante conteggio della radioattività con sonda manuale di rilevazione gamma. L'ipotesi di evitare l'intervento chirurgico e di trattare queste lesioni mediante radioterapia con MNPs radio-marcate è assolutamente innovativa, ma ha, come presupposti, la possibilità di marcare questo prodotto con isotopi beta-emittenti come il Rame-64 e quella di dimostrare che tale radiofarmaco sia capace di indurre su linee di carcinoma mammario effetti citotossici tali da assicurare la radicalità del trattamento. Tali possibilità devono ancora essere esplorate, in particolare quella relativa agli effetti citotossici. La capacità di penetrazione delle radiazioni beta, infatti, è stimata in 50-5000 µm, ma tale dato è del tutto teorico in quanto l'energia degli elettroni (577.9 KeV) è un'energia media e di conseguenza la capacità di penetrazione di ogni singola particella può variare in maniera significativa. Non è pertanto possibile una stima teorica degli effetti senza un dato sperimentale che definisca e quantifichi tali effetti e ne analizzi la distribuzione spaziale rispetto al punto di contatto del radiofarmaco con le colture cellulari. Tali acquisizioni potrebbero condurre ad un nuovo metodo di radioterapia del carcinoma mammario, caratterizzato da invasività molto modesta e da una minore allocazione di risorse.