Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2210052
Anno: 
2020
Abstract: 

L'osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da ridotta massa ossea e alterazioni qualitative con aumento del rischio di frattura.
Oltre alla densità minerale ossea concorrono al rischio di fratture numerosi fattori clinici tra i quali lo stress cronico riveste un ruolo non ben definito e che necessita di ulteriori studi.
Lo stress cronico è associato con l'alterazione della secrezione degli ormoni dello stress e con appiattimento del ritmo circadiano di produzione del cortisolo. L'aumento del cortisolo pomeridiano porta all'accumulo di tessuto adiposo soprattutto viscerale che produce quantità crescenti di citochine proinfiammatorie con incremento del carico infiammatorio corporeo.
Lo stress cronico è associato con sintomi "non specifici" autonomici come palpitazioni, ansia e depressione, mentre l'elevazione cronica di citochine infiammatorie è associata a manifestazioni "non specifiche" come fatigue, sonnolenza, dolori diffusi, vertigini.
Queste comuni manifestazioni di stress cronico e infiammazione portano a diagnosi poco concrete indicate con il termine "medically unexplained symptoms" o "MUS".
Marcatori di infiammazione legati allo stress hanno dimostrato di essere efficaci nel predire cambiamenti della densità minerale ossea.
La fisiopatologia è rappresentata dal circolo vizioso di infiammazione subclinica costante, incremento delle citochine proinfiammatorie e alterazione dell'equilibrio del rimodellamento osseo.
Obiettivo del nostro studio è indagare gli effetti dello stress cronico sulla composizione corporea, in particolare sul tessuto osseo, in donne in postmenopausa che si presentano a visita ambulatoriale per riscontro di Osteopenia alla densitometria ossea. Obiettivo ulteriore è valutare i possibili effetti benefici di un programma terapeutico costituito da supplementazione con calcio e Vit. D e da un piano di rieducazione personalizzata motorio e nutrizionale per ridurre i MUS e riequilibrare l'asse dello stress

ERC: 
LS4_4
LS4_5
LS7_3
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2888942
sb_cp_es_389333
sb_cp_es_389332
sb_cp_es_389334
sb_cp_es_389335
Innovatività: 

Attualmente non ci sono studi che abbiano indagato gli effetti della riduzione dello stress cronico sulla salute dell'osso ed in generale sulla composizione corporea in pazienti con Osteopenia.
Due possibili strategie per agire sugli effetti dello stress negativi per l'osso potrebbero essere rappresentate da una corretta alimentazione e da un'adeguata attività fisica.
Studi hanno dimostrato che un'alimentazione mediterranea che segua i ritmi circadiani scanditi dalla produzione di ormoni e neuromediatori può determinare il corretto svolgimento delle funzioni metaboliche dei processi di anabolismo e catabolismo. Gli effetti collaterali del processo di distacco dai ritmi circadiani dovuto il più delle volte alle condizioni di stress cronico che caratterizzano la nostra società, colpiscono lo stato di salute psicofisica di molte persone generando spesso sintomatologie varie e aspecifiche (MUS) che successivamente possono sfociare in vere e proprie patologie cronico-degenerative(22).
Allo stesso modo bisognerebbe seguire i ritmi circadiani anche per l'attività fisica che andrebbe posizionata nella finestra mattutina per il corretto equilibrio e funzionamento del Sistema Nervoso Autonomo e dell'asse HPA. In questo modo l'attività fisica non interferisce con il sonno, con il vantaggio di bruciare più grassi grazie alle minori scorte di zuccheri, necessarie durante il digiuno notturno. L'esercizio fisico oltre ad avere effetti positivi sul controllo della pressione arteriosa, della glicemia e del colesterolo nel sangue, aiuta a prevenire le malattie metaboliche, cardiovascolari, neoplastiche, osteoarticolari e riduce il tessuto adiposo in eccesso. Inoltre riduce i sintomi di ansia, stress, depressione e solitudine e comporta benefici evidenti per l'apparato muscolare e scheletrico in termini di prevenzione di sarcopenia e osteopenia.
L'OMS raccomanda per gli adulti tra i 18 e 64 anni almeno 150 minuti di attività moderata o 75 minuti di attività vigorosa in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno due volte a settimana. Per gli anziani da 65 anni in poi le indicazioni sono le stesse degli adulti con l'avvertenza di svolgere anche attività orientate all'equilibrio per prevenire le cadute. Svolgere attività sportiva in età avanzata aiuta ad invecchiare bene aumentando le resistenze dell'organismo e rallentando l'involuzione dell'apparato muscolare, scheletrico e cardiovascolare con miglioramento delle capacità psicointellettuali.
Seguire un'alimentazione e un'attività fisica secondo i ritmi circadiani può far ottenere ottimi risultati in termini di salute psicofisica, riducendo le manifestazioni stress correlate e aumentando l'energia a disposizione. Inoltre migliora la composizione corporea diminuendo il grasso totale e soprattutto il grasso viscerale con conseguente diminuzione dello stato infiammatorio subclinico, deleterio per la salute dell'osso (21).

Codice Bando: 
2210052

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