Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_897749
Abstract: 

Le misure soggettive sono la tecnica più utilizzata per stimare il carico di lavoro mentale. I principali vantaggi risiedono nella semplicità di somministrazione, nell¿immediatezza dei risultati e nella bassa intrusività della misura. Tuttavia, problemi legati ad errori nell¿autovalutazione ne limitano l¿efficacia diagnostica, suggerendo il supporto di altre misure per aumentare la validità predittiva. Uno dei problemi irrisolti consiste nell¿effetto contesto, ossia nel fatto che la percezione di carico di lavoro possa essere influenzata dalla difficoltà di un task precedente. Nonostante questo fenomeno sia stato ampiamente studiato in passato, le evidenze disponibili sono contrastanti e non è stata individuata nessuna possibile soluzione al problema. Un tentativo di definire un protocollo di training aveva fornito risultati preliminari positivi, usando il questionario di self report NASA-TLX (Hart & Staveland, 1988). Questi risultati indicavano la concreta possibilità di limitare l¿effetto contesto e migliorare l¿efficacia diagnostica dello strumento, ma non sono stati condotti altri studi per corroborare questa tesi. Il presente lavoro si pone l¿obiettivo di testare ulteriormente l¿effetto contesto e soprattutto, valutare gli effetti di un protocollo di training nel limitare gli errori di autovalutazione. Questi obiettivi saranno perseguiti sviluppando due esperimenti che riprendano il paradigma sperimentale utilizzato negli studi già svolti su questa tematica. I risultati attesi dovrebbero fornire conferme dell¿esistenza stessa dell¿effetto contesto e inoltre, supportare la tesi che un protocollo di training sia un elemento indispensabile a potenziale l¿efficacia delle misure soggettive di carico di lavoro mentale, limitando gli errori di autovalutazione. Pur se limitati a un singolo strumento, il potenziale applicativo di questi risultati sarebbe garantito dal fatto che il NASA-TLX è uno strumento ampiamente utilizzato in questo settore.

ERC: 
SH4_5
SH4_7
Innovatività: 

Il progetto si orienta in un ambito di ricerca che fa riferimento allo studio della prestazione di un operatore in ambienti complessi, come ad esempio centrali nucleari, torri di controllo del traffico aereo, control room ferroviarie.
Lo studio parte da un¿analisi dello stato dell¿arte rispetto le capacità predittive del mental workload da parte del NASA-TLX, una della scale di autovalutazione più utilizzate in numerosi contesti applicativi.
L¿obiettivo principale è focalizzarsi su uno dei problemi che sono rimasti irrisolti in relazione alla gestione della sicurezza. In complessi sistemi di interazione uomo-macchina l¿importanza delle richieste usate per eseguire il compito può ridurre in modo rischioso le risorse effettivamente disponibili e causare stati di alterazione nella prestazione (come mind wandering, noia, fatica). Infatti, quando gli operatori sono costretti a fronteggiare compiti particolarmente difficili o particolarmente noiosi possono entrare in uno stato di sovraccarico o di sotto-carico cognitivo. In entrambi i casi, la loro prestazione sarà sub-ottimale e la probabilità di errori maggiore. L¿operatore può essere in overload cognitivo quando la richiesta del compito è particolarmente alta ed eccede le risorse attentive disponibili. Diversamente, lo stato di underload è associato con la necessità di combattere la monotonia generata da un compito troppo semplice e/o ripetitivo che induce a ridurre il livello di attenzione e quindi, la capacità di elaborazione delle informazioni. All¿interno di un compito complesso e lungo, stati di carico di lavoro ottimale, particolarmente alto e particolarmente basso possono alternarsi e per questo motivo è necessaria una valutazione costante. I rischi più frequentemente riscontrati sono scarso livello attentivo, eccessiva fiducia nel sistema, fatica, noia, esaurimento delle risorse, ridotta vigilanza e stress.
I risultati attesi da questa ricerca rappresenterebbero un¿importante evidenza a supporto dell¿influenza del contesto operativo sulle autovalutazioni di carico di lavoro mentale. In particolare, in lettura trova riscontro l¿ipotesi che l¿ordine di esposizione a condizioni più o meno difficili abbia un effetto sull¿autovalutazione fornita nelle condizioni successive. Non solo, evidenze preliminari sembrerebbero supportare il ruolo di un training preliminare per ridurre l¿impatto di questo fenomeno. In questo senso, il progetto di ricerca ha l¿obiettivo di fornire indicazioni utili a delineare un protocollo in grado di attutire il rischio di un effetto contesto. Questo risultato avrebbe
un potenziale applicativo enormemente esteso, considerando l¿ampio utilizzo delle misure soggettive in vari contesti professionali nei quali la valutazione del carico di lavoro mentale di un operatore è considerato un elemento essenziale per garantire la sicurezza del sistema.
Un esempio di tale applicazione potrebbe essere costituito dalla definizione di un protocollo di training che fornisca all¿operatore informazioni dettagliate sui vari livelli di difficoltà che potrebbe affrontare durante lo svolgimento dell¿attività. Attraverso un pre-assessment dell¿auto-percezione di mental workload, l¿operatore sarebbe istruito a discriminare in modo ottimale tra i vari livelli di difficoltà e potrebbe migliorare le sue abilità nella compilazione di strumenti di self-report (come il NASA-TLX). In effetti, la portata principale di un simile studio sarebbe anche di natura procedurale, in quanto aumenterebbe la consapevolezza sulla necessità di ¿formare¿ gli operatori rispetto una serie di strumenti (NASA-TLX; Instantaneous Self Assessment; SWAT). Un simile cambiamento avrebbe risultati a cascata sulla capacità predittiva dei citati strumenti di self report, con un conseguente miglioramento nei processi che determinano la sicurezza e le relative policies.

Codice Bando: 
897749

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