Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_646219
Abstract: 

Il tema della sostenibilità ha avuto un¿intensità crescente abbracciando settori disciplinari tra cui quello dell'¿edilizia che risulta essere uno dei maggiori imputati per le emissioni di CO2 e di consumo energetico: non basta più incrementare le prestazioni dei nuovi edifici ma occorre puntare sul risanamento di quelli esistenti, edifici con elevati potenziali margini di miglioramento energetico per i quali però la strada in tale direzione risulta più complessa. La conservazione del patrimonio storico, inteso come risorsa essenziale, deve essere ottenuta con strategie atte a soddisfare gli obiettivi di sviluppo sostenibile globale, integrando nel rispetto dell¿equilibrio tra ambiente costruito e naturale gli obiettivi propri della conservazione e quelli dello sviluppo socio-economico.
Essendo tale ambito di ricerca altamente variegato (tipologie, modalità d¿uso, proprietà, contenuti, utenti), non è possibile stabilire soluzioni più o meno valide in sé, ma bisogna delineare una prassi operativa comune che analizzi a fondo la stretta parentela tra conservazione e sostenibilità. Partendo dal presupposto che non sia possibile prescrivere e normare l¿esito e la tipologia d¿intervento per ciascun singolo caso e che non esistano interventi di per sé corretti o meno, la soluzione dovrebbe essere quella di fornire indicazioni che possano venire replicate all¿interno di uno stesso contesto, una volta riscontrate delle matrici comuni relative alle caratteristiche ambientali, alle tecniche costruttive e ai materiali utilizzati.
La presente ricerca si prefigge, dunque, lo scopo di individuare una metodologia di studio ed analisi dei centri storici e dei loro manufatti edilizi nelle diverse componenti e caratteristiche, in grado di mettere in relazione le istanze energetico-ambientali con quelle conservative, così da orientare il progetto di miglioramento dell¿efficienza energetica in riferimento allo specifico contesto territoriale della cittadina abruzzese di Penne.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_817590
Innovatività: 

La normativa italiana sull'efficienza energetica del costruito prevede la possibilità della deroga per i complessi monumentali e beni paesaggistici con riferimento ai centri storici, per i soli interventi potenzialmente dannosi per le peculiarità materiche-formali dei beni. Tale norma non vuole essere una rinuncia all'intervento e, anche se non c¿è l¿obbligo di rispettare i requisiti minimi imposti, questi comunque rappresentano un livello ottimale a cui avvicinarsi, compatibilmente con le esigenze di tutela, con interventi specifici per ogni contesto.
E' necessario quindi definire una prassi operativa che compia in primis un approfondimento diretto sull'edilizia per comprenderne il valore e il comportamento in qualità di sistema ambientale, così da individuarne il limite fisiologico di trasformazione e alterazione in funzione della sua sensibilità, traccia per la valutazione dei gradi di libertà e compatibilità dell¿intervento.
Tutto ciò assume maggior valore nelle operazioni sui centri storici: patrimonio in cui il valore architettonico-urbano si fonde con quello naturale-paesaggistico del territorio in cui sorgono, rappresentando il risultato di un processo evolutivo di successive stratificazioni, in cui singole architetture e spazi urbani acquistano valore di unicum con il territorio circostante.
Il tessuto dei centri storici italiani è caratterizzato si da emergenze architettoniche, ma il principale elemento costitutivo è l'edilizia di base preindustriale, meritevole quindi di tutela per la sua natura ma soprattutto per il ruolo che riveste nella caratterizzazione della città. Una trasformazione non controllata di tali manufatti dunque, comporta un depauperamento della città stessa, venendo meno un elemento che, pur essendo di rilevanza architettonica minuta, è vitale della sua condizione organica.
Quanto detto non è riferibile alle sole operazioni di efficientamento energetico, ma a tutte quelle che avvicinano l'edilizia storica alle più recenti esigenze della nostra società. Una considerazione a tal proposito è che l¿aumento delle disposizioni normative odierne porta con se la necessità di attuare meccanismi che non ragionino per singoli aggiustamenti ma per sistemi: sinergie che, alla stregua della conservazione integrata, considerino in maniera olistica tutti gli interventi atti alla messa in sicurezza del patrimonio (ambientale, strutturale, in caso d'incendio, d'uso considerando barriere architettoniche, fruibilità e miglioramento energetico), anche al fine di rendere meno intrusivi gli interventi stessi. Per far ciò occorre iniziare a ragionare secondo la logica della conoscenza, ovvero secondo la quale maggiore è la conoscenza, meno invasivo potrà essere l'intervento, teoria che si sta diffondendo nell'ambito del rischio sismico connesso ai beni culturali.
Nel caso dei centri storici, per poter costruire una maggiore conoscenza, si potrebbe pensare a misure ritagliate su ambiti omogenei, in quei casi che oggettivamente non possono essere resi conformi alle disposizioni generali. Occorre quindi, sulla base di analisi del centro analizzato, definire parametri derivanti sia da aspetti storico-formali che da quelli tecnologici e strutturali, al fine di poter classificare in ambiti più o meno omogenei l'edilizia storica.
L'obiettivo di questa ricerca è proprio quello di arrivare a compiere questo tipo di valutazioni e confronti tra edifici tipologicamente simili o comunque soggetti alle medesime ipotesi di intervento,che possono portare alla redazione di linee guida locali, condivisibili con gli organi preposti alla gestione del territorio, che integrino quelle promosse dal MiBACT per l'uso efficiente dell'energia nel patrimonio culturale. In questo modo si delineerebbero degli strumenti di conoscenza e guida all'intervento, in grado di gestire la trasformazione urbana nel rispetto di tutti quei caratteri locali che definiscono il valore intrinseco dell¿edificio e del suo contesto: una sorta di manuali del recupero, che si configurerebbero così non solo come dei documenti di conoscenza organica di un determinato luogo ma anche come strumenti di indirizzo per una controllata trasformazione dello stesso, integrando le necessità della conservazione e le nuove esigenze. Ciò appare ancora più importante alla luce del DL 25/11/2016 n. 222 che individua tra gli interventi per i quali non sarà più necessaria l¿autorizzazione paesaggistica e quelli che potranno ottenere il nulla osta con procedura semplificata, quelli tesi al miglioramento energetico, sismico, all¿eliminazione di barriere architettoniche, spesso concepiti per rispondere al solo requisito tecnico senza alcun accorgimento estetico. La comprensione dei luoghi dunque, dovrebbe portare a soluzioni tecniche progettuali che, per quanto tecnologicamente innovative, si pongano in continuità con le preesistenze, inserendosi nel contesto come un nuovo segno che lo caratterizza e non come un elemento deturpante, divenendo parte integrante del paesaggio.

Codice Bando: 
646219
Keywords: 

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