L'Anoressia Nervosa (AN) è un disturbo psichiatrico con elevato tasso di mortalità, caratterizzato dal controllo sistematico dell'assunzione di cibo, un'intensa paura di ingrassare e un'alterata percezione del proprio corpo. La distorsione dell'immagine corporea ha un effetto sull'incidenza, la prognosi e la ricaduta del disturbo. Allo stato attuale, non vi sono validati trattamenti farmacologici né psicoterapeutici ampiamente efficaci per la sua cura.
Recenti studi delle neuroscienze cognitive e sociali hanno mostrato che: 1) è possibile alterare sperimentalmente la percezione del proprio corpo utilizzando un paradigma basato sulla stimolazione multisensoriale interpersonale (IMS) e la realtà virtuale immersiva (VR); 2) le pazienti AN mostrano una compromissione variabile delle funzioni esecutive, specialmente a carico del controllo cognitivo, suggerendo l'importanza di indagare il contributo della sfera cognitiva nell'elaborazione della rappresentazione corporea.
Questo progetto mira dunque - attraverso l'uso di misure cliniche, psicofisiologiche e neurofsiologiche - ad indagare in pazienti AN e in controlli neurotipici: 1) l'efficacia della IMS condotta su corpi virtuali di diverse dimensioni nell'indurre cambiamenti plastici nella rappresentazione del corpo;2) i meccanismi neurali alla base del controllo cognitivo legato al conflitto evocato dall'attivazione simultanea di rappresentazione di corpi magri (ideali) e grassi (aversivi). Caratterizzare la plasticità dell'immagine corporea, e determinare se la sua distorsione possa dipendere da alterazioni del circuito frontale nell'elaborare le rappresentazioni conflittuali del corpo, aprirebbe la strada all'implementazione di approcci combinati comportamentali (IMS, VR) e di stimolazione cerebrale non invasiva - che possano affiancare i normali percorsi psicoterapeutici verso l'obiettivo di ridurre le alterazioni dell'immagine corporea e modificare i processi percettivo-cognitivo-emotivi disfunzionali sottostanti.
Questo progetto mira a caratterizzare ed eventualmente ridurre le distorsioni della rappresentazione del corpo nell'AN tramite l'illusione di embodiment di corpi virtuali di diverse dimensioni, e l'identificazione di circuiti neurali disfunzionali associati al controllo cognitivo di rappresentazioni corporee conflittuali; partendo dall'ipotesi che non solo la componente percettiva, ma soprattutto quella cognitivo-affettiva della rappresentazione corporea siano gravemente alterate nell'AN.
Nonostante alcuni studi abbiano utilizzato la IMS e la realtà virtuale immersiva per ridurre la distorsione dell'immagine corporea nell'AN, è ancora poco chiaro quanto l'effetto osservato sia robusto, quanto sia specifcamente dovuto alla IMS e come questo tipo di illusioni influenzino e interagiscano con le sfere affettive ed emozionali della rappresentazione corporea, che sono fra le componenti centrali del BID. I nostri studi precedenti hanno mostrato che l'illusione di possedere corpi virtuali più grassi del proprio corpo, e ritenuti molto poco attraenti, porti ad esperire emozioni negative nelle pazienti AN. Il primo obiettivo del presente progetto è verificare se sia possibile ridurre la sovrastima della rappresentazione del corpo (in particolare dello schema corporeo) inducendo nelle pazienti AN l'illusione di embodiment con un avatar sottopeso.
L'internalizzazione di un corpo ideale normopeso e la riduzione del malessere emotivo a seguito di aumento di peso appaiono come importanti obiettivi terapeutici. Una volta sviluppato un paradigma solido che permetta di misurare e alterare la dispercezione dell'immagine corporea nelle pazienti, la realtà virtuale potrebbe essere usata, con la dovuta cautela, per esporre gradualmente e abituare i pazienti con AN ad una versione più sana del proprio corpo e potrebbe rappresentare un passaggio intermedio nell'accettazione della propria immagine corporea e dell'aumento di peso che il processo terapeutico comporta. I risultati di questo studio potrebbero dunque fornire uno strumento dall'utilizzo relativamente semplice ma estremamente utile, efficace ed innovativo nel trattamento di un aspetto cruciale della patologia.
D'altro canto, recenti studi hanno messo in evidenza come le pazienti anoressiche possano mostrare un'alterazione variabile delle funzioni esecutive, specialmente a carico del controllo cognitivo. Tuttavia, nonostante il corpo sia un elemento saliente in questa popolazione clinica, il ruolo del controllo cognitivo sulla dispercezione dell'immagine corporea nell'anoressia nervosa non è ancora stato oggetto di indagine. Studiare i correlati neurali associati alla risoluzione del conflitto indotto da stimoli corporei, sarà utile per capire se l'alterazione della rappresentazione corporea nell'AN possa essere determinata da una ridotta capacità del circuito frontale nell'elaborare le rappresentazioni delle risposte errate e conflittuali associate al corpo, offrendo una prospettiva sperimentale multidimensionale in grado di chiarire ulteriormente i processi causali alla base della distorsione della rappresentazione corporea.
La registrazione EEG in questo studio può offrire informazioni non solo su come uno stimolo conflittuale raffigurante un corpo venga percepito ed elaborato in una popolazione di pazienti AN, ma anche su come questi processi influiscano sulla performance e sulla risposta all'errore a livello neurale. Inoltre, tramite l'EEG è possibile valutare la presenza di alterazioni elettrocorticali associate al controllo cognitivo e all'elaborazione della rappresentazione corporea nell'AN. L'individuazione di un marker neurale alla base di questi processi cognitivi potrebbe essere importante al fine di utilizzare procedure non invasive di neuromodulazione elettrica (come la stimolazione transcranica a corrente alternata, tACS) attraverso cui è possibile indurre cambiamenti di lunga durata nell'attività neurale e ripristinare il pattern disfunzionale individuato. Questo aprirebbe la strada all'implementazione di un approccio combinato comportamentale e di stimolazione cerebrale non invasiva - che possa affiancare o coadivuare i normali percorsi psicoterapeutici - con l'obiettivo finale di modulare la distorsione della rappresentazione corporea nell'AN ed i processi percettivo-cognitivo-emotivi disfunzionali che ne sono alla base.
Inoltre, validare l'utilizzo della versione del Flanker con corpi magri/grassi ha un'importanza anche dal punto di vista clinico, in quanto il Flanker ha la potenzialità di offrire una misura comportamentale del controllo cognitivo che altri questionari non sono in grado di offrire. La somministrazione del Flakner potrebbe fornire una misura combinata di due sintomi cardine dell'AN: la necessità di controllo e la distorsione dell'immagine corporea. I dati ottenuti potrebbero essere correlati con altri valori di tipo clinico e contribuire alla valutazione dei progressi terapeutici.