Il progetto si propone l'obiettivo di indagare la figura del Padre gesuita Francesco Manera (1798-1847), e di porre l'accento sul sistema educativo e culturale ottocentesco al quale apparteneva, un contesto fortemente caratterizzato dalla presenza della Compagnia di Gesù nell'ambito degli studi e dell'insegnamento. Manera, oltre a ricoprire importanti incarichi presso il Collegio romano, fu anche intenditore di letteratura italiana e docente di Eloquenza a Torino. A partire da un approfondimento del suo ruolo di docente, finora scarsamente approfondito, si intende attuare un censimento sistematico dei suoi manoscritti, conservati in importanti biblioteche d'Italia. La schedatura, che sarà edita in digitale, prevederà una descrizione analitica e una parziale trascrizione dei codici censiti. Particolare attenzione sarà dedicata ai manoscritti di ambito propriamente letterario. Nello specifico, verrà trascritto e analizzato un quaderno compilato durante l'esperienza torinese dedicato al Decameron e a trattati sulla lingua del `300. Questo documento risulta di particolare interesse perché dedicato a una delle opere più censurate nella storia italiana; il testo boccacciano fu peraltro osteggiato dallo stesso ordine gesuita per i suoi contenuti lascivi e anticlericali. Manera invece vi pone molta attenzione, sul piano del contenuto e della lingua, includendo nella copiatura anche sezioni proibite e dimostrandosi, così, una figura controcorrente nel contesto ottocentesco. La trascrizione, integrale e commentata, di questo volumetto verrà inserita all'interno della sistematizzazione dei manoscritti del Padre gesuita, contenenti tracce dei suoi più disparati interessi, dalla scienza alla storia, dalla lingua alla letteratura. Un'analisi sistematica dei quaderni di Manera, ad oggi mai analizzati nel loro complesso, rappresenta dunque una fonte inedita sia per lo studio della letteratura nell'Ottocento sia per approfondire un capitolo della fortuna dell'opera di Boccaccio.
La biografia di Manera e la sua collocazione all'interno del panorama ottocentesco non sono finora state indagate in un'ottica complessiva, che tenga conto dei suoi molteplici ruoli all'interno delle fila gesuitiche e dei suoi plurimi interessi come studioso e docente. Oltre agli studi ricordati, quasi tutti ormai risalenti al secolo scorso, a Manera si sta dedicando in tempi recentissimi la studiosa F. Alfieri. Gli aspetti di Manera presi in considerazione sono comunque per lo più quelli istituzionali - in quanto padre provinciale della Compagnia di Gesù e Rettore del Collegio romano - e quelli scientifici o teologici, la sua attività di esorcista in particolare: cfr. F. Alfieri et al. (a cura di), Avventure dell'obbedienza nella Compagnia di Gesù. Teorie e prassi fra XVI e XIX secolo, 2012.
Il progetto, focalizzato sull'attività di docente di Francesco Manera, approfondirebbe un aspetto inedito del suo profilo culturale. In quanto parte di un ordine che vede nella missione dell'insegnamento una delle sue più importanti caratteristiche, il ruolo di Manera come veicolatore della letteratura italiana in ambito scolastico incrocerebbe, inoltre, un altro innovativo aspetto: storia e caratteristiche dell'insegnamento letterario nell'Ottocento preunitario. Su questo punto, fondamentali contributi sono stati dedicati ai secoli precedenti: G. P. Brizzi (a cura di), La Ratio studiorum. Modelli culturali e pratiche educative dei Gesuiti in Italia tra Cinque e Seicento, 1981; Id., La scuola in collegio. I gesuiti e l'insegnamento negli antichi Stati italiani (1540-1650), in Dall'Università degli studenti all'Università degli studi, a cura di A. Romano, 1991, p. 107-124; E. Becchi (a cura di), Scuola e istruzione popolare dall'età della Controriforma al secolo dei Lumi, in Storia dell'educazione, 1987; D. Tongiorgi, L'eloquenza in cattedra. La cultura letteraria nell'università di Pavia dalle riforme teresiane alla repubblica italiana (1796-1805), 1997.
Altri studi sottolineano quanto vi sia ancora da indagare per gli anni iniziali e centrali dell'Ottocento, in un'Italia ancora frammentata politicamente: vd. in partic. R. Cremante, S. Santucci, Il canone letterario nella scuola dell'Ottocento. Antologie e manuali di letteratura italiana (2009). In questo senso il microcosmo dei documenti letterari di un singolo professore, tra lezioni, discorsi accademici e appunti preparatori, può far luce sul panorama italiano dell'insegnamento delle lettere; un argomento complesso, che la pubblicazione di documenti inediti può contribuire ad approfondire.
Un altro nodo cruciale per la cultura italiana di questo periodo è il ruolo che la Compagnia di Gesù, fino al Settecento egemone nel campo dell'educazione, ricopre a seguito della sua soppressione (1773) e successiva restaurazione (1814). Il XIX secolo è un periodo di difficili equilibri e forti turbamenti per l'assetto della Compagnia e la stabilità dei suoi regolamenti interni. In questo frangente, per numerosi aspetti ancora da indagare, avviene infatti anche la messa in discussione della Ratio studiorum, per secoli considerata faro immodificabile per i programmi scolastici dei collegi. Nel 1832 la Ratio viene ampiamente modificata, attraverso il lavoro di una commissione a cui anche Manera prende parte. Resta da constatare quanti e quali di questi cambiamenti si assestino, sul fronte letterario, su una rotta di novità e ammodernamento rispetto ai principi normativi e censori che caratterizzavano i programmi di letteratura volgare precedentemente svolti. L'esperienza di Manera appare certamente innovativa, ma è da chiarire quanto della modernità che caratterizzava i contenuti dei suoi discorsi in classe prese parte alla modifica istituzionale del documento fondante dell'ordine gesuita. Focalizzare l'apporto di Manera in questo processo rappresenta un'opportunità per far luce su dinamiche didattiche e compromessi ufficiali, sul rapporto tra libertà del singolo docente e istituzioni ecclesiastiche in materia di insegnamento. Per questo, si è scelto di approfondire come case study l'opera di Boccaccio, una delle più proibite dall'Indice. La sua presenza all'interno degli appunti di Manera può dire molto sulle sue posizioni novatrici e pone importanti interrogativi su come il Decameron venisse offerto alla studiosa gioventù, soprattutto nelle sue parti più esplicitamente sessuali e anticlericali. In tal modo la ricerca lavorerebbe anche sul terreno della fortuna ottocentesca di Boccaccio, scarsamente approfondita soprattutto in rapporto al mondo gesuita (gli unici cenni a riguardo in V. Trombetta, Libri e biblioteche della Compagnia di Gesù a Napoli dalle origini all'Unità d'Italia, in «Hereditas Monasteriorum», 4, 2014). Inoltre si cercherà di capire in quali forme editoriali l'opera circolasse, attraverso quali canali venisse conosciuta anche nelle sue parti oscurate e che posizione essa ricoprisse nell'ambito dell'insegnamento.