Lo studio dell'ordine architettonico classico per mezzo del disegno offre la possibilità di sviluppare un'indagine volta alla lettura delle logiche operative alla base delle procedure di proporzionamento e della costruzione degli elementi. Una sequenza di operazioni espresse per via grafica, un algoritmo che oggi possiamo ripercorrere per mezzo della rappresentazione digitale (di tipo continuo e di tipo discreto) finalizzata non solo alla descrizione della forma nella sua configurazione finale ma estesa alla intera genesi costruttiva. La rappresentazione tridimensionale dell'ordine architettonico diviene lo strumento privilegiato con il quale ricercare le stesse logiche costruttive del disegno, logiche attuate per secoli allo stesso modo e ancora visibili nelle incisioni dei tracciati di cantiere negli elementi non finiti. Processi logico-operativi di supporto alla realizzazione degli elementi per mezzo dei quali la materia lapidea subiva un processo di raffinamento delle lavorazioni che li accompagnavano dalle sbozzature iniziali realizzate nella cava, fino ai perfezionamenti finali eseguiti in opera. Questo approccio fondato sul carattere costruttivo del disegno conduce a due conseguenze notevoli. Da un lato evidenziare il carattere universale dell'ordine che, svincolato da logiche metriche, fonda le sue ragioni su logiche comuni alle operazioni di disegno e costruzione. Dall'altro articolare su questi ragionamenti un metodo di rilevamento dell'architettura classica, che non significhi registrazione di tutte le variazioni teoriche o metriche che le regole hanno subito nel tempo ma che sia capace di comprendere e analizzare la grammatica e la sintassi del linguaggio classico dell'architettura.
L'innovatività della ricerca va ritrovata nella proposta di un metodo d'indagine e di lettura dell'ordine architettonico classico che potremmo definire in continuità di pensiero con l'approccio conoscitivo maturato dagli architetti rinascimentali che "di fronte all'esemplare classico, invece di copiarlo, ne riuscirono ad estrarre le regole" (C. Thoenes, H. Gunther, 1985, p. 263). Nonostante gli ordini classici siano stati studiati in molti modi e le ricerche siano state in grado di evidenziare le numerose varianti di ciascuna delle cinque maniere, in questa ricerca si intenderà analizzare la logica comune alla base del processo di formazione dell'ordine in modo da definire una sorta di canovaccio sul quale articolare le operazioni di disegno e di rilevamento. Solo in seguito a questo profondo processo di conoscenza, atto a chiarire la grammatica e la sintassi del linguaggio architettonico, si potranno poi condurre operazioni di rilevamento di un'architettura classica con piena consapevolezza critica. Un rilevamento che non significhi registrazione di tutte le variazioni teoriche o metriche che le regole hanno subito nel tempo o nelle applicazioni pratiche delle realizzazioni degli architetti ma, pur rimanendo per questa attività di ricerca nell'area della rappresentazione, che sia capace di capire e verificare se esistano logiche comuni sottese alle operazioni di disegno e costruzione dell'ordine classico. Indagini che condurranno alla definizione di un metodo che potrà essere in futuro applicato ad altri casi di studio ed integrato con contributi di natura interdisciplinare.
Altro elemento foriero di possibili elementi di originalità è la rappresentazione digitale dell'ordine in analogia con le fasi di realizzazione delle sue varie parti. Questo approccio ha ricadute notevoli nell'interpretazione di alcuni elementi che potrebbero apparire ancorati al mondo dell'arte per il loro carattere scultoreo allontanandoli dal mondo dell'architettura cui appartengono. I numerosi studi condotti in ambito archeologico o storico, infatti, sembrano più mirati ad analizzare le variazioni stilistiche e tipologiche che si sono susseguite nel corso del tempo nelle varie culture del Mediterraneo. Ricondurre le fasi di creazione di un elemento complesso come un capitello corinzio, alle regole controllate con le logiche della geometria, vuole dire restituire al disegno il suo ruolo chiave nella genesi di una forma poi attuata e messa in pratica nel mondo reale. Opera che, va ricordato, veniva eseguita da più soggetti, in fasi diverse e in luoghi diversi e che riavvicinano l'idea di un elemento plastico al processo logico della sua genesi, descritto dalle piante e alzati dei capitelli, a volte ancora visibili nei tracciati di cantiere degli elementi non finiti.
Oggi è possibile ripercorrere questo processo affidandoci ai metodi digitali della rappresentazione attraverso un uso consapevole dei caratteri specifici dei diversi strumenti e integrando in un modello ibrido, caratteri di natura matematico-parametrica con quelli di natura poligonale-scultorea. La rappresentazione diventa in questo modo non solo la possibilità di visualizzare una forma plastica lontana dalle superfici classiche della geometria ma soprattutto la capacità di leggere nel processo che l'ha generata, la medesima logica di supporto alle ragioni dell'ordine classico. In quest'ottica il recupero del disegno degli ordini classici oggi ormai quasi bandito del tutto nei corsi accademici, se non relegato in qualche insegnamento di storia, si dimostra invece di grande attualità e al contempo di estrema utilità per la formazione di quel percorso logico, e quindi grafico, delle fasi di un progetto essenziale per chiunque voglia confrontarsi con il controllo della forma architettonica.