Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1449917
Anno: 
2019
Abstract: 

Mettendo a frutto gli esiti di un'indagine etnografica incentrata sulle fasce giovanili della società tunisina (cfr. progetto di ricerca di Ateneo finanziato nel 2016), la ricerca si propone di indagare i significati impliciti ascrivibili alla dimensione religiosa e in particolare alla capacità di attrazione che l'islam ha saputo esercitare nella popolazione giovanile e in quella femminile tunisina, nel corso della complessa transizione post-rivoluzionaria. Donne e giovani, infatti, costituiscono due categorie tradizionalmente escluse dal monopolio esegetico e dall'esercizio dell'autorità in ambito religioso musulmano.
Le strategie di affiliazione al modello islamico andranno intese anzitutto come percorsi di incorporazione di uno statuto identitario, quindi come strumento fondante di una solidarietà intergenerazionale e/o di genere.
Osservatorio preferenziale sarà il contesto tunisino, con attenzione specifica alla macroarea urbana della Grand Tunis. Si privilegeranno forme devozionali e pratiche di affiliazione confraternale che contemplano una adesione numerosa da parte di donne e giovani, soprattutto all'interno di fasce sociali marginali. Tali soggetti verranno osservati, ove possibile, anche in alcuni contesti di migrazione verso la sponda nord del Mediterraneo. Il fatto sociale religioso, infatti, è costitutivamente trans-nazionale, come testimoniano la circolazione, gli scambi - ora pacifici, ora conflittuali - e i sincretismi cui sono andati incontro in particolar modo i flussi culturali connessi alle tre religioni del Libro in area mediterranea. L'obiettivo è mettere in risalto la pregnanza dell'elemento religioso nella "fabbricazione" di campi sociali che travalicano i confini dei singoli Stati nazionali e che vedono coinvolta una vasta ed eterogenea schiera di uomini (e donne) religiosi, credenti comuni, associazioni a finalità religiosa, confraternite sufi, gruppi che intendono ripristinare una Umma islamica globale.

ERC: 
SH5_8
SH3_3
SH3_6
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_1819071
sb_cp_is_1810370
sb_cp_is_1820312
sb_cp_is_1830106
sb_cp_es_256792
sb_cp_es_256793
sb_cp_es_256794
Innovatività: 

Un tratto innovativo della ricerca risiede nel tentativo di piegare le forme della devozione giovanile e popolare a una più approfondita considerazione del modo in cui la pratica religiosa (e il suo sotto-testo culturale, politico e sociale) plasma la soggettività di giovani donne e uomini tunisini.
Il lavoro etnografico potrebbe concorrere in modo efficace a profilare gli esiti di un simile processo, restituendo in termini di "autorappresentazione" l'immagine di un Paese attraversato da un'effervescenza del campo religioso, tra dimensioni confraternali mai sopite, attualità e persistenza del culto dei santi e reviviscenza di forme di religiosità che veicolano nuovi modelli sociali, nuove ambizioni generazionali.
L'approccio etnografico consentirà anche di comprendere come giovani nati o approdati in contesti migratori si adeguino ai codici normativi e ai vincoli sociali della cultura ospitante e come al tempo stesso declinino l'appartenenza alle comunità religiose nel segno di una negoziazione identitaria tra l'immaginario di una patria preclusa e quello di una patria provvisoria. L'emergenza del terrorismo jihadista in Europa ha comportato negli ultimi anni la necessità di soffermarsi su espressioni e contenuti di una religiosità giovanile la cui maturazione e germinazione avviene entro un contesto di contro-identificazione generazionale, sullo sfondo di una presa di distanza dai mondi culturali dei padri. Come ricorda, tra gli altri, Olivier Roy, la socializzazione religiosa di giovani musulmani in Europa porta sempre più i segni di una acculturazione contrastiva, che si accompagna a un rigetto delle espressioni culturali tradizionali possedute da genitori e nonni.
Ma se è vero che lo spazio pubblico diventa percorribile per i giovani attraverso la mobilitazione del discorso religioso, sarà necessaria un'attenzione antropologica (fin qui non adeguatamente esercitata) ai processi di soggettivazione religiosa con cui tali attori sociali condividono stili, estetiche, codici culturali e corporali di matrice religiosa, condensando così pratiche e sentimenti di appartenenza sociale e politica. La soggettività, come categoria analitica sensibile al metodo etnografico, non si esaurisce infatti in una prospettiva meramente individualistica o privata, ma è un pretesto per indagare le condizioni politiche, sociali ed economiche che modellano il profilo del singolo individuo su un calco condiviso.
Il collocamento della dimensione religiosa nel più ampio contesto politico tunisino permetterà inoltre di analizzare la costruzione retorica delle categorie di "laicità" e "secolarismo", spesso ancorate ideologicamente a tradizioni effimere, oppure costruite artificiosamente da attori e agenzie politiche nazionali e internazionali. Ciò assume ancor più interesse rispetto a un Paese come la Tunisia, su cui a lungo le scienze sociali hanno applicato lenti ideologiche mutuate dalla retorica propagata dal regime di Ben Ali, che ostentava il carattere laico di un Paese pronto a farsi "allievo modello" dell'Occidente. In realtà, come oggi è del tutto evidente, si trattava di uno statuto laico fittizio e perseguito mediante la repressione della pratica religiosa e l'intervento massiccio dello Stato nella gestione della materia sacra: dalle ingerenze nelle nomine degli imam alla predeterminazione del contenuto delle prediche dei venerdì.
In questa prospettiva, lo sguardo antropologico potrà diventare spazio critico innovativo per una rivisitazione dell'immaginario religioso che si dilata inevitabilmente su un orizzonte transnazionale e che autorizza la formulazione di quesiti ancora inevasi. Quale ruolo spetta alla religione nell'intessitura del legame sociale e comunitario, nella Tunisia contemporanea e nelle comunità tunisine presenti in Italia? Quali sono i momenti aggregativi e di socializzazione all'interno dei gruppi giovanili di pari che meritano di essere indagati nel loro potenziale fondativo di soggettivazione politica, eventualmente critica o contestataria rispetto al presente? Che livello di emancipazione e di visibilità sociale consente alle donne una pratica rituale e cultuale che traduce la loro devozione in sentimento di appartenenza?
È su un simile avanzamento conoscitivo che la presente ricerca intende onorare un'ambizione innovativa, consegnando l'islam quotidiano a nuove forme di dinamismo religioso, di rappresentatività sociale, simbolica, antropologica. Ed è con una simile disposizione che l'impegno etnografico tenterà di restituire diritto di parola a quei giovani che hanno vissuto le Primavere arabe con la bruciante disillusione di un progetto tradito. È con questa ambizione, in ultima istanza, che si tenterà di inverare, a otto anni di distanza dalla Rivoluzione dei gelsomini, la natura di un risentimento che si è spesso tradotto nell'ennesimo transito silenzioso tra le due rive del Mediterraneo di giovani tunisini senza speranza, senza sogni, senza futuro, senza fiducia nei padri e nella patria.

Codice Bando: 
1449917

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