Introduzione
L'opera in 4 volumi dei disegni e dei progetti dello studio di Giovanni Rebecchini, uno degli architetti più attivi nella Capitale romana.
L'opera in 4 volumi dei disegni e dei progetti dello studio di Giovanni Rebecchini, uno degli architetti più attivi nella Capitale romana.
L'architettura, insieme agli spazi abitabili, genera immagini e dalle immagini trae spunto e ispirazione. Per questo motivo la materia architettonica è riconducibile ad un progetto interdisciplinare di analisi e critica dei linguaggi visivi come quello dei visual studies, incentrati sull'indagine della visual culture.
Talora, nella storia, i limiti descrittivi del disegno hanno messo in secondo piano certe qualità dei materiali dell’architettura intuite nel passato e oggi attribuite esclusivamente ai linguaggi contemporanei. È questo il caso dei fenomeni ottici delle immagini riflesse sulle superfici vetrate dell’architettura. Intuite le loro potenzialità negli anni del modernismo, a distanza di tempo hanno sancito la nascita di un’estetica architettonica d’impronta fenomenologica.
Il saggio presenta gli esiti della ricerca svolta in Argentina sull’opera di Gaetano Moretti e in particolare sul suo progetto per il Circolo Canottieri Italiani al Tigre nei pressi di Buenos Aires, al Tigre, sul delta del Paraná. L’edificio, i cui caratteri riprendono l’architettura italiana, viene preso come esempio per analizzare le relazioni culturali che legano Italia e Argentina, con particolare riferimento alla costruzione della città e dell’architettura ad opera di architetti e maestranze italiane tra il XIX e il XX secolo.
Una bibliografia borrominiana che arricchisce quelle presenti nelle precedenti edizioni con una premessa di storia della critica sulla fortuna di borromini a partire dai primi scritti che ne fanno menzione.
Per facilitare le ricerche su temi specifici si e scelto di elencare oltre ai volumi monografici anche articoli in riviste, cataloghi di mostre, atti di convegni e volumi miscellanei, questo consentirà a chi vorrà approfondire determinati temi di muoversi con maggiore facilità.
L'opera architettonica di Roberto Pirzio Biroli nella sua relazione tra storia e natura. In particolare i suoi interventi nel parco del Cormor a Udine, dove la relazione tra architettura e natura diviene un elemento fondamentale del progetto, e in Portogallo nella Val de Vez, dove elabora un master plan volto alla valorizzazione del paesaggio rurale e al recupero dei borghi antichi. L'articolo analizza anche il progetto per il nuovo Centro Internazionale sul plurilinguismo di Udine che costituisce una riflessione per la rilettura del lotto gotico tipico della città storica.
Lettera ai soci Aistarch (associazione italiana degli storici dell'Architettura), attraverso una breve nota sull’attuazione di nuovi metodi didattici, rifacendomi all’esperienza vissuta nell’Ateneo di Roma Sapienza, presentata nella scorsa Assemblea Aistarch a Mantova, dedi- cata all’insegnamento e al lascito dei Grandi Maestri della Storia dell’Architettura, uno su tutti Bruno Zevi, di cui celebravamo il centenario.
Oggetto della ricerca è l'indagine sulle forme e sulle tecniche che uniscono il mondo dell'arte, dell'architettura e dell'ingegneria in Italia in un cruciale periodo storico: a partire dagli anni del secondo dopoguerra, attraversando il boom economico degli anni Sessanta, fino ad arrivare al 1970, quando si conclude la stagione d'oro dell'ingegneria Italiana.
La ricerca ha come oggetto di studio le opere architettoniche sperimentali e innovative del Novecento, siano esse opere uniche per forma, materiale, tecnologia o soluzione costruttiva. Queste originali architetture iconiche sono indagate nel loro rapporto tra forma e costruzione, tra innovazione tecnica e formulazioni tipologiche, tra uso di materiali e tecniche del costruire, tra consuetudini costruttive e reinterpretazione di modelli, tra committenza, condizione artistica e culturale.
All’interno del complesso e articolato patrimonio architettonico del Movimento Moderno, ci stupiscono, ancora oggi, le architetture di Lina Bo Bardi. Vive e attuali, non sembrano mai invecchiare. Il presente studio trova nel disegno una chiave di lettura che permette di comprendere meglio questa vitalità. Spazi, geometrie, funzioni, percorsi, viste, percezioni, sensazioni, si innestano all’in-terno di uno spazio urbano in continua evoluzione. Le architetture di Lina, a qualsiasi scala, sembrano non perdere mai la freschezza in una città in continua trasformazione.
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