impugnazioni

Resistenze giurisprudenziali al capolinea: la forza granitica della sentenza di assoluzione e la necessaria riassunzione della prova dichiarativa anche nel giudizio d’appello da rito abbreviato

É affetta da vizio di motivazione ex art. 606, co. 1, lett. e), cod. proc. pen., per mancato rispetto del canone di giudizio 'al di là di ogni ragionevole dubbio’, di cui all’art. 533, co. 1, cod. proc. pen., la sentenza di appello che, su impugnazione del pubblico ministero, affermi la responsabilità dell’imputato, in riforma di una sentenza assolutoria emessa all’esito di un giudizio abbreviato, operando una diversa valutazione di prove dichiarative ritenute decisive, senza che nel giudizio di appello si sia proceduto all’esame delle persone che avevano reso tali dichiarazioni

Termini per il deposito della motivazione nel il giudizio di rinvio ex art. 311 c.p.p.: le incomprensibili incertezze su un dato normativo inequivocabile

Lo scritto analizza la decisione di remissione alla sezioni unite della Suprema corte in tema di termini deposito della motivazione nel giudizi di rinvio al tribunale del riesame

Il punto delle sezioni unite sul termine per il deposito della motivazione nel il giudizio di rinvio ex art. 311 c.p.p.

Il presente contributo commenta la sentenza delle Sezioni unite della Suprema Corte che si è pronunciata sulla proroga dei termini per il deposito della motivazione del provvedimento emesso dal tribunale del riesame in funzione di giudice del rinvio a seguito di annullamento dell'ordinanza in sede di legittimità.

Il diritto al controllo nel merito tra immediatezza e ragionevole dubbio.

Il contributo analizza gli itinerari percorsi dalla dottrina e dalla giurisprudenza in materia di doppio
grado di giurisdizione di merito. Le recenti interpretazioni della giurisprudenza europea hanno inciso
in maniera significativa sulle prassi interne tanto da imporre modifiche legislative. L’appello, concepito
come giudizio meramente cartolare e improntato alla rilettura degli atti di prime cure, ha assunto
una nuova fisionomia: la giurisprudenza prima, il legislatore poi, hanno imposto un vaglio improntato

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