Il progetto di ricerca intende indagare i problemi della omogenitorialità, declinando questa difficile problematica sia sotto il profilo della adozione da parte di coppie omosessuali, avendo riguardo alle diverse scelte che sono state operate nell'ordinamento giuridico italiano e in altri ordinamenti europei, con specifico riferimento al diritto spagnolo, sia sotto il profilo del riconoscimento nell'ordinamento interno di un atto di nascita formato all'estero, dal quale il nato risulti figlio di due padri o di due madri. IN questa prospettiva diventa indispensabile valutare anche eventuali limiti di ammissibilità della maternità surrogata, valutando le esperienze maturate nell'ordinamento statunitense.
Al fine di comprendere la importanza del fenomeno e, dunque, le sue potenzialità, è indispensabile considerare quali sono i dati. In Italia, le ultime stime risalgono a un¿ indagine del 2005 condotta dall¿Istituto Superiore di Sanità, che rilevò su circa 7.000 omosessuali, che il 18% degli uomini gay e il 21% delle donne lesbiche dichiarò di avere dei figli. Si arrivò a stimare la presenza in Italia di circa 100.000 minori che vivono con almeno un genitore omosessuale, la maggior parte, tuttavia, nati da precedenti relazioni eterosessuali. Il 15° Censimento generale della popolazione Italiana, avvenuto nel 2011 dall¿ISTAT, ha riportato in totale 7513 coppie dello stesso sesso che hanno dichiarato di essere unite da un legame affettivo di tipo coniugale. Tuttavia, lo stesso istituto ci tiene a precisare che il dato è sottostimato perché molte coppie conviventi hanno preferito non fare coming out e perché il dato riguarda solo le coppie residenti sotto lo stesso tetto.
Costituiscono obiettivi specifici del progetto:
1) contribuire alla riduzione dei conflitti sociali, promuovendo un'analisi dell'impatto dell'interesse del minore sull'applicazione della normativa
2) sostenere gli operatori nel gestire le questioni legali legate ai diritti del minore, al fine di promuovere una disciplina di carattere comune attraverso: .
(i) applicazione uniforme della clausola generale;
(ii) professionisti preparati a gestire le problematiche familiari connesse a questioni rispetto alle quali si pone il tema dell'interesse del minore;
(iii) evitare le discriminazioni;
(iv) la riduzione della conflittualità sociale.