Dall¿inizio della pandemia da SARS-CoV2 sono stati fatti enormi passi avanti in termini non solo organizzativi ma anche scientifici al fine di utilizzare le conoscenze in continuo divenire in azioni di contrasto. Un ruolo centrale hanno svolto gli studi sull¿immuno-patogenesi della malattia che hanno dimostrato come la risposta dell¿ospite sia multiforme e trainante nella genesi della gravità clinica. Si è evidenziato sempre più un ruolo centrale dei monociti/macrofagi tissutali e dell¿endotelio con tutti i mediatori ad essi correlati, come il fattore solubile sCD163, sCD14, Il-6 e IL-1. Anche il nostro gruppo di ricerca con il progetto di ateneo 2020 ha dimostrato come i monociti infiammatori e le cellule dendritiche subiscano una riduzione in circolo per una probabile ricircolazione nel compartimento polmonare insieme ad un incremento significativo dei fattori solubili, in particolare di sCD163. L¿uso di farmaci immunomodulanti, proposto fin dalle prime settimane , è stato oggetto di numerosi studi con risultati contrastanti dovuti a casistiche molto diverse e a end-point poco standardizzati. Il tocilizumab, inibitore del recettore per IL-6 si è dimostrato efficace nel ridurre la mortalità nei pazienti con polmonite/ARDS. Persistono dei punti di incertezza in quanto non funziona in tutti i pazienti. Quindi l¿individuazione di marcatori predittivi di successo terapeutico appare fondamentale per un uso razionale di tali farmaci.
L¿obiettivo generale dello studio è quello di valutare il ruolo di alcuni marcatori dell¿immunità naturale, identificati come drivers nella patogenesi dell¿infezione , nel predire la risposta terapeutica In partricolare si valuterà lo stato immuno-infiammatorio al ricovero di una corte di pazienti COVID-19 stratificandoli in base al trattamento con farmaci immunomodulanti quali il tocilizumab + terapia steroidea , correlandolo con il differente grado di coinvolgimento polmonare e con la gravità clinica sviluppata successivamente.