Il silenzio delle sirene. Le strutture della temporalità fra spazio d’esperienza e orizzonte delle possibilità
In una situazione di pandemia, di incertezza, di isolamento e distanziamento sociale globali, il lavoro si concentra sull’individuazione delle disposizioni
attivate dagli intervistati nei confronti del futuro. L’«orizzonte delle attese», in cui confluiscono immagini di obiettivi personali plausibilmente raggiungibili,
previsioni per sé e per gli altri formulate in base a competenze e informazioni disponibili, ma anche speranze, desideri, paure e preoccupazioni
di carattere globale, lungi dall’essere un patrimonio esclusivamente individuale, è un fatto culturale, in cui confini e articolazioni sono socialmente
condizionati ed esplorabili. L’emergenza da Covid-19, nella sua drammatica effettualità, mentre produce conseguenze sulla salute individuale uguali (o quasi) per tutti, impatta in modo differente sulla capacità di tenuta del sistema medico-sanitario e produce effetti sociali differenziati per estensione e per gravità. È quindi possibile sia che si generino nuove disuguaglianze, che si estendano e si inaspriscano le disparità e le forme di disagio sociale già esistenti, sia che si assista a strategie adattive dei soggetti più garantiti, socialmente ed economicamente inclusi. I risultati dell’indagine mostrano come gli spazi sociali, le risorse materiali e immaginative, la struttura dei processi cognitivi rappresentano i nodi di una rete variamente e non uniformemente estesa da gettare sul futuro,
in quanto dimensioni costitutive dell’esperienza della temporalità.