Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_568216
Abstract: 

L'equilibrio delle prestazioni contrattuali rappresenta un tema molto rilevante e di particolare attualità nella riflessione civilistica, tanto da essere stato oggetto di un'importante innovazione nell'ambito della ordonnance francese del 10 febbraio 2016 sulla riforma del diritto delle obbligazioni e dei contratti, momento basilare per la revisione del libro III del Code civil del 1804 finora mai modificato. Lo scopo generale della riforma è di tener conto del processo di adeguamento all'evoluzione sociale ed economica e di modernizzazione tecnologica e semplificazione del diritto e delle procedure, attuato in due secoli dalla giurisprudenza e mai applicato nel Codice; per realizzare tale obiettivo è stata prevista una codificazione "à droit constant de la jurisprudence" che consenta una rinnovata attrattività del diritto francese rispetto agli altri diritti nazionali, nonché un nuovo modello di riferimento sul piano internazionale, come quando "l'esprit du Code civil" circolava nel mondo di civil law incuneandosi anche in quello di common law. Tra le materie innovative presenti nell'ordonnance, l'imprévision rappresenta «une véritable révolution contractuelle». Negli ultimi anni, in ragione del contesto europeo e internazionale che rischia di lasciare la Francia in una posizione di isolamento da tempo denunciata, la dottrina e la giurisprudenza sono più volte tornate sulla teoria dell'imprévision con interessi rivolti all'equilibrio e alla revisione del contratto. Si è così proposto un riconoscimento dell'imprévision mettendo in risalto il valore della tradizione, anche alla luce di alcuni progetti di modifica del Code civil nati in ambito accademico e governativo, dell'avant-projet d'ordonnance del 2015 e ora dell'ordonnance del 10 febbraio 2016. Con la pubblicazione di quest'ultima si conclude il lungo iter legislativo cominciato circa 10 anni prima,che in linea generale aveva trovato fin dall'inizio accoglienza favorevole all'imprévision.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_712366
sb_cp_is_705793
sb_cp_es_79850
sb_cp_es_79849
Innovatività: 

L'originalità del lavoro consiste nell'esame della dottrina e della giurisprudenza francesi dell'800 che, nel silenzio del legislatore, affrontano i problemi relativi all'equilibrio e alla giustizia del contratto. La teoria dell'imprévision è stata oggetto di un dibattito dottrinale e giurisprudenziale, che è interessante ripercorrere fino al 1876 in cui il famoso arrêt de Craponne chiude per lungo tempo la questione. La dottrina è divisa tra coloro che ammettono, nel caso di sopravvenienza di circostanze non previste al momento della conclusione del contratto, una modifica giudiziaria per l'esecuzione parziale dell'obbligazione. E' il caso di Carrier, seguito da Troplong, che consente al giudice la revisione dell'onorario del mandatario «qui excède les justes limites» e più tardi da Demogue che chiarifica che il solo potere accordato ai giudici non è di sostituire la volontà delle parti, ma di assecondarla. Inoltre, alcuni giuristi sostengono che la sopravvenienza di circostanze diverse da quelle previste all'atto del contratto renda impossibile l'obbligazione, come Larombière che la ritiene una circostanza particolare di estinzione delle obbligazioni; egli attribuisce al giudice il compito di riportare alcune convenzioni «dans une équitable mesure; car il y aurait injustice, soit à les maintenir, soit à les annuler pour le tout». Invece, Demolombe considera il principio troppo generico e pericoloso per i contraenti perché costituirebbe «les délie de leurs obligations!». Altri, infine, come Aubry e Rau, probabilmente influenzati da Zachariae e dalla dottrina dei paesi di lingua tedesca fino a Savigny, si concentrano sulla circostanza se l'impedimento sia imputabile al debitore. In particolare Laurent, alla metà del secolo, invita i giudici ad attenersi al Codice, anche se sottolinea che la Cassazione, senza far ricorso alle leggi romane, si è talvolta basata «sur un principe qui n'est pas écrit dans nos lois, qui était en opposition avec un principe que le code consacre». Alla fine del secolo, Seleilles, nel suo studio sulle obbligazioni alla luce del progetto del BGB, si sofferma sulla questione spiegando la strada percorsa dai Paesi di lingua tedesca che, diversamente dalla Francia, prevedono la sopravvenienza tra le cause di risoluzione del contratto. Non sembra, dalle indagini effettuate, che qualcuno consideri una completa costruzione della teoria dell'imprévision, opponendosi palesemente al silenzio del Code civil. Per quanto attiene alla giurisprudenza, invece, alcune decisioni nascondono talvolta la teoria dell'imprévision sotto l'istituto della forza maggiore, con una tendenza rischiosa che può portare a snaturare il concetto stesso di forza maggiore. In linea generale, possiamo dire che i giudici dagli anni trenta cominciano a dare rilievo a quella che è la volontà delle parti al momento della conclusione del contratto. Pur non richiamando mai la clausola rebus sic stantibus, la giurisprudenza si pone il problema delle circostanze che possono modificare le condizioni di esecuzione di un contratto. Per queste ragioni la giurisprudenza francese si trova nella condizione di muoversi con difficoltà tra alcuni istituti del Code Napoléon, come la forza obbligatoria del contratto, la lesione, l'inadempimento, la forza maggiore. Troviamo, quindi, nella prima metà del secolo e oltre, alcuni casi di camouflage della clausola in contratti dapprima di durata illimitata e poi in quelli a tratto successivo. In seguito, tutte le decisioni relative alle guerre non accettano di far ricorso alla forza maggiore, prevista dal Code civil per la risoluzione del contratto. Sono fondate nell'opinione che una situazione sopraggiunta «qui rend simplement le contrat moins avantageux pour l'une des parties, ne constitue pas une force majeure», perché la prestazione è diventata più onerosa ma non impossibile. Dal 1876 la Cassazione rifiuta, nel noto arrêt sul Canal de Craponne, la revisione del contratto, anche in presenza di uno squilibrio assoluto dovuto a ragioni economiche, in un contratto d'irrigazione a esecuzione successiva, secondo una convenzione in vigore dal 1500. Con l'aumento del canone i giudici d'appello del Tribunale di Aix nel 1841 avevano modificato il corrispettivo secondo il principio di equità. La Cassazione rigetta in base ai principi consacrati dal codice che deve essere applicato: «il n'appartient jamais aux tribunaux, quelque équitable que puisse leur paraitre leur décision, de prendre en considération les temps et les circonstances pour modifier les conventions des parties et substituer des clauses nouvelles à celles qui ont été librement acceptées par les contractants».

Codice Bando: 
568216
Keywords: 

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