
L'ontologia è nata in Grecia e alcune tesi degli autori antichi su importanti questioni ontologiche si ripresentano nel dibattito attuale. Spesso, tuttavia, i filosofi tendono a considerare l'ontologia antica come una questione chiusa e a ritenerla di pertinenza degli storici. Scopo del progetto è sviluppare ricerche che favoriscano le scambio di idee tra storici della filosofia antica e filosofi. Ci proponiamo di indagare alcune concezioni antiche di "essere", "forma" e "cambiamento", sfruttando le acquisizioni del dibattito attuale e mirando a far emergere i contributi originali che l'ontologia antica è in grado di fornire. Ci occuperemo del pensiero di Aristotele e, come suo antecedente, di quello di Platone. Scopo del progetto su Aristotele è di evidenziare gli aspetti processuali della sua ontologia. Questi ultimi sono stati relativamente trascurati dagli interpreti, i quali tendono generalmente ad attribuire ad Aristotele una distinzione netta tra essere/forma e cambiamento. Questa interpretazione sembra però contraddetta da diversi passi (che saranno oggetto della nostra indagine); in primis, dal fatto che l'essere - nel senso di forma o essenza - è concepito da Aristotele come un processo: l'essere delle sostanze (i viventi) è un particolare tipo di processo (vita, energeia). Platone rappresenta un predecessore di questa posizione: basti solo considerare la questione sollevata nel Sofista intorno ai cosiddetti generi "sommi", i primi tre dei quali sono individuati nell'essere, nel movimento e nella quiete, di cui Platone si propone di esaminare e ricostruire lo statuto e le reciproche relazioni. L'essere come tale "si muove" o è "in quiete" o entrambe le cose insieme? E, se si ammette l'ultima opzione, come è possibile che una stessa realtà, l'essere, allo stesso tempo "si muova" e sia "in quiete"? Si tenterà di mostrare come simili interrogativi costituiscano altrettanti fecondi punti di partenza per l'analisi aristotelica.
A. Aristotele
La concezione di Aristotele circa il rapporto tra essere e cambiamento è stata studiata fino ad ora soprattutto in relazione alla definizione di cambiamento (Phys. 3) e alla differenza tra kinesis e energeia, dove essere e cambiamento sono presentati come nettamente distinti. La nostra indagine partirà dai risultati di questo dibattito (eg. Kosman, Waterlow, Heinaman, Coope, Judson). Sposteremo però l'attenzione su tutti quei passi degli scritti di Aristotele che documentano un punto di vista differente, in base al quale l'essere (in particolare, la forma e l'ousia) si realizza mediante il cambiamento (o, meglio, mediante un particolare tipo di cambiamento: quello eterno). Questo punto di vista è sostanzialmente trascurato dagli interpreti, che tendono a minimizzarne l'importanza, presumibilmente perché lo ritengono incompatibile con il punto di vista prevalente. La nostra ricerca sarà finalizzata a far emergere la rilevanza della concezione dinamica dell'essere nell'ambito della filosofia di Aristotele e a spiegare le relazioni che intercorrono tra questi due punti di vista, apparentemente incompatibili. Inoltre, la ricerca e l'approfondimento di questi aspetti dell'ontologia aristotelica sarà condotta anche alla luce delle indagini e dei dibattiti contemporanei relativi alla process ontology (eg. Seibt) e alla filosofia della biologia (eg. Forgacs-Newman).
B. Platone
In relazione agli obiettivi indicati sopra il principale risultato del presente progetto sarà quello di porre nella giusta luce alcune delle sezioni più misteriose e controverse del Sofista platonico, per coglierne il significato e le implicazioni, in una prospettiva storico-filosofica che consenta fra l'altro di ricostruirne la vicenda esegetica che appare assai ricca e feconda già a partire da Aristotele e soprattutto in alcuni dei principali autori della tradizione platonica antica, da Plutarco ad Alcinoo e fino a Plotino. Si intende così presentare una prospettiva esegetica in certa misura originale, specie rispetto all'abbandono dei tradizionali schemi interpretativi che vedono esclusivamente in Platone il teorico delle forme intellegibili immobili ed eterne, il filosofo del "mondo delle idee" e, di conseguenza, di una metafisica per molti aspetti primitiva. Si mostrerà invece come sia riscontrabile in Platone il tentativo di costruire un'ontologia dinamica e processuale che, pur controversa, si pone come base di alcune delle più interessanti formulazioni contemporanee, dal sequenzialismo alla "fuzzy ontology".
Bibliografia:
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