Anno: 
2017
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_563497
Abstract: 

La Sila Greca (NE Calabria) reca le testimonianze di diverse fasi deformative, che ne hanno caratterizzato l'evoluzione prima della sua messa in posto a costituire il settore più settentrionale dell'Arco Calabro-Peloritano. Dopo modesti episodi registrati nell'Hettangiano, si inizia nel Sinemuriano con una fase estensionale legata al rifting dell'antico continente ercinico. Le faglie dirette spezzano la successione pre-rift costituita da depositi fluviali (Retico?-Hettangiano p.p. - Sinemuriano p.p.). L'instabilità tettonica si traduce in instabilità gravitativa dei terreni esposti al footwall delle faglie normali, che sono soggetti a fenomeni di crollo con la creazione di depositi megaclastici lungo i neoformati margini di bacino. Ai margini degli alti strutturali si impostano localmente aprons carbonatici, anche con facies recifali come nell'area di Caloveto. Circa 10-12 milioni di anni dopo, nel Toarciano, una seconda fase tettonica maggiore frammenta ulteriormente il bacino sedimentario. Nell'area di Caloveto gli aprons sono minutamente sbloccati, e sprofondano sotto la zona fotica come documentato dall'impostarsi di facies pelagiche tipo Rosso Ammonitico, che sono a loro volta interessate dalla tettonica sinsedimentaria. La complessa topografia sottomarina generatasi viene ricoperta in discordanza da una successione Aaleniano-Hauteriviana. Una sinora poco conosciuta fase di segno estensionale deve essersi verificata nel Cretacico, con lo scoperchiamento di nuovi settori del basamento paleozoico e lo sviluppo di uno hiatus sedimentario sino all'Eocene. I terreni terziari del Gruppo di Paludi iniziano con pelagiti tipo "Scaglia", ma evolvono verso facies megaclastiche nell'Oligocene e Miocene basale. Questi depositi si possono interpretare come sin-compressivi. Successivamente, i depositi del nuovo ciclo sedimentario che sigillano i thrust a partire dal Tortoniano non sono interessati da faglie, ma sono ruotati ad ampio raggio con immersioni verso il Mar Ionio.

Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_818261
sb_cp_es_81115
sb_cp_es_81116
sb_cp_es_81117
Innovatività: 

La ricerca che qui viene proposta è un esempio di utilizzazione di metodologie assolutamente classiche, in particolare il rilevamento geologico e la successiva analisi sedimentologico-micropaleontologica in sezione sottile, allo scopo di ottenere vincoli per realizzare un "significativo avanzamento delle conoscenze" di un settore chiave per la geologia del Mediterraneo.
Detto ciò, nell'ambito dell'approccio canonico di terreno, lo scrivente ha negli anni sviluppato una metodologia di approccio ai sistemi sedimentari interessati da rifting che prevede l'utilizzo di un set di caratteri ritenuto significativo, specifico di questi ambiti geologici (Santantonio, 1993, 1994; Galluzzo & Santantonio, 2002; Carminati & Santantonio, 2005; Fabbi & Santantonio, 2012). Lo sviluppo di questo approccio, che come esposto precedentemente si incentra sul riconoscimento, la descrizione e l'interpretazione delle faglie sinsedimentarie e delle paleoscarpate sottomarine, si è svolto soprattutto in Appennino, ma è stato poi trasferito ai terreni calabresi, dove è stato possibile per la prima volta iniziare a tracciare le principali faglie sinsedimentarie bordiere ed a descrivere i caratteri peculiari dei sedimenti ad esse associate (Santantonio et al., 2016). Uno dei principali risultati di questo approccio è l'eliminazione di contatti tettonici "non necessari" dalle ipotesi correnti o dalla cartografia esistente (v. Santantonio et al., 2017), semplificando il quadro strutturale. Un esempio tipico dell'area in studio riguarda, come si accennava, la locale conversione di contatti precedentemente simboleggiati come sovrascorrimenti in unconformity, cosa che si traduce - ove applicata - in un significativo miglioramento delle conoscenze dei rapporti pre-orogenici tra i terreni e in definitiva della paleogeografia negli intervalli di tempo considerati. Ciò è a maggior ragione vero in quanto la massima parte della Calabria non è coperta da cartografia geologica recente, nè è previsto che lo sia dato che non è - tranne rare eccezioni - inclusa nei programmi del progetto nazionale di cartografia geologica (CARG) che fanno capo al Servizio Geologico Nazionale.
L'area del bacino di Longobucco in Sila Greca è tanto interessante quanto palesemente sottoinvestigata. Le cause di ciò sono sia logistiche (molti affioramenti sono raggiungibili solo dopo lunghe marce a piedi, e con difficoltà) che legate alla complessità geologica. Questo ha fatto sì che negli anni si utilizzasse sempre lo stesso set, molto limitato, di dati, per ricostruzioni geodinamiche apparentemente sofisticate ma in realtà solo parzialmente supportate da evidenze fisiche. Lo scrivente è un fermo assertore dell'assoluta importanza del rilevamento geologico in (e prima di) qualsiasi studio geologico stratigrafico o strutturale, per cui la necessità di perlomeno coprire le zone restate a tutt'oggi inesplorate geologicamente, quali quelle oggetto della presente proposta, è un'esigenza che si ritiene primaria a maggior ragione in un territorio che spesso occupa le cronache per la frequenza di eventi legati al marcato dissesto idrogeologico che lo contraddistingue.
Spesso ritroviamo in Calabria depositi a crinoidi (encriniti) discordanti su tratti denudati del basamento, in corrispondenza di faglie sinsedimentarie. Poichè abbiamo almeno due fasi tettoniche principali conosciute, una attorno al limite Sinemuriano/Pliensbachiano e l'altra nel Toarciano, lo studio dei crinoidi potrà rivestire importanza sia per gli aspetti paleoecologici, che per quelli cronostratigrafici, per eventualmente meglio definire le fasi estensionali in questione. A questo proposito fa parte del presente programma una figura di paleontologo, specialista di crinoidi.
In conclusione, i principali progressi nelle conoscenze che si auspica di realizzare qualora il presente programma fosse finanziato riguardano:,
1. La strutturazione estensionale giurassica del bacino sedimentario di Longobucco e dell'adiacente alto di Caloveto;
2. I rapporti paleogeografici con regioni adiacenti;
3. La strutturazione compressiva oligocenica pre- apertura del Mar Tirreno, ed il suo significato;
4. I raffronti con regioni, quali l'Appennino umbro-marchigiano e sabino, in cui l'architettura legata al rifting giurassico inferiore è meglio conosciuta.

Codice Bando: 
563497
Keywords: 

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