Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1021942
Abstract: 

Lo scopo del presente progetto è lo studio del federalismo o delle forme federali (c.d. federal arrangements) in tre ordinamenti africani: Etiopia, Nigeria e Sudafrica. L'analisi dei tre stati, tra i più importanti dell'Africa Subsahariana, nonché tre economie rilevantissime nelle rispettive aree geografiche, ha molteplici ragion d'essere. L'attenzione della dottrina anglosassone e francofona verso Nigeria Etiopia e Sudafrica è divenuta rilevante negli ultimi anni e, probabilmente, la pubblicazione degli otto volumi del Forum of Federations e dell'International Association of Centers for Federal Studies ha generato interesse da parte della dottrina verso i modelli federali del c.d. Global South. Questi modelli federali o, nel caso sudafricano del "co-operative government", sono accomunati dalla questione etnica: quale soluzione costituzionale è stata fornita al "ethnic management"? In relazione alla questione etnica la discussione attorno all'articolazione territoriale delle federazioni costituisce un esempio importante, ma non l'unico, dei casi presi in esame. Un altro fattore che accomuna queste esperienze è la divisione delle risorse, che ha generato spesso conflitti di notevole entità all'interno degli stati, in senso orizzontale e verticale. Non verrà trascurata l'analisi della forma di governo, parlamentare prima e presidenziale poi nelle ex-colonie britanniche, nonché della forma di Stato. La domanda di base è: possono, forme di power sharing in relazione all'ethnic management e quindi federali favorire la democrazia e la crescita delle istituzioni rappresentative? Il lavoro intende, quindi, prendere in esame all¿interno di un più ampio trend di sperimentazione dei federal arrangements in Africa, come in Kenya, Uganda e Repubblica Democratica del Congo.

ERC: 
SH2_4
SH2_1
SH2_2
Innovatività: 

Lo studio delle esperienze federali oggetto della ricerca si prefigge di operare una comparazione che metta in evidenza i punti di contatto nonchè le differenze tra essi. La storia dell'Africa è legata al colonialismo e alla sua eredità giuridica e costituzionale. Risulta necessario ribadire la specificità africana e quindi la specificità dei modelli federali africani. La comparazione tra i modelli federali verterà su alcuni punti fermi operando successivamente in termini di analogie e differenze. La storia costituzionale ha condotto a considerare il federalismo come opzione necessaria (Etiopia e Nigeria) mentre in Sudafrica, nonostante le aspre discussioni nel corso del processo di transizione dal 1991 al 1996 in tema di autonomia e di principi di autogoverno, il termine federalismo fu evitato in quanto elemento di cui si era fatto portatore il regime dell'apartheid. Il procedimento costituente verrà analizzato in modo approfondito, in quanto imprescindibile per la comprensione dell'output costituzionale. L'attuazione delle disposizioni costituzionali (federali) e le relazioni intergovernative incontrano uno dei mali cronici degli stati dell'Africa Subsahariana: l'endemica corruzione soprattutto a livello decentrato che ha come conseguenza una continua mancanza di servizi pubblici essenziali e, quindi, un conitnuo ricorso ai trasferimenti statali. Non è un caso che l'ambito più dibattuto in tutti e tre i casi sia la revenue sharing formula. In Nigeria, agli inizi degli anni 2000 attorno alla distribuzione delle rendite petrolifere si ebbe un pesante scontro istituzionale a livello orizzontale tra gli stati e il governo federale e tra gli stati produttori di petrolio e quelli del nord, notoriamente più arretrati. Anche nel caso del sudafrica le Province cercano maggiore autonomia all'interno di quandro che rafforza l'intervento dell'Assemblea Nazionale mediante la clausola di supremazia. La discussione attorno all'effettivo rispetto dei principi del cooperative government è uno dei "temi caldi" all'interno dell'ordinamento sudafricano; da ultima, la pesante crisi idrica avvenuta nella Provincia del Capo che ha visto un altissimo grado di conflittualità tra i tre livelli di governo. Analogamente, in Etiopia, seppur per altre motivazioni, il conflitto all'interno degli stati membri e tra stati membri e governo federale è divenuto allarmante, dopo due decadi di completa stabilità. Le proteste dell'etnia Oromo e degli Amhara contro i Tigrini, considerata l'etnia dominante, ha raggiunto livelli preoccupanti tanto da far dimettere il primo ministro di etnia Tigrina e sostituito da un oromo. In tutti casi in esame l'etnicismo risulta essere o essere stato un elemento importante nella dinamica partitica: in Etiopia è stato "assorbito" all'interno dell'EPRDF, partito politico dominante; in Nigeria le connotazioni religiose ed etniche dei due maggior partiti, All Progressives Congress (APC) e People's Democratic Party (PDP), sono evidenti tali da introdurre la rotazione in base alla religione di appartenenza dei candidati alla Presidenza e alla Vice-Presidenza. Probabilmente, il Sudafrica rappresenta l'unico stato africano in cui l'etnicismo è andato gradualmente affievolendosi all'interno delle dinamiche partitiche. Nonostante ciò, l'Inkatha Freedom Party, IFP, detiene connotazioni ancora dichiaratamente etniche (Zulu) e da più parti sono state espresse preoccupazioni per le obbligate dimissioni di Zuma (di etnia Zulu).
La dottrina non ha ancora effettuato una comparazione dei tre stati in relazione ai federal arrangements. La comparazione degli ordinamenti in termini di analogie e differenze può fornire ulteriori e successivi spunti di ricerca, considerando anche che in due dei tre stati, Nigeria e Sudafrica, si svolgeranno le elezioni generali nel 2019. Il detto latino "ex Africa aliquid novi" di Plinio il Vecchio, mutuato da Aristotele, ben si addice all'evoluzione di questi modelli federali; anzi, una delle chiavi di lettura di questi ordinamenti è proprio quella del federalizing process, teorizzata da C.J. Friedrich.

Codice Bando: 
1021942

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