Le migrazioni sono un fenomeno antico come l'umanità, difatti, prima di diventare relativamente sedentaria, quest¿ultima è stata protagonista di incessanti spostamenti da un luogo all'altro alla ricerca di un miglioramento delle condizioni di vita, delle prospettive per il futuro e per la sopravvivenza stessa (Ambrosini, 2011).
Oggi, le migrazioni rappresentano uno dei fattori più visibili che caratterizzano il cambiamento delle nostre società; anche se in maniera molto controversa, negli ultimi anni, si assiste ad un mescolamento della popolazione in tantissimi settori della società, dagli spazi urbani, al lavoro, alla scuola ,alle altre istituzioni più grandi.
I migranti rappresentano all¿incirca il 3% della popolazione mondiale, di cui soltanto circa l¿1% in Europa e altrettanto in Italia (Eurostat, 2019); si tratta quindi di una parte della popolazione molto ridotta. Quello che non deve essere tralasciato però sono gli aspetti relativi alla concentrazione dei migranti, delle aree di destinazione, della quantità dei flussi migratori legali e illegali, e infine i fattori di spinta e di attrazione che reggono questi flussi.
A tal proposito, ad oggi, tutti gli Stati adottano politiche di contrasto e di governance delle migrazioni, soprattutto in merito alle migrazioni illegali, che fungono da fattore di attrazione verso i Paesi (Zanfrini, 2004) e che prendono il nome di politiche migratorie che l¿ Unione Europea riconosce in 3 pilastri fondamentali: le politiche di immigrazione, le politiche di asilo e la gestione delle frontiere.
Alla luce di quanto detto, il disegno della ricerca costruito è definibile come un disegno di tipo quantitativo che si sviluppa secondo un approccio confermativo-modellistico di tipo longitudinale (Caputo et al., 2017), che ha come obiettivo principale quello di corroborare la relazione tra flussi migratori e dimensione legislativa, nonché la classificazione delle politiche migratorie di tutti i Paesi appartenenti all¿Unione Europea.
Il progetto in essere ha in seno due aspetti innovativi, il primo aspetto riguarda l¿analisi e la sistematizzazione dei glossari delle migrazioni. Nello studio del fenomeno migratorio è importante tenere presente -oltre alle tipologie proposte dagli autori classici- (Eisendstadt; 1954; Richmond, 1969; Petersen, 1970; Zelinsky, 1971; Martinotti, 1973; Horowitz, 1975; Jackson, 1986; Scidà, 1990; Dassetto, 1990; Pollini, 1993) le terminologie utilizzate sulla scena internazionale ed Europea, questo, anche per permettere uno studio in chiave comparata. La necessità di chiarezza e trasparenza nasce da alcune critiche fatte ai media che spesso nell¿esporre dati e portata dei fenomeni in analisi, generano una discrepanza sostanziale tra il dato, la nomenclatura utilizzata e il significato; critica presente negli stessi Glossari che rientreranno nell¿analisi. Le principali contraddizioni, e l¿assenza di definizioni universali sono il risultato di una gestione locale del fenomeno, che si è tradotta per anni nella facoltà di ciascun gruppo politico e istituzionale di «decidere» secondo la loro prospettiva. Per questo motivo si è deciso di prendere in analisi e di cercare di sintetizzare al meglio i principali Glossari sulle migrazioni al fine di darne una più chiara ed attenta lettura e costruire un codebook internazionale.
Il secondo aspetto innovativo riguarda la costruzione di una nuova classificazione che comprenda tutti i paesi appartenenti all¿Unione Europea al fine di poter fare un¿analisi comparata più esaustiva. Bisogna sottolineare che i Paesi appartenenti all¿UE ricevono le direttive dall¿Unione ma l¿implementazione di queste e le relative formulazioni delle Politiche Migratorie sono di competenza statale. In letteratura infatti, si riscontra un gap sia sullo studio della relazione tra flussi migratori e politiche, sia su una possibile comparazione di più Paesi (Pollini, Scidà, 2002; Sciortino, 2000; Zincone, 2003). Per quanto riguarda questo aspetto, l¿obiettivo innovativo è quello di studiare con un¿analisi longitudinale (Europa 2007-2020) con T0:2004; T1:2007 e T2:2015 come hanno reagito i singoli Paesi dopo un¿improvvisa impennata dei flussi in entrata in Europa che si sono registrati negli anni sopradescritti. Nello specifico, al tempo T1 con l¿approvazione a livello comunitario del Patto di Lisbona e del Trattato europeo sull¿Immigrazione e nel tempo T2 con la nuova Agenda Europea sulla Migrazione.