Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_982379
Abstract: 

La durata percepita di un intervallo di tempo può essere notevolmente influenzata dalle caratteristiche percettive dello stimolo che definisce tale intervallo: in particolare, l'aumento della frequenza temporale di uno stimolo ne determina una dilatazione della durata percepita. Il fenomeno della modulazione della durata soggettiva degli stimoli in funzione della loro frequenza temporale è stato classicamente studiato attraverso la manipolazione delle caratteristiche fisiche degli stimoli stessi. Questo effetto si presenta con entità diverse nella popolazione, ma il ruolo dei fattori individuali nel manifestarsi di tale effetto non è stato finora indagato. Lo stile cognitivo (dipendenza-indipendenza dal campo), una caratteristica stabile nel tempo e trasversale a diversi domini del funzionamento individuale, si candida in particolare come una variabile potenzialmente in grado di spiegare le differenze nella sensibilità all'effetto. Questo studio si pone quindi l'obiettivo di verificare l'ipotesi che lo stile cognitivo predica la suscettibilità all'effetto di modulazione della durata percepita da parte della frequenza temporale dello stimolo, e che a tali differenze nell'entità dell'effetto corrispondano variazioni strutturali e morfologiche dell'anatomia cerebrale. Sarà quindi costruito un task computerizzato di riproduzione di durate a diverse frequenze temporali dello stimolo, che verrà somministrato insieme all'Embedded Figures Test (EFT), per rilevare rispettivamente l'entità della suscettibilità all'effetto di modulazione della durata percepita in funzione della frequenza temporale dello stimolo, e lo stile cognitivo di dipendenza-indipendenza dal campo. I partecipanti allo studio prenderanno inoltre parte ad un protocollo di risonanza magnetica funzionale mirato ad individuare i correlati neuro-strutturali delle variazioni nella suscettibilità all'effetto della frequenza temporale dello stimolo sulla sua durata percepita.

ERC: 
SH4_4
SH4_5
Innovatività: 

I tentativi di indagare i meccanismi alla base dell'effetto di modulazione della durata percepita al variare della frequenza temporale dello stimolo si sono finora concentrati sulla manipolazione delle caratteristiche dello stimolo stesso, con l'obiettivo di determinare in quale range di frequenza temporale l'effetto si manifesti[1] o di esaminare l'interazione della frequenza temporale dello stimolo con altri fattori percettivi (ad esempio la sua velocità) nel determinare la dilatazione della durata soggettiva[2]. Il progetto qui presentato adotta perciò un approccio inedito nella letteratura sull'argomento, proponendosi di prendere in esame un aspetto del fenomeno che non è stato finora oggetto di indagine, sebbene sia potenzialmente rilevante per una sua più completa analisi e spiegazione. Come si è detto in precedenza, l'effetto della frequenza temporale dello stimolo sulla sua durata percepita è stato osservato in differenti compiti, ed inoltre per intervalli temporali di lunghezza variabile e diversi tipi di stimoli[1,2,3]. Ciononostante, in nessuno di questi studi sono state prese in considerazione variabili di natura individuale, e ci si può quindi chiedere se la variabilità degli effetti osservati possa essere attribuita interamente a differenze nella manipolazione sperimentale delle caratteristiche dello stimolo. Per esempio, in alcuni degli studi non viene riportato il genere dei partecipanti[2,3], oppure il campione è costituito per la maggior parte da donne[1]; va sottolineato che nel genere femminile si registra una più alta percentuale di soggetti con stile cognitivo campo-dipendente rispetto a quanto avvenga per il genere maschile, nel quale al contrario tende a prevalere uno stile cognitivo campo-indipendente[4]. In questo senso è possibile che risultati discordanti sull'effetto della frequenza temporale dello stimolo sulla durata soggettiva siano almeno in parte espressione dell'interazione delle variabili sperimentali con caratteristiche individuali dei partecipanti, come il genere o lo stile cognitivo, non adeguatamente tenute in considerazione. La ricerca che qui proponiamo potrebbe quindi fornire un contributo rilevante alla caratterizzazione del fenomeno della modulazione della durata soggettiva degli stimoli da parte della loro frequenza temporale, integrando le conoscenze già acquisite sull'importanza degli aspetti percettivi dello stimolo nell'indurre l'effetto con una comprensione più approfondita del ruolo della variabilità individuale nella manifestazione dell'effetto stesso. Inoltre, sebbene alcuni studi abbiano suggerito come l'aumento della durata percepita di uno stimolo all'aumentare della sua frequenza temporale sia in relazione con effetti di adattamento spazialmente localizzati a livello delle vie visive[5], e sia correlato con l'ampiezza dei potenziali visivi steady-state evocati dallo stimolo stesso[6], i correlati neurali di questo fenomeno sono ancora largamente sconosciuti. L'indagine delle variazioni morfometriche cerebrali associate a differenze nello stile cognitivo e nella suscettibilità all'effetto di modulazione potrebbe quindi più in generale contribuire a gettare luce sui meccanismi neurali coinvolti nell'ampia gamma di fenomeni connessi alla percezione del tempo.

1. Herbst et al(2013) PLoS ONE 8(10):e76074. DOI:10.1371/journal.pone.0076074
2. Kanai et al(2006) J Vis 6, 1421-1430
3. Ahrens et al(2011) Curr Biol 21, 200-206
4. Witkin et al(1971) Consulting Psychologists Press
5. Johnston et al(2006) Curr Biol 16, 472-479
6. Herbst et al(2015) Brain Topogr 28, 559-569

Codice Bando: 
982379

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