Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1211542
Abstract: 

Tra le patologie tipiche dell¿invecchiamento la principale causa di disabilità progressiva è rappresentata dalla demenza. La demenza, o deterioramento mentale, è una sindrome clinica a eziopatogenesi multifattoriale, caratterizzata da perdita delle funzioni cognitive, a cui spesso si associano modificazioni del carattere e della personalità (Geldmacher, 1996). Tali cambiamenti interferiscono, necessariamente, con la capacità della persona di relazionarsi all¿ambiente esterno e di svolgere le consuete attività di vita quotidiana (Oxford Handbook of Neurology- II ed., 2014).
Tra le alterazioni cognitive e neurologiche che possono degenerare in vere e proprie demenze, si colloca il Mild Cognitive Impairement (MCI), una sindrome clinicamente eterogenea caratterizzata da un lieve deterioramento cognitivo che non compromette le normali funzionalità quotidiane (Petersen et al., 1997).
Il MCI è spesso, ma non sempre, una fase transitoria che va dai cambiamenti cognitivi tipici del normale invecchiamento a quelli presenti nella demenza. Inizialmente definita in base alla presenza di lievi disfunzioni mnestiche, si è successivamente riconosciuta la compromissione di altre funzioni cognitive, che hanno portato a riconoscere quattro tipologie di MCI, amenesico e non amnesico, a dominio singolo o multiplo (Petersen, 1999). Sarebbe molto rilevante riuscire a discriminare quali caratteristiche cognitive consentono di predire la progressione da MCI a demenza. A tale scopo può essere utile approfondire lo studio delle funzioni esecutive (FE), che risultano compromesse nei pazienti affetti da demenza. L¿obiettivo di questo studio è quello di valutare la presenza e la gravità di eventuali alterazioni delle FE in persone con MCI, al fine di poter meglio definire questa categoria diagnostica ed evidenziarne le differenze rispetto al declino cognitivo che caratterizza il normale invecchiamento.

ERC: 
SH4_4
SH4_6
SH4_3
Innovatività: 

La stima della spesa sanitaria annuale riconducibile alle demenze sembrerebbe presentare costi simili a quelli delle malattie cardiache ed essere nettamente superiore a quella relativa alle patologie oncologiche. Questi dati collocherebbero la demenza tra le malattie più costose per la società. La maggior parte di questi costi è attribuibile all¿assistenza domiciliare e all¿istituzionalizzazione a lungo termine. Si stima che, in particolare, la demenza di Alzheimer abbia subito un incremento del 35,4% nel 2015, aumentando di gran lunga i costi specifici di questa malattia (Alzheimer Disease International, 2015). Nel momento in cui tali deficit cognitivi vanno a interferire con lo svolgimento delle attività quotidiane, il paziente può reagire al suo deterioramento cognitivo con deflessione dell'umore, irritabilità e apatia, giungendo, talvolta, a conclamate forme di psicopatologia. Infatti, in concomitanza alla compromissione cognitiva e funzionale, nelle demenze emergono sintomatologie psicologiche e comportamentali che contribuiscono a delinearne e caratterizzarne il quadro clinico. Per tale ragione risulta di fondamentale importanza analizzare il quadro cognitivo e sintomatologico dei pazienti con MCI per cercare di prevedere quanti di questi progrediranno verso lo sviluppo di una demenza.
In un'ottica preventiva, interventi precoci potrebbero rallentare il quadro di deterioramento tipico delle patologie dementigene nelle prime fasi di esordio. Inoltre, intervenire nell¿ambito del funzionamento esecutivo potrebbe ridurre l¿impatto che l¿MCI ha nelle attività di vita quotidiana a causa delle alterazioni di attenzione, pianificazione e risoluzione dei problemi.
Questo studio si pone, inoltre, come obiettivo secondario, quello di analizzare gli strumenti neuropsicologici volti alla diagnosi dell¿MCI, in quanto gli studi utilizzano ancora metodologie e criteri non ben definiti e standardizzati per la classificazione dell¿MCI e delle sue diverse declinazioni. Questo aspetto, oltre a darci indicazioni poco accurate sulla prevalenza della patologia, non permette di evidenziare in maniera precoce i fattori di rischio delle demenze.
Nonostante sia noto il ruolo di alcune variabili psicologiche, quali depressione e ansia, nello sviluppo e nell¿esacerbazione delle patologie dementigene, meno studiati sono gli effetti di queste patologie nell¿ambito dell¿MCI. Un ulteriore approfondimento dei tratti psicologici che caratterizzano l'anziano con MCI permetterebbe di evidenziare le dimensioni che potrebbero rappresentare un indicatore dell¿esacerbazione dei sintomi.
Questo studio rappresenterebbe un primo passo per una ricerca che si pone come obiettivo generale quello di tracciare un identikit dell¿evoluzione del deterioramento cognitivo negli anziani, delineando anche un protocollo standard di valutazione del declino cognitivo che ancora non esiste, nonostante la presenza di test standardizzati con cut-off di riferimento per le prestazioni normotipiche. Ciò potrebbe contribuire a ridurre i numerosi risultati inconsistenti attualmente presenti nella letteratura scientifica internazionale, che delineano un confine poco chiaro tra declino cognitivo tipico del normale invecchiamento, il declino cognitivo lieve e i primi segni di demenza. Infine, nonostante la classificazione dell'MCI in quattro stottotipi (amnesico - singolo dominio, amnesico - dominio multiplo, non amnesico - singolo dominio, non amnesico - dominio multiplo) non esistono ancora criteri chiari di classificazione dei vari livelli di deterioramento cognitivo lieve. Infatti, allo stato attuale non esistono linee guida che consentano di classificare in maniera attendibile la tipologia del declino cognitivo lieve. L'assenza di linee guida rappresenta un altro aspetto importante alla base dei numerosi risultati contrastanti presenti nella letteratura scientifica internazionale e, soprattutto, preclude la possibilità di sviluppare interventi specifici mirati alla riabilitazione delle funzioni cognitive compromesse, che possono non essere le stesse nelle diverse persone con MCI. Lo sviluppo di programmi specifici (a cui tale ricerca potrebbe condurre) rappresenterebbero un reale programma di contrasto alla progressione dell'MCI in demenza conclamata. Infine, sebbene la ricerca proposta rappresenti un'analisi trasversale delle funzioni cognitive e psicologiche negli anziani sani e negli anziani con declino cognitivo lieve, si pone anche come punto di partenza di un programma longitudinale che potrebbe chiarire quali compromissioni cognitive e psicologiche possono evolvere in forme gravi di deterioramento cognitivo, a partire da un profilo cognitivo tipico dell'MCI.

Codice Bando: 
1211542

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