Il progetto intende effettuare una ricognizione sulle gallerie d'arte contemporanea private a Roma tra il 1944 e il 1960. Dopo aver individuato un campione di sedi, saranno riportate alla luce le singole mostre e le presenze di artisti, galleristi, collezionisti, al fine di ricostruire gli scambi culturali e le dinamiche di mercato che resero unico il contesto capitolino di quegli anni.
Il tema nasce da indagini già svolte dai membri del gruppo di ricerca attorno ad alcune gallerie romane del periodo (La Margherita, L'Obelisco, la Galleria Roma, la Rome-New York Art Foundation, la Galleria Appia Antica e Trastevere). Fino a qualche anno fa, l'attenzione degli storici dell'arte si era concentrata soprattutto sul periodo compreso tra gli anni Sessanta e Settanta, con affondi a ritroso fino alla seconda metà degli anni Cinquanta. Le ricerche più recenti hanno permesso di individuare un panorama in buona parte inesplorato di spazi espositivi privati minori sorti già prima della fine della guerra, che appare di straordinario rilievo sia per la quantità delle sedi (oltre cinquanta) sia per la varietà e vivacità delle proposte espositive. Tale fioritura fu resa possibile dalle rinnovate attrattive della capitale dopo la fine del Fascismo, nella quale l'affermazione dell'industria cinematografica e il lancio del Made in Italy nella moda catalizzarono la presenza di un nuovo pubblico internazionale. Alcune gallerie aprirono già a ridosso dell'armistizio, con evidenti implicazioni geo-politiche legate all'arrivo degli americani e alla successiva definizione delle nuove sfere di influenza mondiali.
In linea con le recenti frontiere metodologiche della ricerca storico-artistica, le gallerie non saranno considerate come contenitori neutri di opere d'arte, ma come dispositivi di attivazione di processi culturali complessi, che saranno esaminate con sguardi multidisciplinari attraverso una varietà di fonti (visive, documentali, orali).
Si intende proporre un regesto delle attività espositive delle gallerie, ricostruendo per quanto possibile le singole mostre, sia personali sia collettive. La ricerca prevede una prima fase dedicata alla raccolta dati, che sarà conclusa da un convegno in collaborazione con la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma, accompagnato da una mostra documentaria presso il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza. La fase conclusiva del progetto approderà a una pubblicazione, che restituirà gli esiti della raccolta dei dati, le singole ricerche condotte dai membri del gruppo e gli apporti di altri studiosi e rappresentanti di istituzioni.
La prima fase della ricerca sarà dedicata allo spoglio di quotidiani romani o con una particolare attenzione per il contesto romano (come Il Messaggero, La Voce Repubblicana, La Fiera Letteraria, Il Giornale della sera, Il Momento, Il Tempo, La Repubblica d'Italia, La Settimana Incom, Paese Sera, Avanti). Il materiale cartaceo sarà integrato con lo spoglio dei cinegiornali conservati all'Istituto Luce e le fotografie di allestimento (scattate in occasione di inaugurazioni, visite, etc.) identificabili presso il Luce e altri archivi.
Risorse particolarmente significative saranno l'Archivio Bio-Iconografico della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, dove è stato effettuato lo spoglio delle principali gallerie, il CRDAV del Comune di Roma, la Biblioteca Hertziana di Roma (che conserva una parte del fondo di arte contemporanea di Francesco Vincitorio), l'Archivio Crispolti.
Sul versante archivistico fondamentale sarà la consultazione dei Fondi speciali della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, che negli ultimi anni ha promosso una decisa politica di acquisizione di archivi di galleristi (tra cui L'Attico di Bruno e poi Fabio Sargentini, L'Arco d'Alibert, la Galleria Mara Coccia, il fondo di Anton Giulio Bragaglia). Altre indagini promettenti potranno essere effettuate presso la Quadriennale di Roma (fondo Quadriennale, Libero de Libero, Lorenza Trucchi); l'American Academy of Rome (che conserva l'archivio della Rome-New York Art Foundation). Importanti saranno anche i fondi privati di galleristi e loro eredi (Iaia Indrimi per La Margherita e L'Obelisco; gli eredi Schneider; gli eredi Luigi Moretti e altri); e, naturalmente, le fondazioni degli artisti (Afro; Burri; Cagli e altri). Sarà anche perseguita la ricerca di testimoni d'epoca di prima o seconda generazione, e anche il ricorso a eventuali interviste registrate (Archivio Crispolti; Fondo Francesco Vincitorio presso la Discoteca di Stato, e altri).