Anno: 
2018
Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1101574
Abstract: 

Nonostante il Consiglio d'Europa con la Raccomandazione 1248 (1994) abbia esortato i paesi dell¿Unione ad investire per non disperdere il talento della popolazione, in Italia la ricerca e l¿intervento sulla plusdotazione rappresentano un terreno ancora quasi inesplorato. Un bambino plusdotato (gifted) possiede un¿efficienza intellettiva che si innalza rispetto alla media (convenzionalmente fissata a 100) di almeno due deviazioni standard (QI¿130), raggiungendo o superando il 97,7° percentile della normale distribuzione (Wechsler, 2012; Winner, 1997, 2000). Tuttavia, la plusdotazione può essere meglio concettualizzata come un costrutto multicomponenziale, che trova nel QI solo un¿espressione parziale della costellazione di caratteristiche che la determinano. Il Columbus Group (1991) si riferisce alla plusdotazione come ad uno sviluppo asincrono, nel quale capacità cognitive avanzate e di intensità incrementata si combinano per creare vissuti e consapevolezze qualitativamente differenti dalla norma. Di fronte a tale complessità, i genitori di bambini plusdotati possono percepirsi come inadeguati (May, 2000); manifestando senso di impotenza e sconforto (Silverman, 1997); sperimentano vissuti di diversità e di abbandono da parte delle altre famiglie e dei professionisti della comunità (Fornia & Frame, 2001). La presente ricerca si propone un duplice obiettivo: 1) confrontare un campione di soggetti gifted (6-16 anni) con un campione di controllo non gifted (appaiato per genere, età e SES) sulle abilità cognitive e le competenze socio-emotive ed adattive; 2) esplorare la relazione tra profili di sviluppo globale dei bambini/adolescenti e stile genitoriale e individuare se e quali variabili (cognitive, socio-emotive ed adattive) legate al bambino siano maggiormente correlate al livello di stress percepito dal genitore.

ERC: 
SH4_1
SH4_3
SH4_2
Innovatività: 

Nonostante il Consiglio d'Europa con la Raccomandazione 1248 (1994) abbia esortato i paesi dell¿Unione ad investire per non disperdere il talento della popolazione, in Italia la ricerca e l¿intervento sulla plusdotazione rappresentano un terreno ancora quasi inesplorato. Praticamente assente è qualsiasi focus sul profilo cognitivo dei soggetti gifted andando al di là del semplice calcolo del Quoziente Intellettivo generale, sulle variabili metacognitive e socio-emotive implicate nella definizione di tale popolazione, e infine sulla genitorialità, nonostante la letteratura scientifica abbia evidenziato che avere un figlio plusdotato costituisca un compito complesso e sfidante.
Come sottolineano Rowe e colleghi (Rowe, Dandridge, Pawlush, Thompson e Ferrier, 2014), da un punto di vista psicometrico a livello internazionale è ancora aperta la questione su quale Indice ¿ tra Quoziente Intellettivo, Indice di Abilità Generale o Indice di Comprensione verbale e Indice di Ragionamento visuo-percettivo presi singolarmente ¿ sia maggiormente in grado di cogliere la plusdotazione intellettiva (cfr. Mann, 2005; Rimm et al., 2008; Silverman, 2009; Sparrow et al., 2005; Volker e Smerbeck, 2009). La presenza di una elevata variabilità intra- e inter-individuale dei soggetti intellettualmente gifted pone infatti dei quesiti e dei problemi all¿identificazione di questa popolazione (cfr. Hagmann-von Arx, Meyer e Grob, 2008; Lohman, Gambrell e Lakin, 2008; Rowe, Miller, Ebenstein e Thompson 2012; Winner, 2000; Silverman, 2009). I dati presenti in letteratura evidenziano come, in generale, all¿interno della configurazione della Wechsler Intelligence Scale for Children ¿ Fourth Edition (WISC-IV; Wechsler, 2003a), strumento maggiormente utilizzato per la valutazione dell¿efficienza intellettiva tra i 6 e i 16 anni di età, all¿Indice di Comprensione verbale e/o all¿Indice di Ragionamento Visuo-Percettivo i soggetti gifted ottengono punteggi più elevati rispetto a quelli ottenuti nell¿Indice di Memoria di Lavoro e in quello di Velocità di elaborazione (Falk, Silverman e Moran, 2004; Flanagan e Kaufman, 2004; Flanagan, Ortiz e Alfonso, 2013; Liratni e Pry, 2007, 2012; Pritifera, Saklofske e Weiss, 2005; Rimm et al., 2008; Rowe, Kingsley e Thompson, 2010; Silverman, 2009; Volker e Smerbeck, 2009; Weiss, Keith, Zhu e Chen, 2013; Wechsler, 2003b). L¿utilità, quando possibile, di effettuare confronti tra QI e IAG, e tra IAG e ICC risulta essere di primaria importanza nell¿individuazione di soggetti doppiamente eccezionali ¿ in letteratura twice-exceptional -, ovvero di quei soggetti che presentano sia una plusdotazione cognitiva sia un disturbo del neurosviluppo (Rimm et al., 2008; Silverman, 2003, 2009; Weiss, Saklofske, Prifitera e Holdnack 2006) . In un recente lavoro di Toffalini, Pezzuti e Cornoldi (2017) è stata indagata, attraverso l¿uso della WISC-IV, l¿incidenza della plusdotazione cognitiva in un campione di soggetti twice-exceptional (soggetti gifted con un Disturbo Specifico dell¿Apprendimento; DSA) e in un campione di soggetti con sviluppo tipico. Dallo studio è emerso che il ricorso allo IAG, rispetto al QI, permette di individuare un maggior numero di gifted all¿interno del campione dei twice-exceptional. Inoltre, in età più giovane i soggetti gifted e DSA ottengono punteggi più simili ai bambini gifted con sviluppo tipico per quanto riguarda gli aspetti di memoria di lavoro (le differenze a scapito dei primi emergono difatti con l¿avanzare della crescita); mentre la velocità di elaborazione presenta un andamento opposto, ovvero i soggetti gifted e DSA migliorano le loro prestazioni nell¿IVE più velocemente rispetto ai soggetti con sviluppo tipico, raggiungendo così prestazioni simili ai soggetti gifted con sviluppo tipico. Dallo studio emerge dunque come non sempre il QI possa essere considerato un buon indice di valutazione delle abilità intellettive in gruppi clinici, come può esserlo invece per i soggetti con sviluppo tipico.
Rispetto ai subtest che costituiscono la WISC-IV, in linea con i dati emersi dall¿analisi degli indici fattoriali, recenti ricerche hanno messo in luce la presenza di punteggi più elevati nei subtest Somiglianze, Vocabolario e Comprensione (appartenenti, tutti, all¿Indice di Comprensione verbale) e punteggi invece più bassi per quanto riguarda le prove Ricerca di simboli e Cifrario (appartenenti all¿Indice di Velocità di elaborazione) (Liratni e Pry, 2007, 2012). Rispetto a quest¿ultimo dato, è tuttavia importante sottolineare come le abilità afferenti alla memoria di lavoro ed alla velocità di elaborazione, assieme alla soppressione volontaria della risposta, maturino in momenti differenti dell¿adolescenza (Luna, Garver, Urban, Lazar e Sweeney, 2004).
Rispetto al panorama italiano, sono pochi gli studi condotti nell¿ambito della plusdotazione cognitiva (Lang, Matta, Parolin, Morrone e Pezzuti, 2017; Morrone e Pelosi, 2017; Morrone e Zanetti, 2014; Toffalini et al., 2017).

Codice Bando: 
1101574

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