Questa ricerca si confronta con l'esigenza di avviare il primo censimento delle fonti archivistiche ancora conservate nelle sezioni politiche che hanno ereditato la storia del PCI, del PdS e dei DS. Siamo di fronte ad un patrimonio a forte rischio di dispersione, unico nel suo genere, che deve essere censito per avere contezza della sua portata e del valore culturale che può rappresentare. Sempre meno legati ai territori, nel modificarsi del paradigma di comunicazione e affiliazione con militanti ed elettori, i partiti politici abbandonano i propri luoghi di incontro, ragionamento, lavoro, le proprie basi, per affidarsi ad una ricerca di consenso che viaggia su piani digitali. Le memorie, i documenti, gli archivi ancora conservati nelle sezioni tutt'ora aperte, non sono ancora stati oggetto di uno studio preliminare che dia contezza della loro consistenza, dell'arco temporale che coprono, di ciò raccontano. Bandiere, stendardi, manifesti: tanti sono i materiali che come un'eredità da custodire si celano all'interno di quelle che, visto il caso di studio che si prende in esame, sono ad oggi le sezioni del Partito Democratico, le case di militanti ed ex dirigenti, che possono contribuire fattivamente al racconto della politica romana. Lo studio di questi materiali, anche attraverso una attenta analisi della comunicazione politica, può aggiungere un tassello importante alla ricomposizione di storie locali, battaglie di quartiere, campagne elettorali sparse per il territorio romano. La base di studio saranno le sezioni del Partito Democratico nella città di Roma, prevedendo luogo per luogo un censimento del materiale conservato, costruendo un primo elenco volto a mappare la documentazione e restituirne una breve descrizione che tenga conto della tipologia di materiale, degli estremi cronologici e lo stato di conservazione della stessa. Il tutto arricchito da una approfondita analisi delle strategie di comunicazione politica intrapresa da militanti e dirigenti locali.
Sino ad ora, sul nucleo di documentazione che si vuole lavorare, non è stato mai avviato nessun progetto specifico di ricerca. Questo progetto può aprire le porte a numerosi filoni di studio e ad un percorso che possa portare la comunità archivistica a concentrarsi nuovamente sui fondi archivistici dei patiti politici, specialmente in questa fase delicatissima del passaggio dal cartaceo al digitale, in cui la documentazione prodotta ad oggi rischia di non vedersi conservata neanche nel breve periodo a seguito di una assoluta mancanza di attenzione e vigilanza. Risulta a mio avviso essenziale poter riscoprire tali fonti per dare uno strumento in più di studio e ricerca alla definizione della storia politica di Roma nel Novecento. Diversi testi sono stati scritti sulle vicende romane che hanno interessato i movimenti politici in città nel dopoguerra, ma pochi di essi si basano su fonti archivistiche come queste, non ancora utilizzate e mai consultate.