La ricerca che qui si propone, parte di un progetto più ampio, mira a fornire un contributo alla definizione del ruolo, ancora una larga parte da indagare, dell'artigiano nell'ambito della società etrusca tre VIII e III sec. a.C.
Scopi principali del progetto sono l'indagine e la comprensione delle modalità con cui le attività artigianali si inseriscono nel tessuto urbano antico e la definizione dell'organizzazione interna delle officine produttive. Entrambi questi percorsi di ricerca non sono mai stati tentati prima nella disciplina etruscologica.
A livello metodologico, pur non trascurando i dati desumibili dalle fonti letterarie antiche ed epigrafiche, si intende raggiungere gli obiettivi citati attraverso soprattutto una lettura critica di due set di dati, entrambi profondamente radicati nel record archeologico: la cultura materiale e i luoghi della produzione.
"It is striking how little attention the artisan receives; creator, initiator, servant, supplier, the artisan¿s role is indispensable [...]". Così scriveva C. Smith in un contributo del 1998 (Traders and artisans in Archaic central Italy). La situazione così sinteticamente delineata è ancora oggi valida nella sostanza.
Il presente progetto, che - si ricorda - è costola di un più ampio quadro investigativo (cfr. campo "Inquadramento della ricerca proposta in ambito nazionale ed internazionale") è destinato a portare un forte contributo nella comprensione della figura dell'artigiano etrusco, inteso come entità operante in un determinato ambito produttivo, organizzato secondo specifiche regole, e attore sociale che, a seconda dei diversi scenari socio-politici che caratterizzano l'ambito culturale in cui si trova ad operare, si interfaccia con le diverse classi sociali a cui presta il proprio expertise.
L'approccio all'universo artigianale etrusco, così come proposto nel presente progetto, non è mai stato tentato prima nell'ambito della Disciplina e permetterà dunque di raggiungere risultati su più livelli.
Da un lato infatti si indagheranno e comprenderanno le modalità con cui gli artigiani si insediano nel tessuto urbano tra VIII e III sec. a.C. (obiettivo A) e dall'altro si scandaglieranno le modalità di organizzazione interna delle officine produttive (obiettivo B).
Ma c'è di più. Il seguire questo percorso di ricerca ha in fondo premesse metodologiche (vd. in particolare campo "Inquadramento della ricerca proposta in ambito nazionale ed internazionale") che, se coerentemente seguite e rigorosamente applicate, potrebbero avere conseguenze ben più ampie nell'ambito della nostra conoscenza della società etrusca.
Chi scrive ritiene infatti che mentre difficilmente il dato materiale può fornire appigli certi per la ricostruzione di un'histoire événementielle, lo stesso può invece - se accuratamente analizzato e interrogato con metodi appropriati - portare alla ricostruzione di interi settori della società etrusca.
La scelta di affidarsi in modo preponderante, ma non esclusivo, allo studio della cultura materiale è necessaria per la ricostruzione delle dinamiche socio-economiche dell'Italia preromana, di cui l'Etruria fa parte a pieno titolo: le fonti storiche a nostra disposizione sono infatti prodotti di ambiti culturali esterni e diversi, se non addirittura in aperto contrasto dal punto di vista politico con le realtà tirreniche, e i due set di fonti - quello archeologico e quello storico - tendono comunque spesso a fornire risposte a diversi tipi di domande (cfr. M. Aberson, M.C. Biella, M. Di Fazio, M. Wullschleger, Introduzione a E pluribus unum? Italy from the pre-Roman fragmentation to the Augustan Unity, Berna 2014).
Da queste osservazioni consegue la necessità di maturare e affinare tecniche di lettura del dato materiale che, a partire da un'analisi rigorosa, favoriscano la ricostruzione storica (M. Pallottino, Proposte, miraggi e perplessità nella ricostruzione della storia etrusca, Studi Etruschi 53, 1987). E il presente progetto - al di là del caso studio specifico - vuole andare in questa direzione. Come noto, l'utilizzo delle fonti archeologiche con questi fini è stato - e ancora è - un tema altamente dibattuto nell'antichistica in ambito nazionale e internazionale (si veda da ultimo l¿interessante raccolta di saggi A. Gerritsen, G. Riello (eds.), Writing Material Culture History, 2015).