Da almeno vent¿anni si registra un considerevole aumento della popolazione mondiale, così come evidenziato dal World Population Prospects 2017, del Dipartimento di Affari economici e sociali delle Nazioni Unite.
Unitamente a questo, il World Urbanization Prospects 2018, dello stesso Dipartimento, mette in luce come più del 50% della popolazione mondiale viva attualmente in aree urbane, percentuale in aumento entro il 2050.
A queste previsioni si associano quelle relative al peggioramento delle condizioni climatiche e delle ricadute sul territorio, che mettono l¿accento sulla necessità di garantire un habitat sicuro.
Il quinto rapporto IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change del 2013, rappresenta lo stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici e sui loro potenziali impatti ambientali e socio-economici, evidenziando come una delle conseguenze tangibili di questi sia rappresentata dal repentino innalzamento del livello dei mari.
A tale proposito, organi governativi e istituti ricerca sono impegnati nella messa a punto di strategie orientate ad uno sviluppo urbanistico durevole, volte alla definizione di piani di adattamento territoriale di livello nazionale, regionale e locale per la prevenzione del rischio.
Si prendono a modello i paesi del Centro e del Nord Europa, esempi di gestione virtuosa del rischio legato a fenomeni di inondazione.
L¿approccio utilizzato è quello di un¿analisi comparata del caso francese e di quello danese, il primo improntato maggiormente su un approccio teorico basato sulla cosiddetta ¿Aménagements d¿anticipation¿, che pone l¿accento sul tema della temporalità degli interventi e della programmazione per fasi, il secondo più strettamente legato all¿adattamento geomorfologico delle aree interessate da tali fenomeni.
Obiettivo primario della ricerca è quello di proporre una conciliazione tra il piano strategico e quello locale, proponendo l¿individuazione di linee guida per l¿adattamento dei piani urbanistici.
L¿innovatività della ricerca risiede in primo luogo nel proposito di oltrepassare il livello strategico al quale è attualmente relegata la pianificazione di aree soggette a fenomeni di inondazione costiera in contesto Nazionale ed Internazionale. A questo proposito quello che si propone è una pianificazione per fasi temporali, partendo dal concetto di ¿Aménagements d¿anticipation¿.
Attualmente, infatti, i piani urbanistici locali, non prevedono la possibilità di pianificare per fasi determinate parti di territorio, ponendosi, di fatto, come strumenti poco flessibili ai cambiamenti geomorgologici che caratterizzano le città contemporanee.
Il risultato atteso da tale ricerca, per tanto, è rappresentato dalla costituzione di linee guida per l¿adattamento territoriale dei territori che traducano le prescrizioni fornite dalle strategie Nazionali ed Internazionali in specifiche ¿norme flessibili¿ da inserire all¿interno dei piani locali, al fine di renderli efficaci strumenti di governo del territorio anche in presenza di eventi ¿calamitosi¿.
Appare interessante, oltretutto, approfondire quale ruolo giochi l¿estetica in relazione alla pianificazione urbanistica, e se, determinati interventi siano in grado di acquisire valore in tal senso considerando l¿ecologia quale disciplina da porre alla base dei nuovi sviluppi della pianificazione in relazione ai fenomenti ambientali a cui assistiamo, caratterizzandosi come "estetica ecologica". (Böhme, 2010).