Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_1591024
Anno: 
2019
Abstract: 

Il 1799 fu l'anno della controversia sul presunto ateismo della filosofia di Fichte (Atheismusstreit), alla quale presero parte diverse personalità di spicco. Uno tra queste fu Karl Leonhard Reinhold, il quale, non più soddisfatto dai risultati della "Wissenschaftslehre", abbracciata quasi senza riserve due anni prima, contribuì attivamente alla disputa attraverso lo scritto "Sendschreiben an J. C. Lavater und J. G. Fichte über den Glauben an Gott", in cui analizza la dottrina fichtiana, mettendo l'accento sui pregi di questa, ma al contempo criticandone gli esiti e lasciando intravedere la possibilità di dover procedere oltre nella ricerca filosofica. Il suddetto scritto, anche a detta dell'autore stesso, deve essere considerato un'integrazione del saggio dell'anno precedente - ma comunque portato a termine nel 1799 - dal titolo "Ueber die Paradoxien der neuesten Philosophie". Queste due opere, e più in generale questi anni, rappresentano un momento fondamentale della riflessione di Reinhold. Il nucleo centrale degli scritti è la relazione tra fede e sapere che si collega direttamente alla definizione del rapporto tra vita e filosofia, rapporto che rappresenta anche nella riflessione filosofica contemporanea uno dei maggiori nuclei tematici. La presente indagine, in perfetta linea con la mia ricerca di dottorato sul rapporto tra Fichte e Reinhold dal 1799 al 1805, si propone di ricostruire parte dell'intenso dibattito di questi anni sui limiti e sui compiti del sapere filosofico, attraverso lo studio, la traduzione in italiano e il commento critico dei due scritti del filosofo austriaco che saranno nel frattempo inseriti nel contesto storico di riferimento. L'obiettivo principale è quello di portare avanti la ricostruzione dell'acceso dibattito di fine Settecento e inizio Ottocento che ha avuto evidenti effetti sullo sviluppo dei principali sistemi filosofici.

ERC: 
SH5_11
SH5_9
SH5_10
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_2112389
Innovatività: 

L'innovatività della presente ricerca risiede, soprattutto, nella completezza che si intende dare alla trattazione del problema della relazione tra teoria e prassi, e quindi tra filosofia e vita e tra sapere e fede, relazione che ha portato allo scontro dei diversi autori che compongono la costellazione storica del lavoro. Ad esempio, le critiche di Reinhold alla filosofia trascendentale hanno condotto l'autore della dottrina della scienza a ripensare alcune questioni e fornire chiarimenti concettuali o terminologici all'interno del suo sistema.
Finora è stata rivolta maggiore attenzione all'influenza che Jacobi e Schelling hanno avuto sullo sviluppo della "Dottrina della scienza" di Fichte successiva al 1800, in particolar modo in relazione alla teoria dell'Assoluto e al dispositivo trascendentale del sapere-immagine, in atto a partire dalla seconda esposizione della "Wissenschaftslehre" del 1804 e resa più esplicita nelle lezioni di Erlangen del 1805. Ma in questo senso Reinhold si rileva indubbiamente uno dei maggiori interlocutori di Fichte. Mentre gli studi sull'influsso che la "filosofia elementare" reinholdiana ha avuto sul primo Fichte sono stati avviati e sono ancora in corso, le indagini specifiche sul ruolo che le critiche di Reinhold a partire proprio dal 1799 hanno esercitato nella "fase mediana" dell'elaborazione della "Dottrina della scienza" (la possibilità di rintracciare fasi, sempre connesse tra loro, del pensiero fichtiano si deve alla monografia di G. Rametta del 1995 "Le strutture speculative della dottrina della scienza: il pensiero di J. G. Fichte negli anni 1801-1807") sono ancora da avviare. Come già accennato in sede di descrizione degli obiettivi e della metodologia del presente lavoro, questa ricerca andrebbe a colmare alcune lacune nella ricostruzione della controversia sull'ateismo e permetterebbe l'accesso diretto alle fonti primarie di Reinhold non ancora pubblicate nell'edizione critica delle opere. Inoltre, la traduzione in italiano e la pubblicazione del "Sendschreiben" e delle strettamente connesse "Paradoxien" potrebbero rappresentare l'occasione di avvicinare giovani studenti universitari e studiosi al pensiero di Reinhold, di cui sono stati tradotti pochi testi e tutti relativi ai primi anni della sua produzione filosofica, come "Concetto e fondamento della filosofia" e "Saggio di una nuova teoria della facoltà umana della rappresentazione" (a cura di F. Fabbianelli), "I misteri ebraici ovvero la più antica massoneria religiosa" (a cura di G. Paolucci) e le "Lettere sulla filosofia kantiana" (a cura di P. Grillenzoni).
La presente ricerca dunque mira a preparare il terreno filosofico per l'approfondimento di tematiche non ancora prese in considerazione e costituisce uno dei primi approdi degli studi che sto portando avanti per la mia tesi di dottorato. Al contempo, la pubblicazione dei risultati della presente indagine sarebbe uno dei primi contributi consistenti per quanto concerne il rapporto tra Reinhold e Fichte a partire dalla disputa sull'ateismo, e potrebbe condurre successivamente anche alla traduzione di altre opere del filosofo austriaco, contribuendo così alla rivalutazione in ambito italiano e internazionale di una figura fondamentale nella cornice della filosofia classica tedesca. Inoltre, il lavoro fornirebbe altri elementi interessanti per la ricerca sul pensiero di Fichte, dal momento che la riflessione di Reinhold si sviluppa proprio a partire dai dubbi che egli nutre nei confronti del punto di vista trascendentale.
La collaborazione con Pierluigi Valenza, uno dei maggiori interpreti di Reinhold, assicura la rigorosità scientifica del lavoro, che si sviluppa su differenti piani e permette di rivolgere un nuovo sguardo su uno dei principali nuclei tematici della disciplina filosofica, cioè il rapporto che questa intrattiene con la vita.

Codice Bando: 
1591024

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