Combinare le esigenze dell'edificio antico con quelle dettate da un nuovo uso è una condizione progettuale che è un ossimoro in sé stessa, e l'analisi delle operazioni di tale genere procede spesso per categorie di esiti, piuttosto che per strategie a monte di tali esiti o linee di ricerca progettuale. Il contrasto programmatico di Guido Canali che viene qui definito "alterità concorde" è la posizione metodologica di cui si intende trattare.
Che la produzione di un autore contemporaneo di chiara fama, sia, non solo un contributo alla qualità condivisa dell¿architettura abitata ed alla tutela del patrimonio, ma anche un contributo metodologico per linearità di intenti e strategie applicate nel tempo, è un patrimonio ed un'occasione che non deve sfuggire.
Il termine alterità esplicita l'accezione di coraggio progettuale con cui Canali coniuga il nuovo e l'antico, mentre in quel 'concorde' risiede l'autonomia che il progetto assume: l'inserimento di un organismo spazialmente e percettivamente autosufficiente stabilisce con l'esistente un rapporto che potremmo definire alla pari.
Dell'antico si tutela il valore della memoria nonchè il valore spaziale: il "salvataggio dello spazio" per usare le parole, inedite, di Canali stesso. Il nuovo inventa, infatti, in esso nuovi spazi ma definendo chiaramente i propri limiti di senso.
Un gioco di ossimori, dunque, ci racconta la sfida che il binomio antico-nuovo impone al progetto di riuso, alla luce di una posizione progettuale che intende mettere in valore l'esistente attraverso nuove gerarchie spaziali evidenti e dichiarate, imparando dall'esistente stesso alcune possibilità per il progetto, secondo quella che si può definire una variazione per reciprocità, sul tema del riuso adattivo.
Una pubblicazione monografica che metta a sistema gli interventi di Canali sull'esistente, come patrimonio della cultura architettonica italiana figlia dei grandi maestri quali Scarpa e Albini, è tanto urgente quanto attesa.
Ad oggi non esistono pubblicazioni monografiche dedicate all'architetto Guido Canali. Colma parzialmente tale lacuna il già citato numero monografico del periodico "Costruire in Laterizio" del 2002, pubblicazione ormai datata nonché, per natura stessa della pubblicazione su periodico, limitata all'analisi di alcuni progetti e a stringate riflessioni critiche. La trattazione monografica estesa a tutta la produzione dell'autore, o, come nel caso della Ricerca qui proposta, alla produzione dell'autore nello specifico campo dell'intervento sull'esistente, assumerebbe un valore di messa a sistema generale del suo peculiare approccio al progetto. Un volume monografico ha infatti la capacità di fornire una visione panottica critica comparativa dei singoli progetti, andando così a tracciare la specifica linea di ricerca e di approccio al progetto dell'autore trattato.
La proposta di Ricerca si avvarrebbe di un patrimonio di dati già acquisito e di una stesura già in buona parte completata. La trattazione relativa alla già citata Tesi di Dottorato, risalente al 2015, verrà implementata con le più recenti opere di intervento sull'esistente portate a termine da Canali, nonché con una ricognizione sulle realizzazioni di Canali in ambito domestico.
Lo studio delle opere e della metodologia di Guido Canali è stata, infatti, condotta con continuità, anche in seguito alla dissertazione della Tesi di Dottorato. Attività di ricerca che ha condotto, ad esempio, alla stesura dell'articolo con cui la rivista L'industria delle Costruzioni presenta la più recente opera di restauro e museografia di Canali, inaugurata nel 2016. Si veda, a questo proposito Sansoni V., Il nuovo museo delle Statue-Stele Lunigianesi nel Castello del Piagnaro a Pontremoli,in "L'industria delle costruzioni",rivista bimestrale di architettura, sezione ARGOMENTI, n° 447 gennaio/febbraio 2016, pp.92-97 italiano-inglese ISSN 0579-4900.
Oltre a fornire una trattazione finalmente monografica dedicata a Guido Canali, il testo frutto della Ricerca che qui si propone, conterrebbe anche alcuni importanti contenuti inediti. In primis, una intervista inedita a Guido Canali sui temi dell'intervento sull¿esistente e del valore dello spazio nell'inserimento delle nuove "macchine" di riuso e allestimento. Guido Canali, architetto dalle priorità operative, raramente pubblica contributi critici, e forse ancor più raramente rilascia interviste. L'intervista inedita, contenuta nella pubblicazione che con la presente Ricerca ci si propone di curare, oltre ad essere uno dei rari contributi di Canali del genere, ha un carattere metodologico generale più che concentrarsi, come avviene in altre interviste pubblicate, su uno specifico progetto, conferendo al materiale un valore di ancor maggiore unicità. L'avvicinamento diretto non solo all'autore come fonte primaria, ma anche alle opere analizzate, ha consentito inoltre di raccogliere materiale fotografico, anche in questo caso, inedito. In particolare, oltre a documentare dettagli poco noti delle architetture di Canali, l'apparato fotografico comprende anche un recente intervento sugli spazi accessori del Complesso Museale di Santa Maria della Scala a Siena, di recente completamento e dunque ancora inediti.