Nome e qualifica del proponente del progetto: 
sb_p_2499471
Anno: 
2021
Abstract: 

Il progetto intende contribuire alla ricerca sul rapporto tra arte, religione e società nel mondo bizantino (secc. IX-XV), con particolare riferimento alla questione della legittimità dell'immagine sacra nel rito cristiano. Argomento centrale dell'indagine è la rappresentazione visiva dell'idolo, oggetto di culto 'illegittimo' per eccellenza e naturale controparte dell'immagine legittima, l'icona.
L'obiettivo è quello di esplorare il confine ambiguo tra icona (eikon) e idolo (eidolon) a Bisanzio non più dal tradizionale punto di vista teologico-letterario, ma sul piano della pratica artistica e della semiotica dell'immagine. Ci si propone cioè di esaminare per la prima volta sistematicamente le soluzioni iconografiche con cui l'artista bizantino assegnava un contenuto percettibile a un concetto sfuggente e di natura non descrittiva come quello di idolo, rendendolo riconoscibile all'osservatore.
Il vasto corpus delle raffigurazioni bizantine di idoli - ricorrenti nelle arti monumentali come in quelle portatili - sarà analizzato da due prospettive complementari:

1 - diacronica, per ripercorrere le trasformazioni delle modalità di visualizzazione dell'idolatria a Bisanzio, con sguardo allargato anche all'Occidente latino e alle civiltà non cristiane;

2 - funzionale, per individuare il ruolo giocato da tali rappresentazioni all'interno dei contesti iconografici di appartenenza e valutarne le potenzialità come chiavi di lettura per la ricostruzione di specifici fenomeni religiosi, sociali e culturali.

Il progetto si avvale di un'équipe di studiosi italiani e stranieri che garantiranno l'indispensabile prospettiva interdisciplinare. I risultati preliminari saranno presentati in occasione di convegni e conferenze, oltre che sui principali social network. Al termine della ricerca, si prevede la pubblicazione di un lavoro monografico dedicato alla rappresentazione degli idoli a Bisanzio e l'organizzazione di un convegno/workshop internazionale.

ERC: 
SH5_6
SH3_10
SH5_8
Componenti gruppo di ricerca: 
sb_cp_is_3173812
sb_cp_is_3191398
sb_cp_is_3173801
sb_cp_is_3334966
sb_cp_is_3341709
sb_cp_es_461252
sb_cp_es_461253
Innovatività: 

Fatta eccezione per la breve voce "Idole" pubblicata da Klaus Wessel nel terzo volume del "Reallexikon zur Byzantinischen Kunst" (Stuttgart 1978), non esiste allo stato attuale nessuno studio espressamente incentrato sull'iconografia dell'idolo nell'arte bizantina. Tale considerazione, a ben vedere, andrebbe in parte estesa anche al Medioevo occidentale: l'unico volume monografico sul tema è quello di Michael Camille del 1989, che è dedicato però quasi esclusivamente alla miniatura anglo-francese dei secoli XIII e XIV.
Alcuni approfondimenti su singoli esempi o periodi sono stati proposti, negli ultimi anni, da studiosi quali Béatrice Caseau, Troels Myrup Kristensen, Francesca Dell'Acqua, Ivana Jevtic, Dmitriy Antonov e Mikhail Maizuls. Manca, tuttavia, un contributo che esplori in modo sistematico il tema della rappresentazione dell'immagine 'illegittima' a Bisanzio, che ne indaghi le origini e le trasformazioni e che ne metta in luce la funzione, sia come componente di una specifica retorica della figurazione - con spiccate implicazioni meta-linguistiche - sia come chiave di lettura per la ricostruzione di contesti e fenomeni religiosi, sociali e culturali.

Questo progetto affronta la questione dello statuto dell'immagine sacra a Bisanzio da una prospettiva diametralmente opposta rispetto all'approccio filologico-letterario ricorrente negli studi dedicati all'icona, e fondato principalmente sull'interpretazione delle fonti testuali (Ch. Barber, L. Bruebaker, J. Haldon). Allo stesso tempo, la metodologia qui proposta intende distinguersi dalle più recenti tendenze estetologiche tipiche delle indagini sulla cosiddetta 'ierotopia' (B. Pentcheva, A. Lidov), che mirano a ricomporre i fenomeni esperienziali e i processi di fruizione dell'arte a Bisanzio sulla base di assunti principalmente teorici.
Si suggerisce invece una terza via, che sfrutta il metodo iconografico come un efficace strumento per esplorare le soluzioni concrete - vale a dire concretamente applicate nella pratica artistica e ratificate da una grammatica figurativa condivisa - con cui un'immagine veniva connotata come illegittima all'occhio dell'osservatore bizantino. Grazie a questa prospettiva 'in negativo', lo studio dell'idolo consentirà di ricavare informazioni inedite non solo su come Bisanzio determinava l'ortodossia (o la non ortodossia) di un'immagine sacra, ma anche su come guardava a se stessa, al proprio passato e alla propria storia, alle componenti eterodosse della propria società e alle civiltà 'altre', distanti. La flessibilità di questo metodo consentirà, in futuro, di espandere la ricerca in ottica comparativa anche al Medioevo occidentale. Su scala ancora più ampia, lo studio dell'idolo come immagine/segno di alterità potrà contribuire all'approfondimento di tematiche di particolare attualità nelle scienze umanistiche a livello internazionale: la tolleranza e l'intolleranza etnico-religiosa, l'intersezionalità, la memoria storica e l'eredità culturale, il Medioevo globale.

La natura trasversale dell'argomento potrà trovare altresì interessanti ricadute anche sul piano didattico e formativo, incoraggiando la creazione di collaborazioni intercattedra, l'organizzazione di lezioni e seminari di carattere multidisciplinare, nonché l'assegnazione di tesi di laurea dedicate ad aspetti specifici - anche al di fuori dei confini geostorici proposti per il progetto. Infine, il costante aggiornamento attraverso i principali social network e la partecipazione a conferenze e convegni da parte dei componenti del gruppo faciliterà la diffusione dei risultati della ricerca e consentirà loro di raggiungere un pubblico più vasto e diversificato.

Codice Bando: 
2499471

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